XL - S. Alessandro in Colonna

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XXXIX XLI
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S. ALESSANDRO IN COLONNA.


XL.


L
A di cui prima fondazione fatta dalla S. Principessa Grata in onore del detto Santo si riferisce all’anno 364. e fu piantata nel sito appunto, in cui fu egli decapitato. Dipoi fu riedificata sopra gli stessi fondamenti; finchè caduta, come si ha da una Lapida ultimamente scoperta, in cui si legge: Consortii ruit Ecclesia an. 1447. fu rialzata, indi consagrata da Lodovico Donato Vescovo, e verso il fine dello scorso secolo, e nel principio del corrente, fu rinnovata e perfezionata con disegno di1 Marco Alessandri Canonico nella forma in cui [p. 80 modifica]è di presente; se non che è stata da Soprastanti alla Fabbrica allungata la Nave contra l’idea dell’Architetto, e le regole della proporzione. Undici sono gli Altari, che l’adornano, forniti la maggior parte di Tavole di valore. Al primo, il Martirio di S. Maurizio, e de’ Soldati della sua Legione, è diligente copia di Giovanni Chizzoletti, cavata dal sottoposto Dipinto a fresco di Paolo Cavagna. Al secondo colorì il Zucchi con molto suo onore l’Annunciazione di M. V. col Dio Padre sopra, e un ben concepito corteggio d’Angeli. Il terzo del Corpus Domini isolato e grande, che ne’ dì solenni si cuopre con un altro tutto d’argento, è ornato di tre stimatissimi Quadri contornati da stucchi dorati, oltre quelli della Cupola che sono de’ migliori che abbia condotto il Cifrondi. La patetica Deposizione di Cristo dalla Croce che si ammira nel Coro, lavorata a tempera dal Lotto; e nei lati la Natività di Gesù Bambino, e l’ultima Cena cogli Appostoli, Opere ambedue di Francesco Bassano; il quale ha saputo far giuocare sì bene il lume della candela nell’una, e del Divino Infante nell’altra, senza punto incrudir le figure, che non si può cessar di mirarle.

Il quinto Altare dedicato a S. Anna è adorno di una nobilissima Tavola del Cavagna, dipinta, come sembrami aver letto, nel 1610. con entrovi la [p. 81 modifica]B. V. col Puttino, la Santa Titolare, ec. Del medesimo Autore è anche l’Angelo nella lunetta sopra l’Altare, il S. Francesco con molto studio figurato ne’ fianchi della Cappella, e l’opposto maestoso S. Carlo. L’istesso Pittore al quinto Altare, che è in testa alla Crociera, si è fatto conoscere per quel granduomo ch’egli era, più forse che altrove, nel S. Pietro seduto sulle nubi, sostenute da quattro bellissimi Angioletti, colla faccia rivolto al Cielo in atto di supplichevole a pro della Città nostra che sta sotto dipinta, tenendo egli a’ fianchi dalla destra S. Paolo, e S. Cristoforo col Bambino sulle spalle dalla manca. Quadro per verità terribile, ove il Cavagna senza dipartirsi dalla prediletta, e da lui sempre tenuta maniera di Paolo Veronese ha voluto mostrare negli atti del S. Pietro supplicante, e del S. Cristoforo rivolto al Bambino che tien sulle spalle, ch’egli intendea le strepitose mosse del Tintoretto; e nel nudo del S. Cristoforo, i muscolosi risalti del Buonarroti. Egli è peccato, che questa rara Tavola sia stata ritoccata posteriormente nell’orizzonte con tinte ardite, e disadatte all’antico colore armonico del restante del Quadro.

