Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1246

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[p. 30 modifica] inventa naturalmente, o adotta, infinite parole, infinite locuzioni e infiniti generi e forme sí di queste che di quelle, l’uso però e l’intelligenza delle quali, se non sono ricevute dalla letteratura, la quale le diffonde per la nazione, [p. 31 modifica]ne stabilisce la forma, ne precisa il significato, ne assicura la durata, poco si estendono, poca precisione acquistano, restano facilmente incerte ondeggianti e arbitrarie e presto si perdono, sottentrandone delle nuove. Vedi pag. 1344. Ora la letteratura italiana ha fatto appunto quello che ho specificato. Ha ricevute, con particolare, e fra tutte le letterature singolar cura, amorevolezza e piacere, le voci, i modi, le forme del popolo segnatamente toscano; e da questo è venuto:

1o, Che le parole, modi ec. che sarebbero state proprie di una sola provincia, e bene spesso di una sola città ed anche meno, ricevute e accarezzate e stabilite nell’uso letterario, prima dagli scrittori di quella provincia ec. poi da quelli che vi andavano per imparar la lingua o a qualunque effetto, poi dalla totalità degli scrittori italiani, son divenute italiane, di toscane o altro che erano. Ed è avvenuto questo alle toscane piú che alle altre, perché i primi buoni scrittori italiani sono stati di quel paese e ne hanno diffuso e stabilito nella letteratura italiana