Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3835

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[p. 219 modifica] acuo che forse è da acus us, statuo da status us ec., del che altrove (5 novembre 1823).


*    L’esaltamento di forze proveniente da’ liquori o da’ cibi o da altro accidente (non morboso), se non cagiona,1 come suole sovente, un torpore e una specie di assopimento letargico (come diceva il Re di Prussia), essendo un accrescimento di vita, accresce l’effetto essenziale di essa, ch’è il desiderio del piacere, perocché coll’intensità della vita cresce quella dell’amor proprio, e l’amor proprio è desiderio della propria felicità, e la felicità è piacere.2 Quindi l’uomo in quello stato è oltre modo, e più ch’ei non suole, avido e famelico di sensazioni piacevoli, e inquieto per questo desiderio, e le cerca, e tende con piú forza e piú direttamente e immediatamente al vero fine della sua vita e del suo essere e di se stesso, e alla vera somma e sostanza ultima della felicità, ch’è il piacere, poco o men del suo solito, curando le altre cose, che spesso son fini delle operazioni e desiderii umani, ma fini secondarii, benché tuttogiorno si prendano per primarii e per felicità, perch’essi stessi tendono essenzialmente ad un altro fine, e tutti ad un fine medesimo, cioè a dire al piacere. Insomma l’uomo è allora rispetto a se stesso ed al solito suo, quello che sono sempre i piú forti rispetto agli altri, cioè più [p. 220 modifica]sitibondi della felicità, e più inquieti da’ desiderii, cioè dal desiderio della propria felicità, e più immediatamente e specialmente, e in modo più espresso, sensibile e manifesto sí agli altri che a se medesimi, avidi del piacere

Note

  1. Puoi vedere la p. 3842. seg.
  2. Vedi p. 3905.