Nella contigua prima Sagrestìa il Quadro appeso di M. V. sedente e coronata da due Angeletti, col Puttino in braccio, e una Donnola per terra che si alza, è Pittura in legno sì dilicata e gentile che sembra di Gio. Bellino; ed è di mano di Gio. Giacomo Gavazzi di Poscante, Bergamasco, che si è sottoscritto coll’anno 1512. Oggi è alquanto smarrita di colore per essere stata lavata e ritoccata, dove [p. 82 modifica]avea patito. In faccia a questa Tavola v’ha un Ecce Homo fra due manigoldi, egregiamente dipinto dal Zucchi. Nella seconda Sagrestìa, che è più vasta e grandiosa, sono da ammirare i bei Freschi del Quaglia; e nella terza un S. Gio. Batista genuflesso al deserto, espresso in un Quadro picciolo, e secondo la comune tradizione, dipinto dal Vecchio Palma.

Ritornando in Chiesa, il Battesimo di Cristo sopra il Pulpito, è di Francesco Zucchi. Le due Teste di Appostoli sotto l’Organo sono dipinte da Gio. Giachinetti Gonzales Spagnuolo, detto il Borgognone dalle Teste morto in Bergamo nel 1696. dove ha molto lavorato, e spezialmente di questa maniera di Quadri. La grandiosa e studiata Trasfigurazione del Signore nel Coro escì dall’elegante pennello del Talpino l’anno 1610. ma danneggiata dal tempo, è stata ultimamente lavata ripulita e ritoccata in più luoghi. L’erudito e maestoso martirio di S. Alessandro, Quadro principale del Coro medesimo, è un capo d’opera del prefato Talpino, prodotto l’anno 1623. in cui vi si scorge lo studio fatto dall’Autore in Roma su i Dipinti di Raffaello, e sopra le Statue e Bassirilievi antichi, senza punto notarvisi di quella durezza ne’ contorni, e di quel non so che di statuino, che di leggieri si appicca alle Pitture di coloro, che il Disegno appresero dal ricavare le sculture antiche. Il S. Alessandro presentantesi al Pontefice è stimabile Operazione del Zucchi; ma alquanto deturpata dalle giunte fattevi per aggrandirnela. La Nunciata nel Presbiterio divisa in due Quadretti, corrispondenti ai due Appostoli [p. 83 modifica]del Borgognone, è delle solite lucide limate e sfumatissime produzioni del pennello di Carlin Dolce, dono fatto alla Chiesa dal Sig. D. Francesco Soldati. Sopra il Pulpito dal medesimo lato evvi la Visitazione di S. Lisabetta di bellezza straordinaria e sorprendente, Opera del Talpino. Più Viaggiatori l’hanno creduta di Raffaello; come a questo incomparabil Maestro attribuirono altri il S. Vittore a Cavallo dello stesso Talpino, che è nel Coro de’ Monaci Olivetani in Milano.

Nella contigua Cappella, o sia Chiesiuola della Vergine del Patrocinio, la Madonna incoronata nella volta della Cupola è di mano di un degno Allievo del Quaglia. Le Figure ne’ peducci sono con buon disegno condotte, ma infelicemente colorite a fresco dal Cavalier Giuseppe Petrini di Lugano. Il gran Quadro della Regina Ester presa da deliquio alla presenza di Assuero, e il corrispondente dell’Abigaille inchinata e prostrata appiè di Davidde, furono con ottimo gusto, e particolar maestrìa dipinti da Antonio Balestra, nativo di Verona e Originario di Bergamo. I Modelli perfezionati e finiti sono nella Gallerìa del Nob. Sig. Giuseppe Beltramelli, che alla più colta Letteratura aggiunse l’acquisto del Disegno ne’ Collegj di Bologna sotto la direzione del Fratta, e di altri rinomati Accademici. La Presentazione di Maria Vergine al Tempio, e il di lei Sposalizio con San Giuseppe, Quadri appesi nel Ricetto che mette nella prefata Cappella, sono affettuose ed espressive Pitture di Mauro Piccinardi di Crema, Allievo del Cignaroli.

