Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/762
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sopra, su, sotto, contra, anzi ec. ec.; e Dante fra gli altri antichi aveva introdotto subito, nel quasi creare la nostra lingua, la facoltà, il coraggio, ed anche l’ardire de’ composti, de’ quali egli abbonda (come indiare, intuare, immiare, disguardare ec. ec.), massime con preposizioni, avverbi e particelle. E cosí gli altri antichi nostri. Ma a noi pure è avvenuto, come ai latini, che questa onnipotente facoltà, propria della primitiva natura della nostra lingua (sebbene allora pure in minor grado non solo della greca, ma anche della latina), s’è lasciata malamente e sfortunatamente perdere quasi del tutto, ancorché si conservino buona parte di quelli che si sono trovati in uso e si adoprino come recentissimi, attestando continuamente la primiera facoltà e natura della nostra lingua; ma de’ veramente nuovi e recenti non si gradiscono. E tutto questo appresso a poco è avvenuto anche alla lingua francese. Vedi p. 805. Dei composti, dunque, gli scrittori di oggidí non hanno gran facoltà, ma non però nessuna (tanto in italiano che in francese): anzi ce ne resta ancor tanta da potere, senza