Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1049

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[p. 366 modifica] tal lingua, malgrado la libertà primitiva e propria della sua formazione e del suo carattere formato, è soggetta niente meno a corrompersi, non usando nel fatto di questa libertà, secondo il genio proprio suo; ed a perdere la prima e nativa libertà, per usurparne poi necessariamente una spuria ed impropria ed aliena dal suo carattere, come oggi ci accade. E già nel cinquecento si era cominciata a dimenticare da alcuni, come dal Castelvetro ec., questa qualità della nostra lingua, dico la libertà: cosa veramente accaduta a quasi tutte le lingue e spesso ne’ loro migliori secoli, appena vi s’é cominciata a introdurre la sterile e nuda arte grammaticale, in luogo del gusto, del tatto, del giudizio, del sentimento naturale e dell’orecchio ec.

Il terzo genere è delle lingue non libere né per natura né in fatto, come la francese. Lingue che vanno necessariamente a corrompersi: la lingua latina, la cui formazione non le diede un’indole libera (vedi [p. 367 modifica]p. 1007, fine-1008), si corruppe con maravigliosa prestezza. Ed osservo nella Poetica d’Orazio che a’ suoi tempi la novità delle parole era contrastata agli scrittori latini, come oggi agli italiani, da’ pedanti, cosa che io non mi ricordo