Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3552

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[p. 22 modifica] perciò appunto ch’egli è vivente, ed in quanto egli è tale, come nella mia teoria del piacere ec. (29 settembre, festa di San Michele Arcangelo, 1823).


*    Alla p. 3550. Il narrare non dev’essere al poeta epico che un pretesto, la persona di narratore non dev’essere a lui che una maschera, come al didascalico la persona d’insegnatore. Ma questo pretesto, questa maschera ei deve sempre perfettamente conservarlo, ed esattamente (quanto all’apparenza e come al di fuori) rappresentarla in modo ch’ei sembri sempre essere narratore, e non altro. E cosí fecero tutti i grandi, [p. 23 modifica]incluso Dante, che non è epico, ma il cui soggetto è narrativo, sebben ei dà forse troppo talvolta in dissertazioni e declamazioni, ma, torno a dire, il suo poema non è epico, ed è misto di narrativo e di dottrinale, morale ec. (29 settembre, dí di S. Michele Arcangelo, 1823).


*    Alla p. 3388. Il vino (ed anche il tabacco e simili cose) e tutto ciò che produce uno straordinario vigore o del corpo tutto o della testa, non pur giova all’immaginazione, ma eziandio all’intelletto, ed all’ingegno generalmente, alla facoltà di ragionare, di pensare e di trovar delle verità ragionando (come ho provato piú volte per esperienza) all’inventiva ec. Alle volte per lo contrario giova sí all’immaginazione, sí all’intelletto, alla mobilità del pensiero e della mente, alla fecondità, alla copia, alla facilità e prontezza dello spirito, del parlare, del ritrovare, del raziocinare, del comporre, alla prontezza della memoria, alla facilità di tirare le conseguenze, di conoscere i rapporti ec. ec. una certa debolezza di corpo, di nervi ec.