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(1246-1247) pensieri 31

ne stabilisce la forma, ne precisa il significato, ne assicura la durata, poco si estendono, poca precisione acquistano, restano facilmente incerte ondeggianti e arbitrarie e presto si perdono, sottentrandone delle nuove. Vedi pag. 1344. Ora la letteratura italiana ha fatto appunto quello che ho specificato. Ha ricevute, con particolare, e fra tutte le letterature singolar cura, amorevolezza e piacere, le voci, i modi, le forme del popolo segnatamente toscano; e da questo è venuto:

1o, Che le parole, modi ec. che sarebbero state proprie di una sola provincia, e bene spesso di una sola città ed anche meno, ricevute e accarezzate e stabilite nell’uso letterario, prima dagli scrittori di quella provincia ec. poi da quelli che vi andavano per imparar la lingua o a qualunque effetto, poi dalla totalità degli scrittori italiani, son divenute italiane, di toscane o altro che erano. Ed è avvenuto questo alle toscane piú che alle altre, perché i primi buoni scrittori italiani sono stati di quel paese e ne hanno diffuso e stabilito nella letteratura italiana  (1247) le parole ec. ed anche perché quel dialetto forse ancora per se stesso era piú grazioso ed anche meno irregolare meno goffo e meno storpiato e barbaro degli altri e meno difforme a se stesso, nelle strutture, nelle forme delle parole e modi ec.

2o, Non essendo mai cessato negli scrittori toscani e italiani lo studio e l’imitazione competente (gli abusi ora non si contano) della favella popolare, massime toscana (a differenza di quello ch’é accaduto in tutte le altre letterature un poco formate), n’é seguito che la lingua italiana presente, mediante la sua letteratura, sia ricca delle parole, modi ec. venuti in uso in uno de’ suoi popoli piú vivaci, immaginosi e inventivi, dal principio della lingua fino al di d’oggi; parole, modi ec. che non avrebbero avuto se non cortissima durata e pochissima estensione, se non fos-