Rientrati in Chiesa vedremo alla gran Cappella [p. 84 modifica]della Crociata l’Assunzione di M. V. lavorata con istile Tizianesco da Girolamo Romanino Bresciano, dove v’ha un mirabile impasto di colori, e panneggiamenti maestosi e leggiadri; ma non regge al confronto dell’innarrivabile Visitazione del Talpino, detta di sopra, che le è di fianco; nè della tremenda Tavola del San Pietro del Cavagna, che la fronteggia. Alla Cappella che segue, tre nostri Pittori si esercitarono co’ loro industriosi pennelli, per ottenere la fattura del Martirio di S. Alessandro, che abbiamo esaminato nel Coro. Paolo Cavagna dipinse all’Altare S. Grata piangente col reciso capo di S. Alessandro nelle mani, allato al sacro tronco posto su d’una bara, con Paggi che tengono le torce accese, e una Damigella che raccoglie i fiori che spuntano dal sangue del glorioso Martire sparso per terra. Chi ha sott’occhi il Pranzo dato da S. Gregorio Magno a’ Poveri di Paolo Veronese nel Refettorio de’ P.P. della Madonna del Monte in Vicenza, e l’Adorazione de’ Magi del medesimo Autore in S. Corona della medesima Città, gli sembrerà di vedere, mirando quella Pittura, trasformato il Paolo di Bergamo in quello di Verona.

Francesco Zucchi nel laterale dalla banda del Vangelo rappresentò S. Grata in atto di presentare al di lei Padre Lupo i fiori, nati dal Sangue versato dal Sacro Cadavero. La Santa è ben atteggiata e meglio colorita; ma le altre figure mancano di azione e languiscono. Nel Dirimpetto la medesima Santa che in atto graziosissimo assiste alla benedizione, e alla posta della prima pietra di questa [p. 85 modifica]Chiesa, e che è sì vivamente dipinta che sembra di vera carne, è Opera maravigliosa del Talpino: e piacque tanto, che gli fu assegnato il Quadro grande del Coro. E come non potea piacere un Quadro pieno di giovialità e di brio, che suol piacere ai più, mentre quello del Cavagna è tutto lutto e tristezza, che incontra l’umor di pochi? Quì fu trascelto il Talpino; in S. Maria Maggiore fu più impiegato il Cavagna. Sono ambedue sublimi Maestri in Pittura. Ammirabile il primo per le belle forme, per li graziosi atteggiamenti, e per la vaghezza e soavità del colorito: maraviglioso il secondo per l’aggiustatezza e rigor de’ contorni, per la forza delle tinte, e per la proprietà ed energìa dell’espressioni.

Il S. Gio. Batista, all’Altare dell’ultima Cappella, sedente nel Deserto, si tiene per Dipintura di Chiara Salmezza figliuola del Talpino; il quale in questa Chiesa medesima, dove sì altamente si distinse, ebbe la sepoltura l’anno 1626. in cui morì similmente il Cavagna come si è detto, e il Zucchi eziandìo. Le Medaglie a fresco nella volta della Chiesa sono di Federico Ferrari Milanese, e gli Ornati intorno alle Figure di Bernardo Brignoli Bergamasco. Uscendo dalla Porta di fianco che guarda Settentrione, e camminando pel Borgofuoco a man destra, si trova l’Oratorio della [p. 86 modifica]

SS. ANNUNCIATA.

Note

  1. Questo cospicuo Soggetto oltre l’intima cognizione dell’Architettura Civile, possedeva il disegno, e l’Arte di colorire; come da più Quadri di sua invenzione chiaramente si scorge: parte de’ quali si conservano appresso i Nipoti, e parte appresso degli Amici cui furono dall’Autore regalati. Anche il Sig. Filippo di lui Nipote si dilettò di maneggiare i pennelli, ma non giunse a pareggiare il Zio. Dall’altra parte riuscì mirabilmente nella costruzione di meccanici, e astronomici stromenti per proprio e altrui uso.