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annotazioni. 339


tolo di Poliphili Hypnerotomachia uno scritto pressoché impossibile ad intendersi, e per lingua e per argomento. Morì nel 1527, vecchio di 94 anni.

Pag. 233, lin. 27.meritino. Le Aldine degli anni 1538, 1541 e 1547, meritano.

Pag. 234, lin. 29.aveva. Male le Aldine degli anni 1538, 1541 e 1547, avendo.

Pag. 239, lin. 20.dell’una parte. Forse dall’una parte.

LIBRO QUARTO.

Pag. 240, lin. 4. — Questa introduzione è imitata dal principio del terzo libro De Oratore.

Pag. 243, lin. 6.batteggia. Così per battezza trovasi scritto in tutte le antiche edizioni, compresa la prima del Dolce (1556); la quale forma crederei derivata piuttosto da vezzo o da idiotismo di pronunzia, che non dall’aver forse l’autore, come sospetta il Volpi, voluto alquanto contraffare per riverenza il verbo battezzare. Il Dolce nell’edizione del 1559 mutò ad arbitrio patteggia. La stessa scrittura batteggiare troviamo presso il nostro autore nelle Lettere di Negozii 129 e 288. Similmente, come nota il Volpi, nelle note al Canto II del Paradiso di Dante fatte dagli Accademici della Crusca si legge particulareggiare per particularizzare.

Pag. 246, lin. 21. — In essa si facea un’annual festa a’ tempi dell’autore. Gaetano Volpi.

Pag. 248, lin. 25. — Tratto da quel celebre passo di Lucrezio, De Natura Deorum, lib. III, v. 11-17:

Nam veluti pueris absinthia tetra medentes
Quum dare conantur, prius oras pocula circum
Contingunt mellis dulci flavoque liquore,
Ut puerorum ætas improvida ludificetur,
Labrorum tenus; interea perpotet amarum
Absinthi laticem, deceptaque non capiatur,
Sed potius tali facto recreata valescat.

Leggiadramente imitato dal Tasso in quei versi, Gerusalemme Liberata, Canto I, st. 3:

Così all’egro fanciul porgiamo aspersi
Di soave licor gli orli del vaso;
Succhi amari, ingannato, intanto ei beve,
E dall’inganno suo vita riceve.

Pag. 249, lin. 20.si vede nei ciechi. Così le Aldine degli anni 1538, 1541 e 1547; quelle del 1528, 1533, 1545, si vede dei ciechi.