<dc:title> Lezioni di analisi matematica </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Guido Fubini</dc:creator><dc:date>1920</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Lezioni di analisi matematica.pdf</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Lezioni_di_analisi_matematica/Capitolo_4/Paragrafo_14&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20221206234021</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Lezioni_di_analisi_matematica/Capitolo_4/Paragrafo_14&oldid=-20221206234021
Lezioni di analisi matematica - Capitolo 4 - Relazioni tra coefficienti e radici di un'equazione algebrica Guido FubiniLezioni di analisi matematica.pdf
§ 14. — Relazioni tra coefficienti e radici di un’equazione algebrica.
Dedurremo più tardi dalla teorie delle funzioni continue in più variabili il teorema fondamentale dell’algebra (teorema di Gauss).
Ogni polinomio di grado n nella x è decomponibile in uno e in un solo modo nel prodotto di e di n fattori di primo grado dove le sono numeri distinti o no, reali o complessi.
.
(1)
[Ricordo che, dicendo che è di grado , si è detto anche che ].
Questa decomposizione in fattori ha qualche analogia con la decomposizione di un numero intero in fattori primi. Nell’algebra dei polinomii, che noi studiamo, i polinomii di primo grado hanno così un ufficio analogo a quello che i numeri primi hanno nell’aritmetica dei numeri interi.
Gli n numeri1sono tutte e solo le radici dell’equazione (perchè può essere nullo soltanto se uno dei fattori è nullo).
Ciò che rende intuitivo il teorema del Ruffini relativo al caso in cui il polinomio è divisibile per un binomio .
Le formole del § 11 (pagina 44) ci dicono allora che:
La somma delle radici vale .
La somma dei prodotti ottenuti moltiplicando a due a due le radici vale .
La somma dei prodotti ottenuti moltiplicando ad h ad h (se ) le radici vale.
Il prodotto delle n radici vale .
Questi teoremi sono la generalizzazione di quelli ricordati nel § 10 per le equazioni di secondo e terzo grado. [p. 49modifica]
Dal teorema sopra enunciato si deduce anche che, se è un polinomio di (apparente) grado , e se l’equazione ammette più di radici, allora è identicamente nullo, e ogni numero della radice della (in altre parole tutti i coefficienti di sono nulli).
Se due polinomi , sono uguali per tutti i valori della , allora l’equazione ammette infinite radici (perchè ogni numero ne è radice). Quindi il polinomio ha nulli tutti i suoi coefficienti; cioè il grado di è uguale al grado di; ed ogni potenza della ha coefficienti uguali in e in : in una parola i polinomii , sono identicamente uguali.
Più precisamente due polinomii , di grado sono uguali identicamente, se assumono gli stessi valori in punti distinti . Cioè è completamente determinato un polinomio di grado , quando sieno dati i valori , che esso assume in punti distinti . Ed è facile intuire e verificare che un tale polinomio è dato che dalla
.
Alle formole di § 14, , possiamo dare un altro aspetto notevole (Newton). Se noi nel secondo e terzo membro di (1) poniamo al posto della , i coefficienti di nelle espressioni che se ne deducono saranno uguali. Si trova così con facile calcolo che:
Se noi calcoliano i quozienti dell’ultimo membro di (2) con le regole del § 13 troviamo:
,
dove con ho indicato la somma delle potenze delle radici . Se ne deduce, confrontando primo e terzo membro:
.
Le quali formole permettono di calcolare successivamente le . Moltiplicando per , sostituendo nel prodotto una delle al posto di (col che tale prodotto si annulla) e sommando tali prodotti si trova: (posto )
che permette di calcolare successivamente
Cosicchè: Si possono calcolare le appena sono noti i coefficienti dell’equazione .
) Si calcoli la somma dei prodotti ottenuti moltiplicando la potenza di una radice di una data equazione per la potenza di un’altra radice.
Basta osservare che il prodotto se e che .
Cosicchè , se , e .
Le formole di Newton permettono così di esprimere in ogni caso per mezzo dei coefficienti dell’equazione. In modo analogo si deduce all’esame del prodotto che: La somma dei prodotti ottenuti moltiplicando la potenza d’una radice di una equazione per la potenza di una seconda radice, e la potenza d’una terza radice è esprimibile razionalmente2mediante i coefficienti dell’equazione stessa.
In modo simile si definiscono e si insegnano a calcolare le , eccetera, eccetera.
Tanto le che le eccetera, sono funzioni simmetriche delle radici d’una equazione (cioè non cambiano di valore, quando tali radici si permutino tra di loro in un modo qualsiasi). Ed è facile persuadersi che ogni polinomio simmetrico delle radici d’un equazione si ottiene come combinazione lineare delle somme testè calcolate, ed è quindi esso stesso calcolabile razionalmente mediante i coefficienti dell’equazione (senza che sia necessario risolverla).
Così, per esempio, se sono le quattro radici di una equazione di quarto grado, l’espressione:
Il suo calcolo è ridotto a quello di , che noi sappiamo eseguire per mezzo delle formole di Newton. Ma, naturalmente, speciali artifici potrebbero abbreviarlo di gran lunga.
Note
↑Ricordo che le possono anche essere non tutte distinte.
↑Vale a dire con sole addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni e divisioni.