Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1116
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frequentativo o qualche volta viceversa; o finalmente il verbo positivo si adoprò invece del continuativo, disusato o no. Differenze menome e quasi metafisiche, difficilissime o impossibili a conservarsi nelle lingue anche cóltissime e studiatissime e gelosissime, anzi severissime, della proprietà, come la latina; e che, dileguandosi a poco a poco, danno luogo alla nascita de’ sinonimi, de’ quali vedi p. 1477, segg. E il Forcellini nota molte volte che il tale e tale frequentativo è spesso ed anche sempre usato nel senso medesimo del suo positivo, né perciò veruno dubita o dell’esistenza di questo genere di verbi o che quei tali non sieno frequentativi propriamente e originariamente. I verbi formati nuovamente da’ participi nelle lingue figlie della latina non hanno ordinariamente se non la forza del positivo latino. Vedi p. 2022.
Questa facoltà de’ continuativi è una delle bellissime facoltà, non ancora osservata, con cui la lingua latina, diversificando regolarmente i suoi verbi e le sue parole, le adattava ad esprimere con precisione le minute differenze delle cose e traeva dal suo fondo tutto il possibile partito, applicandolo con diverse e stabilite inflessioni e modificazioni a tutti i bisogni del linguaggio; e si serviva delle sue radici per cavarne molte e diverse significazioni, distintissime, chiare, certe e senza confusione; e moltiplicava con sommo artifizio e poca spesa la sua ricchezza e accresceva la sua potenza. Questa facoltà manca alla lingua italiana, la qual pure si è fatti i suoi nuovi verbi frequentativi e diminutivi, formandoli da’ verbi originarii con modificazioni di desinenza. Verbi derivati, che ora hanno la sola forza frequentativa, come appunto spesseggiare e pazzeggiare, passeggiare ec., punteggiare, da punto o da pungere ec.; ora la sola diminutiva, come tagliuzzare, sminuzzolare, albeggiare