Le Eumenidi/Ultimo canto intorno all'ara
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Quarto episodio |
ULTIMO CANTO INTORNO ALL’ARA
CORO
Strofe I
Mi sarà grato vivere con Pallade;
né la città dispregio
cui Giove ed il gagliardo
Marte, dei Numi asil vollero, e fregio,
e all’are baluardo
di tutti i Numi Ellèni.
Per essa, con fatidici
benigni augurî imploro che della vita i beni
faccia il sol coi suoi vampi
impetuosi germinar dai campi.
ATENA
Lieta sono che ai miei cittadini
tanto ben procacciai: che qui restino
queste Dive possenti e implacabili.
Tutte quante le sorti fra gli uomini
spetta ad esse partir. Chi non mai
s’imbatté ne le Dive terribili,
della vita gli strazî non sa.
I delitti che gli avi compierono
te lo spingono contro; e Rovina,
senza voce, mentre alto tu gridi,
con infesto furore ti stermina.
CORO
Antistrofe I
Che mai non soffi aura nociva agli alberi
sarà vigil mia cura,
né a questo suol s’appressi,
le nuove gemme a struggere, l’arsura,
né a far vane le messi
feral morbo serpeggi,
anzi, con parti duplici
allegri a tempo debito Pan le floride greggi;
e le genti felici
lodino ognor dei Numi i benefici.
ATENA
O d’Atèna presidio, o voi giudici,
questi voti ora udite? Ben grande
presso i Dèmoni inferni è la possa
de l’Erinni; e palese è fra gli uomini
ciò che valgano: a questi concedono
gioie e canti: di lagrime a quelli
fosca e torbida rendon la vita.
CORO
Strofe II
E depreco le sorti
d’intempestive morti.
O Dive, che degli uomini
leggete il fato, o Moire, a quest’amabile
gioventú date la vita propizia,
o Dive nostre suore,
Dive della Giustizia,
d’ogni casa partecipi,
vigili a tutte l’ore,
o severa adunanza
che sopra ogni altro Iddio godi onoranza!
ATENA
Bene io godo che a questa mia terra
tali augurî si facciano, e venero
il tuo volto, Suada, che il labbro,
che la voce m’ornasti; e m’opposi
di costoro al selvaggio rifiuto.
Or trionfo ebbe Giove, cui grata
è facondia: trionfo la causa
di Giustizia ebbe in tutto per me.
CORO
Antistrofe II
Né mai su questa terra
frema civile guerra,
che mai di mali è sazia.
Né d’atro sangue cittadin s’abbeveri
la polvere, onde poi furia nemica
sitisca nuova strage
a vendicar l’antica.
Ma li stringa d’unanimi
affetti una compage,
d’unanimi odî: ai mali
farmaco sommo è questo pei mortali.
ATENA
Chi ben pensa, di sagge parole
trova dunque la via! Grandi beni
io da queste terribili forme
qui prevedo alla nostra città.
E se voi queste Dive benevole
con benevolo cuore onoriate,
sempre insigni ne andrete, reggendo
con giustizia la patria ed Atène.
CORO
Strofe III
Genti d’Atene, salvete, salvete! Fluisca abbondanza
sovra te, popol, ch’ài stanza
presso a Giove, e della vergine
sua figliuola sei delizia!
Saggio ognor tu sii: di Pàllade
fanno l’ale a te riparo.
e per ciò Giove t’ha caro.
ATENA
E salute anche a voi. Debbo ai talami,
or, movendo io la prima, guidarvi,
alla luce del sacro corteo.
Avanzate al bagliore di queste
sacre fiaccole, e, giunte sotterra,
trattenete nel suolo ogni germe
di sfacelo, e crescete i proficui
pel trionfo di nostra città.
E voi tutti, o rampolli di Crànao1,
siate guida a queste ospiti, e sempre
bei pensieri a begli atti vi spronino.
CORO
Antistrofe III
Anche una volta - raddoppio gli augurî - salvete, salvete!,
tutti voi che sede avete
in Atene, uomini e Dèmoni,
nella rocca sacra a Pàllade.
Da voi lungi, sin che ospite
voi m’avrete in queste mura,
sarà sempre ogni sciagura.
ATENA
Di questi voti io godo, ed al fulgore
invierò di scintillanti fiaccole
sottesso il suolo, in sotterranei lochi,
e le ministre mie guida vi siano
che santamente l’idol mio tutelano.
Compagna avrete un’onorata schiera,
del suolo di Teseo viva pupilla,
di fanciulle, di donne e di vegliarde,
tutte velate di purpurei manti.
Movete! E il fuoco ed il baglior proceda,
sí che felice questa patria schiera
sempre per fausta sorte insigne vada.
Formano un corteo le ministre di Atèna, poi le Eumènidi, poi le
fanciulle, le donne e le vecchie d’Atene, poi tutto il popolo. Una
schiera di cittadini, durante la sfilata, canta l’inno seguente
SCHIERA DI CITTADINI
Strofe I
O de la Notte possenti onorate figliuole
intatte, a la vostra dimora movete,
seguite dal sacro corteo.
E voi, cittadini, acclamate!
Alto applauso del popolo
Antistrofe I
Entro gli spechi
segreti dei secoli prischi
movete: qui vittime solenni, qui onori
avrete: ed arrida Fortuna.
E voi, cittadini, acclamate!
Alto applauso del popolo
Strofe II
A questa terra benevole e ai Lari,
Qui, venerande, movete; e v’allegrino
lungo la strada, brillando, le fiaccole!
Sposate ai canti grida alte di giubilo!
Il popolo leva alte grida di gioia
Antistrofe II
Di libagioni penuria non abbiano
i cittadini di Pallade. Vigile
a tutto Giove, e la Parca, acconsentono.
Sposate ai canti grida alte di giubilo!
Con le ultime note dell’inno, tutti i personaggi sono usciti
dalla scena e dall’orchestra