<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/4370&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20200110161249</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/4370&oldid=-20200110161249
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 4370 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 311modifica] Ανωνύμου περὶ ὕψους. Bull. de Férus., l. c. alla p. 4312, tom. VIII, p. 11, art. 12, 1827, juillet. - Essendo incerto ἀνώνυμος l’autore di quel trattato, fu detto: egli è di Dionisio d’Alicarnasso o di Longino: non per altro se non perché nella media grecità questi furono i retori tecnici piú conosciuti, i capi del genere rettorico. Esempio insigne del modo con cui si procedeva in simili attribuzioni: di Dionisio o di Longino: quasi vi fosse alcuna [p. 312modifica]analogia fra lo scrivere di Dionisio, autore del 1o secolo, e quel di Longino ch’è del 3o. Intanto la critica riconosce manifestamente e senza molta fatica che quel trattato non può essere né dell’uno né dell’altro (Bull. ec. ibidem). - Weiske e l’autore di un libro pubblicato a Londra, 1826, intitolato Remarks on the supposed Dionysius Longinus, riportano quel trattato al secolo d’Augusto. Amati l’attribuisce veramente a Dionisio d’Alicarnasso, non avendo osservata (come non l’ha nessun altro) la vera ragione per cui i manoscritti parigini e vaticani hanno il nome di Dionisio; e che, oltre la totale differenza dello stile, quel trattato è contro Cecilio Calattino, il quale fu amico di Dionisio Alicarnasseo, cosa parimente non osservata da altri. Vedi p. 4440. - Les amours de Cydippe et d’Acontius nous sont connues surtout par les lettres qu’Ovide leur attribue dans ses Héroïdes. Callimaque fut la source oú puisa Ovide: M. Buttmann (Weber, die Fabel der Kydippe. Sur la fable de Cydippe par Philippe Buttmann, Mémoires de l’Académie de Munich; t. IX, année 1823-1824, partie philologique, p. 199-216) rassemble et discute les fragmens de ce dernier