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212 | indice |
Dare e tôr quel che non s’ha |||
Pag. 7
Dei Francesi per togliersi la noia |||
» 33
De’ principi il flagello |||
» 17
Di Firenze è scacciato |||
» 11
Di libertade il vero arbor son io |||
» 32
D’invidïetta pregno |||
» 15
Dio la corona innesta |||
» 18
Di Venezia, e di Genova, e di Roma |||
» 29
Donna, che altrui togliendo ogni speranza |||
» 15
Dopo tanti gran secoli da cani |||
» 25
Du’ avvocati, due medici e un chirurgo |||
» 32
Due Consolini appesi a un Ciondolone |||
» 33
Due parole enimmatiche |||
» 33
Ecco nascer Penelope da Frine |||
» 25
E qui il socco, se in piedi anco mi sta |||
» 34
Fame, imbratta d’inchiostro |||
» 34
Fattisi in Gallia re gli avvocatuzzi |||
» 22
Festevol motto arguto |||
» 23
Filippo, abbozzo sudicio qual sei |||
» 35
Forse alcun pregio aveano |||
» 19
Forse inventava Alfieri un ordin vero |||
» 34
Fosco, losco e non Tosco |||
» 7
Fra l’opre tutte degl’Iddii più altere |||
» 28
Gli Angli, già liberi, or vendon se |||
» 8
Gli equestri re, che instatuarsi al vivo |||
» 17
Hammi il vostro biasmarmi assai laudato |||
» 8
Ho visto già quel ch’è |||
» 18
Il bestemmiar gli Angeli, i Santi e Dio |||
» 14
Il papa è papa e re |||
» 8
Il raccoglier brutture per le strade |||
» 20
Il soggiacer a un re assoluto è un guai |||
» 26
In Campidoglio un teschio di cavallo |||
» 32
In Levante audaci e preste |||
» 27
Io non so se più amico |||
» 5
Io professor dell’università |||
» 11
La nullità dell’uno inserto al zero |||
» 9
L’arte sua ciascun faccia. Il vero scriva |||
» 19
Lasciai la spoglia, ma il furor non lasso |||
» 36
Lauda tu sol te stesso |||
» 19
Le forti rocche, cui nè prender mai |||
» 36
Le prime quattro Alfieriche; la quinta |||
» 34
Libertà che vuol tormisi lung’Arno |||
» 22
L’oro pria, poscia il sangue, indi la fama |||
» 16
Lucca, a te forse contro al Gallo crudo |||
» 24
L’uom che in un sol sonetto |||
» 10