In risaia/XXIII
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XXIII.
Pietro, assiduo al lavoro, era spesso fuori di casa la sera pe’ suoi trasporti. Gaudenzio invece era divenuto un costante frequentatore della stalla. Il suo arrivo era una festa per tutte quelle giovani, ed un tormento per la Nanna, alla quale aveva sempre qualche crudele verità da dire, mentre invece era tutto galanteria per la cognata.
Oh, se la Nanna avesse potuto allontanarlo per sempre, far nascere una lite che lo mettesse alla porta! Le pareva che gli altri non si sarebbero accorti che era vecchiotta e brutta, se quel giovine temerario non fosse stato là a ripeterlo ad ogni momento.
Se voleva fare un complimento alla Rosetta pei suoi capelli, Gaudenzio non sapeva farlo senza dire una scortesia alla Nanna.
— Ci avete anche la parte di vostra cognata.
Se la sposa si vantava di non esser mai stata un giorno a letto, di non aver mai preso una medicina, Gaudenzio diceva con ironia:
— Precisamente come la Nanna.
Era un tormento!
Quando poi si parlava di nozze la povera zitellona era sempre in ballo.
— Gaudenzio, sapete chi si fa sposa?
— Chi? La Nanna?
E tutte a ridere, ed a dirgli di buffone, per vezzeggiativo. E Pacifico, l’unico uomo che l’aveva domandata, ed in che modo! era là, ed udiva quei discorsi, che erano una conferma del suo giudizio: matura e punto bella.
E la Nanna si faceva ogni giorno più sospettosa e cattiva. Odiava la cognata, odiava Gaudenzio, odiava tutte le persone giovani e belle e felici.
Una sera di novembre Pietro giunse col carro, e staccato il cavallo, andò a raggiungere la famiglia nella stalla.
La Rosetta aveva smesso di corrergli incontro e d’abbracciarlo, a forza di vedersi respinta dalla timidezza selvaggia del marito. Aveva accanto Gaudenzio che le diceva mille corbellerie, e si limitò a gridare:
“Addio Pietro; buona sera,” senza scomodare nè sè nè Gaudenzio. E la Nanna si legò al dito anche questa.
— Mamma, disse Pietro alla Maddalena. Sono stato a Cerano. La mamma della Rosetta ha avuto la Lucia colle febbri intermittenti, dopo la mietitura del riso. Dice che il medico l’ha consigliata di farle cambiar aria; e, se voleste, la manderebbe qui da noi, con sua sorella.
La Nanna ebbe un nuovo sussulto. In ogni donna giovine e bella vedeva un’avversaria.
— Quanto a me, disse la Maddalena, la vedrò volentieri di certo; ma dove vuoi che la mettiamo a dormire quella ragazza?
— Quando io sono fuori può dormire colla mia donna; sono sorelle ed andranno d’accordo. E le notti ch’io passerò a casa, andrà a letto colla Nanna.
Nanna fremette all’udire quella combinazione. Ma non ebbe neppure l’idea di opporsi. Nelle campagne le donne vivono in una sommissione assoluta. Soltanto le massaie possono far valere, in una certa misura, la loro volontà; ma le ragazze sono sottomesse, e sarebbe sembrata una stravaganza da parte della Nanna il non voler dividere il suo letto con quella fanciulla che non conosceva; come non si supponeva neppure che la giovine ospite potesse manifestare la menoma ripugnanza a dormire colla Nanna.
Il domani Pietro partì per portare della legna a Cerano, ed al ritorno condusse la cognatina.
Era una fanciulletta di sedici anni, delicatina, allungata ed impallidita dalle febbri, gentile, bianca, cogli occhi azzurri ed i capelli bruni, con una boccuccia piccina, che rideva spesso, ed una vocina infantile. Pareva una signorina vestita da campagnola. Portava per le prime volte l’argento, e si lagnava che le dava il mal di capo. Era stata alle scuole comunali, sapeva leggere, scrivere e persino fare la trina all’uncinetto. Una meraviglia!
Gaudenzio, com’era da aspettarsi, volle attirare l’attenzione della nuova venuta, e le parlò con quella deferenza graziosa con cui si parla ai bambini. Però non la trovava di suo gusto.
Il peso specifico di quella bimba convalescente, non rispondeva al suo ideale, e non era uomo da mettere sulla bilancia l’azzurro profondo di quegli occhioni ingenui, e la grazietta della persona. Ma le si mostrava galante per riguardo alla sorella sposa, che era di peso quella.
La povera piccina non istette a lungo ad accorgersi che Gaudenzio era l’aspirazione di tutte le fanciulle della stalla; ed il suo piccolo amor proprio fu lusingato al vedere che si occupava più specialmente di lei. E dall’essere lusingata dalla preferenza d’un uomo a preferirlo, poco ci corre.
La Nanna s’avvedeva di tutto questo: dell’inganno della bimba, della sua simpatia nascente. E, sebbene vedesse che pigliava un granchio, poverina, se ne aveva a male anche con lei, e godeva che non fosse corrisposta come credeva.