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250 | la secchia rapita |
S. 39, v. 1: Favella della guerra della Garfagnana tra i lucchesi e i modanesi, nella quale que’ popoli montagnoli per odio si tagliavano le viti e si scorticavano i castagni l’un l’altro con vendetta montanaresca.
S. 42, v. 1: Questi era un personaggio mandato dal governator di Milano per veder d’acquetar que’ popoli; e salvò la piazza di Castiglione spiegando una bandiera del re cattolico, alla quale i modanesi fecero di beretta.
S. 42, v. 3: Alcuni dicono che fu un pezzo di tela rossa, e che i modanesi si lasciarono ingannare dal colore. Nella edizione di Parigi i versi furono mutati da un lucchese che assisteva alla stampa, e voltati a favore della sua nazione. Ognuno procura suo vantaggio.
S. 48, v. 1: Parla secondo gli astrologi. L’aspetto quadrato è infelice, e tanto piú ne’ pianeti maligni come Marte.
S. 53, v. 1: Questo è un consiglio imitato in Petronio Arbitro, dove i consiglieri contendono a chi dice peggio.
S. 53, v. 6: A quel tempo Modana era stata tutta piena di masse di stabbio: oggidí le strade ne sono meno adorne, ma non però in tutto prive. Da Omero sarebbe stata detta urbs bene stabulata.
S. 44, v. 8: È un verso di lingua pretta modanese.
S. 55, v. 3: L’antichitá di Modana si conosce dalle fabbriche particolarmente de’ portici sui balestri, che mostrano d’esser stati fatti assai prima che Vitruvio scrivesse d’architettura.
S. 55, v. 5: Le «canalette» sono le cloache, delle quali è piena quella cittá: e quando le votano, non si può passar per le strade per rispetto della lordura che si diffonde, oltre il puzzo che appesta.
S. 68, v. 1: Chi desidera di saper meglio l’istoria di Telessilla, legga il Leonico, De varia historia.
S. 74, v. 7: Séguita l’opinione di coloro che dissero che i pianeti erano come lampade attaccate al cielo.
CANTO OTTAVO
S. 1, v. 3: Chiama il poeta le lucciole stelle della terra, e le stelle lucciole del cielo, perché fanno l’istesso effetto di volar per l’aria e di non risplendere se non di notte.