Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1115
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visus, comune a videre col suo continuativo visere, e ciò per anomalia. Legere e scribere, che hanno i loro frequentativi ec., si crede ancora che abbiano i continuativi lectare e scriptare, de’ quali vedi il Forcellini, voce lecto, che non sono frequentativi, né lo stesso che lectitare e scriptitare, come dice esso Forcellini, ib., e voce scripto. Cosí pure del verbo vivere, che ha il frequentativo victitare, credono alcuni di trovare in Plauto victare (Captiv. I, 1, v .15). Da prandere, che ha il frequentativo pransitare, noi abbiamo pransare, che oggi si dice pranzare, ma pranso, aggettivo o participio e sostantivo, si trova nel Caro e in Dante (Alberti). Vedi i dizionari spagnuoli. Vedi p. 2194. Da mansus di manere si ha mantare: vedi p. 1162 (per mansare) e mansitare. Vedi p. 2149, fine. Vedi p. 1140 e 2021.
Anzi non solo i grammatici non distinguono, ch’io sappia, il frequentativo dal continuativo, ma neppur conoscono, per quello ch’io sappia, questo genere di verbi, che è pur cosí numeroso e importante, e che io chiamo continuativo con voce nuova, perché nuova è l’osservazione.
Ben è tanto vero, quanto naturale e inevitabile, che le significazioni e proprietà primitive de’ verbi continuativi, frequentativi, originarii, furono molte volte confuse nell’uso, non solo della barbara latinità o delle lingue figlie, ma degli stessi buoni ed ottimi scrittori, massime da’ non antichissimi. E si adoperò, per esempio, il continuativo nel significato del suo primo verbo; o perduto il primo verbo restò solo il continuativo e s’adoprò invece di quello (come noi italiani, francesi ec. diciamo saltare ec. per quello che i buoni latini dicevano salire, verbo oggi perduto in questa significazione e trasferito ad un’altra ec. ec., e per lo latino saltare diciamo ballare, danzare ec.); o forse anche il continuativo talvolta prese la forza del