Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1247
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le parole ec. ed anche perché quel dialetto forse ancora per se stesso era piú grazioso ed anche meno irregolare meno goffo e meno storpiato e barbaro degli altri e meno difforme a se stesso, nelle strutture, nelle forme delle parole e modi ec.
2o, Non essendo mai cessato negli scrittori toscani e italiani lo studio e l’imitazione competente (gli abusi ora non si contano) della favella popolare, massime toscana (a differenza di quello ch’é accaduto in tutte le altre letterature un poco formate), n’é seguito che la lingua italiana presente, mediante la sua letteratura, sia ricca delle parole, modi ec. venuti in uso in uno de’ suoi popoli piú vivaci, immaginosi e inventivi, dal principio della lingua fino al di d’oggi; parole, modi ec. che non avrebbero avuto se non cortissima durata e pochissima estensione, se non fossero fossero state adottate e stabilite dalla letteratura, che le ha fatte e perpetue e nazionali. E cosí la letteratura, e non il popolo, anche riguardo alle voci popolari, viene ad essere la vera e principale sorgente della ricchezza e perfezione di nostra lingua.
3o, Gridino a piacer loro i mezzi filosofi. Ricchezza che importi varietà, bellezza, espressione, efficacia, forza, brio, grazia, facilità, mollezza, naturalezza, non l’avrà mai, non l’ebbe e non l’ha veruna lingua, che non abbia moltissimo,