Il rapimento d'Elena e altre opere/Osservazioni intorno alla vita

Osservazioni intorno alla vita

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Osservazioni intorno alla vita
Introduzione alle osservazioni Osservazioni sovra il titolo del poema
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OSSERVAZIONI

INTORNO ALLA VITA.

D
Alla famosa Città di Tebe, onorata da Omero, e da Dionisio (οἰκουμένης περιήγησις, V. 249. ) col titolo d’Hecatompylon per le cento porte, che avea, avea, prese la Tebaide il suo nome, parte superiore dell’Egitto a’ conφini dell’Etiopia. Dividevasi questa in diverse Prefetture, ciascuna delle quali chiamata era da’ Greci Nomos. Quella di Licopoli n’era la principale, così addimandata da una Città del medesimo nome. Diodoro Siciliano lib. 1. cap. 88. racconta, che gia essendo gli Etiopi impetuosamente entrati in Egitto, respinti furono da una mandra di lupi, διὸ καὶ τὸν νόμον ἐκεῖνον Λυκοπολίτων ονομασθήναι καὶ τὰ ζῶα τὰ προειρημένα τυχεῖν τῆς τιμῆς. Due Città riconosce Stefano Bizantino di questo nome: quella, di cui favelliamo, e l’altra nel Sebennito. Della prima parlano Strabone lib. XVII., Eunapio nella Vita di Plotino, Polibio pag. 1434 (edit. Amstelaed. 1679.) Agatarchide περὶ τῆς ἐρύθρας θαλάσσης; Eustazio ne’ Commentari al v. 249. di Dionisio, e Tolommeo la mette nella Tavola III. dell’Affrica. Quì nacque appunto il nostro Coluto, secondo la testimonianza di Suida che primo fra gli antichi ne scrisse, a’ tempi dell’Imperador Anastasio, che regnò negli anni di Cristo 491. [p. lix modifica]

Questo di lui Poema fortunatamente fu ritrovato in Casoli, Borgo, e Castello d’Italia col titolo di Principato nella Puglia vicino ad Otranto, di cui fra gli altri il Maty e colle stesse parole l’altro Franzese de la Martiniere. Il Cardinal Bessarione, Monaco Basiliano, volendo da Costantinopoli passare al Concilio Fiorentino, nel Monastero lo trovò del suo Ordine, che fu poi nell’anno 1480. da’ Turchi rovinato e reso stalla de’ buoi come raccontano l’Ughelli To. 9. pag. 74. e ’l P. Agostino Lubin Abbatiarum Italiae notitia.

Qui gioverà dir qualche cosa del nostro dottissimo, e celebre ritrovatore, sì per esser egli tanto benemerito di questo Poema, come per levar occasione di qualche equivoco a chi legge nella Vita da noi recata Bessarione Niceno Cardinale Toscolano. Fu egli dunque di Trebizonda, eletto Arcivescovo Niceno, e da Eugenio IV. Prete Cardinale del titolo de’ Dodici Apostoli, da Niccolò V. Vescovo Sabinese, e poi Toscolano. Fu anche Patriarca di Costantinopoli. Intervenne al Concilio di Ferrara, ove fe’ mostra ancor giovanetto, di sua rara facondia: poscia in quel di Firenze autore fu dell’unione tra le due Chiese Greca, e Latina. Tante erano le sue virtù, e tanta la stima, che di lui s’avea, che più d’una volta, fu vicino ad esser eletto Sommo Pontefice. Amante, e protettore si mostro de’ Letterati, [p. lx modifica]e molte opere scrisse, e d’una assai ricca scelta Biblioteca da lui formata lasciò erede il Senato di Venezia. Finalmente pieno di meriti passò a miglior vita nel 1472, o come altri vogliono 1473. Di lui tra’ molti ha scritto il Ciacconio, copiato interamente dall’Eggs Purpura docta, e nuovamente ne ha compendiato la Vita l’Eminentissimo Monti ne’ suoi Elogj.

Il MS. poi, che stà nell’Ambrosiana segnato Q.5 fu già del celebre Giovan Vincenzo Pinelli, come appare dal nome suo, posto in capo del Codice, in cui tre altre Opere sono: La prima τοῦ σοφωτάτου Τρίχου σύνοψις τῶν ἔννεα μέτρων. La seconda Λιβανίου σοφιστοῦ ἐπιστολιμαῖοι χαρακτῆρες. La terza è Coluto L’ultima Τριφυοδώρου Ἰλίου ἄλωσις. L’Opera di Trica ha note sul testo, ed in margine; quella di Coluto sul solo testo. L’altre due mancan di note. La prima, e metà della seconda pagina di Trica sono per ogni lettera in carattere rosso; Nel rimanente i soli titoli, capoversi, e le prime lettere dopo i punti fermi: nella qual maniera è altresì copiato Libanio. Coluto, e Trifiodoro non hanno in carattere rosso, che i titoli, e le prime lettere di que’ versi, che van da capo. Bisogna però, che la tinta di questo colore allo Scrittor mancasse, quando copiò la Vita, e l’Argomento, che pajono di man più fresca; perciocchè vuoto è lasciato nell’una, e nell’altro il sito di ciascuna, prima lettera delle voci del titolo, e de’ ca[p. lxi modifica]poversi. Sospettiamo altresì, che la coperta di legno abbia servito per qualche altr’Opera, giacchè tra varie parole del tutto incomprensibili, a gran fatica abbiam potuto leggere nella prima riga Πινδάρου. Nella seconda vi ravvisiamo ἐπιστολιμαῖοι, che indica l’Opera di Libanio; nella terza εἰς Τροῖαν.

Se però l’autore di questa Vita sia quel Tommaso Costantinopolitano, di cui l’Eminentissimo Cardinale Quirino nel libro II. della seconda parte della sua Vita a pag. 237. riporta una Nota, ch’è in fine d’un Codice Vaticano, come sospettò il diligentissimo Autore delle Novelle letterarie di Firenze, io non saprei indovinarlo. Quand’anche fosse stata in Casoli questa Vita composta, per dar luogo a sì fatto sospetto, bisognerebbe immaginarsi, che non fosse così, com’era, provveduto quel Monastero d’Uomini letterati. L’Ughelli però To.9. pag. 74. chiama la presente Abazia, che fu già il detto Monastero, clara quondam viris doctis.