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epigrammi 35


Io, che il giuro empio reale
(Poichè m’è il pensar concesso)
Stimo al giusto quel ch’ei vale,
Dico in suono più dimesso:
Grazie al re, che ancor tre quinti
Ci ha del nostro regalato:
Grazie al re, che in ceppi avvinti
Non ci ha tutti imbastigliato.


CXVI.

Dialogo fra l’uomo e le quattro pesti.

L’UOMO.

Re, confessori, medici, avvocati,
Chi vi ha creati?

LE QUATTRO PESTI.

Debolezza, ignoranza, e rei costumi
Ci han fatti Numi.

L’UOMO.

Dunque il cessar noi d’essere fanciulli
Vi farà nulli.

CXVII.

Dai Galli in rima le tragedie fersi,
Sol perchè far non le potero in versi.

CXVIII.

Filippo, abbozzo sudicio qual sei,
D’ogni pepoleo Carlo rider dèi.

CXIX.

Rado nuoce il tentar; talvolta giova,
Se l’uom pur s’erge a generosa prova.