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Quì le pecchie dai fior succian l’eletto
Umor rorante. Il tuo Alessi solo
Non trova, che in te sola, altro diletto.
Deh! vieni a visitare il nostro polo,
105Le sedi abbandonate, e le muscose
Fontane, e gli antri di verdiccio suolo.
Ch’ovunque passi tu, l’aure di rose
Spirano al tuo passaggio; e gli arboscelii
Fan ombra a gara, ovunque tu ti pose.
110Ovunque calchi il piè, bei fior novelli
Sorgon vermigli, ed ogni cosa è in fiore,
Ove tu giri il brio de’ lumi belli.
Oh! quanto io bramo de’ miei giorni l’ore
Teco passar; le muse d’invocare;
115E risonar le laudi tue canore!
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