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Chiesa, e che è sì vivamente dipinta che sembra di vera carne, è Opera maravigliosa del Talpino: e piacque tanto, che gli fu assegnato il Quadro grande del Coro. E come non potea piacere un Quadro pieno di giovialità e di brio, che suol piacere ai più, mentre quello del Cavagna è tutto lutto e tristezza, che incontra l’umor di pochi? Quì fu trascelto il Talpino; in S. Maria Maggiore fu più impiegato il Cavagna. Sono ambedue sublimi Maestri in Pittura. Ammirabile il primo per le belle forme, per li graziosi atteggiamenti, e per la vaghezza e soavità del colorito: maraviglioso il secondo per l’aggiustatezza e rigor de’ contorni, per la forza delle tinte, e per la proprietà ed energìa dell’espressioni.

Il S. Gio. Batista, all’Altare dell’ultima Cappella, sedente nel Deserto, si tiene per Dipintura di Chiara Salmezza figliuola del Talpino; il quale in questa Chiesa medesima, dove sì altamente si distinse, ebbe la sepoltura l’anno 1626. in cui morì similmente il Cavagna come si è detto, e il Zucchi eziandìo. Le Medaglie a fresco nella volta della Chiesa sono di Federico Ferrari Milanese, e gli Ornati intorno alle Figure di Bernardo Brignoli Bergamasco. Uscendo dalla Porta di fianco che guarda Settentrione, e camminando pel Borgofuoco a man destra, si trova l’Oratorio della