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130 la secchia rapita


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     Ma i bottegai correndo in fretta ai passi
che feano la cittá poco sicura,
con travi e pali e terra e sterpi e sassi
tosto alzaron trinciere, argini e mura;
sbarrâr le strade, e gli affumati chiassi,
e i portici d’antica architettura,
e dinanzi a le sbarre in quelle strette
cominciaro a votar le canalette.
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     Quando armata apparir fu vista intanto
Renoppia al suon de la novella fiera,
e correre a la porta, e seco a canto
condurre il fior de la virginea schiera,
diede agli uomini ardir, riprese il pianto
del sesso femminil con faccia altera;
e rimirando giú per la via dritta,
non vide alcun fuggir da la sconfitta.
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     Stette sospesa, e addimandò del conte;
ma il conte avea giá preso altro sentiero:
onde deliberò di gire al ponte
sovra il Panáro a investigar del vero.
Quivi arrivò che ’l sol da l’orizonte
giá poco era lontan nel lito ibero,
e mirò in vista dolorosa e bruna
spettacolo di morte e di fortuna.
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     Ne la parte piú cupa e piú profonda
notavano pedoni e cavalieri;
tutta di sangue uman torbida l’onda
volgea confusi e misti armi e destrieri.
I Gemignani a la sinistra sponda
fuggían cacciati da i Petroni fieri;
stavan Tognone e Periteo lor sopra
e mettea l’uno e l’altro il ferro in opra.