La chioma di Berenice (1803)/Coma Berenices/Versi 5-6

Coma Berenices - Versi 5-6

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Ut Triviam furtim sub Latmia saxa relegans
     6Dulcis amor gyro devocet aerio:

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varianti.

Verso 5. Principe sublimia per sub Latmia, e mss. Y Ambrosiano: onde il Vossio sub Lamia, — Verso 6. Principe devoret. — Vossio clivo . . . aerio. — Santeno curru . . . aerio. Mss. Y givodero.

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note.

Triviam. La Luna. Gl’interpreti tutti ascrivono questo nome a Diana perch’era triforme. Noi, perchè si venerava ne’ trivii; antichissimo uso d’onde abbiamo congetturata questa Dea la prima venerata con altari dagli uomini. Vedi considerazione iii. — Questi due versi mentre spiegano le fasi lunari, idoleggiano passionatamente questo effetto naturale. In Cicer. divinit. i cap, ii ne’ frammenti.

Cum claram speciem concreto lumine Luna
Abdidit, et subito stellanti nocte peremta est.

Più esatto ma non più bello.

Latmia saxa. La lezione del Vossio Lamia è appoggiata a Nicandro da cui si ricava non in Latmo di Caria, ma al monte Oeta (alle cui radici era situata Lamia città) doversi trasferire ciò che si dice d’Endimione. Il Valckenario contende per Latmo, ma crede Endimione cacciatore. A torto il primo combatte contro le Latmie grotte dal bel giovinetto nobilitate. Vedi Apollonio Rodio lib. iv verso 57. Ovidio trist. ii verso 299. De arte amandi verso 370. Cicer. tusc. i. 38. Ed a torto il Valckenario rinega ad Endimione la scienza astronomica. Ateneo lib. xiii narra che il sonno ottimo degli Dei addormentasse Endimione ma con le palpebre dischiuse; a che [p. 76 modifica] ciò se non per osservare i moti celesti? Litigavano per Endimione non solo quei di Caria, e quei d’Oeta, ma i Locrj, gli Etoli, gli Eliensi, e molti altri popoli: più forse per la gloria di un valente cacciatore, che di un osservatore de’ celesti fenomeni? Ed il poeta che ha per soggetto una nuova costellazione non dee alludere al più antico astronomo anziché al più antico cacciatore?

Gyro aerio. Scomunica il Vossio chi non giura su la sua lezione intendendo clivo celeste. L’erudizione è bellissima con cui contende, ma la congettura destituta d’ogni ragione. Giro è qui il cerchio che la luna percorre.

     — Seu bruma nivalem
     Interiore diem gyro trahit.

Horat. lib. ii sat. vi vers. 25.

Il giovine Douza ha tradotto, parmi con assai eleganza, questi due versi,

     Ὡς ποτὲ Λάτμιον ἄντρον ἔρως γλυκὺς ηερόφοιτον
          Κρυπταδίως κατάγοι Ἄρτεμιν οὐρανόθεν.


I grecisti la paragonino con le traduzioni seguenti, la prima dello Scaligero, l’altra del Salvini.

I.

     Μήνην τ' οὐρανόθεν Λάτμον κατὰ παιπαλόεντα
          Λάθρῃ ἀποπλάζων ἵμερος ὦρσε γάμου.

Ii.

     Ὡς ὐπὸ τοῦ Λάτμου σκοπέλους κατέβαλλε λαθραίως
          Οὐρανόθεν Μήνην ἵμερος ἐκκαλέσας.