<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3880&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20180619093104</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3880&oldid=-20180619093104
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3880 Giacomo LeopardiXIX secoloZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 259modifica] alla noia. Ella infatti, benché del genere stesso, è piú passione, è piú penosa, che la noia, cosí comunemente chiamata, non è. Ed è tale perch’ella nasce e consiste in un desiderio piú vivo, e al tempo stesso ugualmente vano. Questa sorta di passione è quella che provano generalmente i giovani quando sono in istato di non piacere e non dispiacere. Essi sono poco capaci della noia comunemente detta. Essi sono poco capaci di trovarsi giammai senza un’attuale, ancorché indeterminata passione,1 piú viva d’essa noia, perché il loro amor proprio, e quindi il lor desiderio di felicità e di piacere, ugualmente vano che nell’altre età, è molto piú vivo, generalmente parlando. Incapaci di noia comunemente detta, benché privi di piacere e dispiacere, sono ancora similmente quegli stati dell’individuo, di cui ho detto p. 3835-6, 3876-8 e simili. Altresí lo stato di desiderio presente e vivo determinato a qual si sia cosa; benché privo anche questo stato di piacere e dispiacere positivo ec. E cosí discorrendo. Questa sorta di passione, diversa [p. 260modifica]dalla noia comunemente detta, ma dello stesso genere ec., questa ancora io voglio comprendere sotto il nome di noia, e ad essa ancora si deve intendere ch’io abbia riguardo quando affermo che la noia corre immancabilmente e immediatamente a riempiere qualunque vuoto lasciato dal piacere o dispiacer cosí detto ec. e che l’assenza dell’uno e dell’altro è noia per sua natura, e che, mancando essi, v’é la noia necessariamente, e che posta tal mancanza è posta la noia ec., come alle p. 3713-5 (13 novembre 1823).
Note
↑Se non in quanto essi sono piú capaci di occupazione e distrazion forte dell’animo, e quando essi si trovano attualmente in tale stato (che accade loro piú frequentemente che agli altri per molte ragioni) del che vedi la p. 3878, principio.