<dc:title> Pastorali </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Alexander Pope</dc:creator><dc:date>1709</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Alexander Pope - Pastorals - en it fr.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pastorali/State&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20160303141650</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pastorali/State&oldid=-20160303141650
Pastorali - State Seconda pastorale Alexander PopeEmidio De' VincenziAlexander Pope - Pastorals - en it fr.djvu
Nome miglior) guidava la sua gregge
Lungo l’onde d’argento del bel Tami:
Ove scherzar sull’acque i rai del Sole 5Vedeansi in danza, e i verdeggianti ontani
Formar tremule l’ombre. Or qui dolente
Mentr’egli sfoga l’amorose pene
Oblian i rivi il corso; e monstran muta
Pietà le greggi; piangono le Najadi 10In ogn’umido speco; e Giove ancora
N’accenna il duol con taciturna pioggia.
Accetta, o Garth i matutini accenti
Di musa umil, ch’una ghirlanda aggiunge
D’ellera solo a’ tuoi allori. Ascolta, 15Che soffran per Amor Cori inesperti,
Per quell’Amor, mal sol, che tu non sani.
Ombrosi faggi, e voi freschi ruscelli,
Che da’ raggi di Febo difendete,
Ma non da quei d’Amor più crudi, e felli;
20A voi io gemo; a voi, che pur non siete
Sordi al mio duol; risponderanno al pianto
Le selve, e l’Ecco lor poscia il ripete.
Odon e monti, e rocche il mesto canto;
Or perchè mai tu d’esser più superba 25E più cruda di lor ti formi il vanto?