Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/763

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[p. 172 modifica] la menoma affettazione, formare e introdurre molti nuovi composti chiarissimi, facilissimi, naturalissimi, mollissimi per l’una parte, e per l’altra utilissimi, specialmente con preposizioni e particelle ec. Quanto poi ai derivati d’ogni specie (purché sieno secondo l’indole e le regole della lingua e non riescano né oscuri né affettati) e a qualunque parola nuova che si possa cavare dalle esistenti nella nostra lingua, che stoltezza è questa di presumere che una parola di origine e d’indole italianissima, di significazione chiarissima, di uso non affettata né strana ma naturalissima, di suono finalmente non disgrato all’orecchio, non sia italiana ma barbara, e non si possa né pronunziare ne scrivere, per questo solo che non è registrata nel vocabolario? (e quello che dico delle parole dico anche delle locuzioni e modi e dei nuovi usi qualunque delle parole o frasi ec. già correnti, purché questi abbiano le dette condizioni). Quasi che la lingua italiana sola, a differenza di tutte le altre esistenti e di qualunque ha mai esistito, si debba, mentre ancor vive nell’uso quotidiano della nazione, considerar come morta e morire vivendo ed [p. 173 modifica]essere a un tempo viva e morta. Converrebbe che anche questa nazione vivesse come morta, cioè che nella sua esistenza non