La chioma di Berenice (1803)/Coma Berenices/Versi 45-46
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Quum Medi properare novum mare; quumque juveutus
Per medium classi barbara navit Athon: 46
varianti.
Verso 45. Principe ed antiche prorupere. Antica I487 prerupere. Aldine, Mureto, Stazio, Guarino irrupere. Stazio lesse ne’ manoscritti properare, d’onde desume pepulere, lezione che piace al Santeno. Nic. Heinsio rupere. Vossio, l’Acate Volpi ed il Doering peperere. Mss. Y Ambrosiano ha la nostra lezione, alla qnale primo tornò lo Scaligero mostrando celebre in Sallustio, in Virgilio, ed in Claudiano l’infinito pel definito. Ma la Daciera accoglie questa lezione e non intende il perchè.
note.
Medi. Ciro fondatore del regno di Persia era Medo. I Persiani ed i Medi cambiavano i loro nomi, poich’erano sotto uno stesso signore. I sette consiglieri di Assuero sono chiamati Primi et proximi . . . septem duces Persarum atque Medorum qui videbant faciem regis. Ester cap. i. 14. — Plutarco parlando della seconda guerra persica in Temistocle chiama Medi gli eserciti di Serse, e Medo il re. E dalla vita di Alessandro dello stesso autore pare che prendessero il nome di questa nazione perch’erano i Medi più guerrieri, ed aveano vesti più sfarzose, ma meno effeminate delle persiane. Per questo la boria greca piantando un trofeo a Diana orientale ia Artemisio, scrisse di avere sconfitto non già i Persiani ma i Medi. Plutarco in Temist.
Properare. Non posso in coscienza adottare peperere. Il Vossio chiama in ajuto l’eneide lib. xi.
Ite, ait, egregias animas, quae sanguine nobis
Hanc patriam peperare suo, decorate supremis
Muneribus . . . .
Ma il properare è meno ardito e più lirico perchè accenna la prestezza con che Serse faceva cadere il monte alla sua possanza, e la fretta che l’esercito avea di passare. Vedi varianti.
Novum mare. Mare ignoto prima. Lo scavo del monte Athos deriso come favola dagli antichi e da’ moderni, vedilo provato nella considerazione vi.
= La digressione dello spezzamento del monte Athos dal ferro pare straniera alla cognizione di una chioma la quale verisimilmente non poteva essere istruita se non delle cose appartenenti al capo della regina, ed alla sua traslazione ed apoteosi; ma la divinità conceduta alla chioma giustifica il divagamento della poetica fantasia. Questo è uno di que’ falsi che bisogna ammettere per la preparazione delle cose precedenti. Il poeta ne ha profittato perchè in una breve digressione loda l’origine dell’impero de’ Macedoni che vuol dire de’ Tolomei. Conti. — Loda i Tolomei come successori d’Alessandro, e vendicatori de’ greci contro l’impero persiano. Vedi discorso iv. Il regno de’ greci era spesso segnato dall’era di Alessandro: Et regnavit (Antiochus Epiphanes) in anno cxxvii regni graecorum (lib. i de’ Maccabei cap. i verso 11). La forza della digressione risalta appunto per la delicatezza degli antecedenti e de’ seguenti. Parmi che i lirici italiani rade volle ardiscano questi tuoni opposti e necessari all’armonia della composizione. Alessandro Pope nel gentile poemetto del Riccio rapito imitò questi versi, ma con poca felicità, 1.° Perché ponendoli alla fine di un canto non dà campo al risalto. 2.° Perchè in vece di un solo, grande, e determinato fatto, racconta molti fatti grandi bensì per se stessi, ma vaghi e comuni troppo, perchè da gran tempo corrono per le bocche di tutti gli uomini. Ecco la traduzione di Antonio Conti, che mentre egli era in Inghilterra mediatore per la lite del calcolo infinitesimale insorta fra il Neutono, ed il Leibnizio, si confortava col sorriso delle muse.
Ciò che il tempo rispetta abbatte il ferro;
E i monumenti e l’uom sommette al fati;
Le fatiche de’ Numi egli distrusse
E in cener volse le trojane torri,
Coprì d’erba Cartago, e spesso a terra
Roma cogli archi trionfali spinse;
Qual fia dunque stupor ch’abbia i tuoi crini
Sommessi a Ninfa?
Giovami dire di volo che fu il Conti dagli scienziati inglesi pagato ingratamente, e que’ due altissimi ingegni, che si contendevano la preeminenza, provarono a noi popolo nelle loro controversie che la filosofia non cangia se non l’oggetto delle passioni. Ma più ingratamente fu ricompensato da quei che compilarono il dizionario degli uomini illustri. Appena degnano il mediatore del Neutono e del Leibnizio di pochissime righe, forse perch’ei non era gesuita.