Il diavolo nella mia libreria/Satana e Cristo
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Satana e Cristo.
Mi era caduto in terra il libro di Iob!
Questo spaventoso, piccolo libro dì Giobbe con quelle due figure gigantesche che deambulano per la terra! Chi sono? Dio e Satana. Sono i due protagonisti. Ma sono amici Dio e Satana? Poi viene Giobbe, il tritagonista: l'uomo.
Si avvicinava la sera. Quello sprazzo di luce che tramonta, mi sembra il rosso manto che Satana trascina dietro: quelle stelle che laggiù appaiono, mi sembrano la corona di Ieova.
Sono amici Dio e Satana? Vanno a braccetto a visitare l'altro emisfero. Torneranno qui domattina.
Ora, un giorno, nella storia dell’uomo, apparve Cristo, e disse: «Io edificherò la civitas Dei».
«Io allora — disse Satana — lo chiamai in disparte su la montagna e gli dimostrai che il suo programma era bello ma non pratico. Guardatevi, dissi, dalle insidie del sentimento. Egli non mi volle ascoltare: mi escluse dalla gerarchia celeste, e mi mandò a governare la Babilonia infernale. Poi morì su la croce. Ma le sue dottrine hanno sempre fatto fallimento. Gli uomini dicono che la colpa è mia, che è Satana che oggi compie la sua implacabile missione di male. Calunnie!».
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Dopo il vespero è venuta la sera. Sta nella stanza, sopra un comò, una testa di Cristo di cera, grande al vero, entro una teca di cristallo. È così squallido, così coronato di spine, così coperto di lacrime e sangue che la Pallina, se è tirata la tendina verde davanti al Cristo, entra nella camera; se no, non entra. Ha paura.
Anche questo Cristo proviene dalla eredità della povera zia Laurina; e nell’inventario è stimato lire venti. Ma per me vale molto di più: piange. Ma con sì grande avvilimento che pare che tutta la natura pianga con lui: omnia natura ingemiscit.
Con il lume davanti e nel silenzio della sera, questo pianto di Cristo è impressionante; ed io scuso la Pallina se torce il volto, e fugge davanti a Cristo.
Vorrei allora credere in una implacabile volontà di Male da parte di Satana, come attestano tutti questi libri: ma non ne sono persuaso. Meritano tanto gli uomini?
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Io vedo Satana che posa la testa, non inamabile, sul violino, e fa andare l’archetto. Una femmina molto elegante gli sta avviticchiata d’attorno. Egli suona, e fa andare questa gran danza frenetica di questioni sociali, economiche, di urti di classi, di razze, di affermazioni, di negazioni, di diritti, di conquiste. Esistono queste cose? Certamente gli uomini danzano.
Io non ho visto le danze moderne, che dicono essere un po’ scomposte; ma ho assistito a qualche caso di chorea major, detta anche chorea ritmica, ma dal popolo è chiamata ballo di San Vito: per esso gli infermi eseguiscono una serie di movimenti secondo un ordine costante e incoercibile, come se dentro avessero un apparecchio veramente infernale di orologeria. I muscoli guizzano. Lo spettacolo è tragico e buffo. Anche gli uomini più seri così mi sembrano infermi; e la frenesia è tanta che penso se non forse il cervello debba disciogliersi. Questa danza mi sembra, a volte, più che una vendetta di Satana contro Cristo, una vendetta a consolazione del pianto di Cristo.
Vorrei anch’io partecipare a questa danza allo scopo di prendere seriamente la vita; ma non ci riesco. E così passo il tempo a leggere questi vecchi libri.
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E perchè in questi ultimi tempi si è fatto un gran parlare di un rinnovamento del vecchio metodo di Brown-Sequard, che consiste nell’introdurre in un uomo, ammalato di atrofia di un organo, il principio di esso organo togliendolo da individuo sano, così mi è venuto in mente che questa cura è più antica di Brown-Sequard. È di Cristo, quando nell'ultima Cena prese il pane ed il calice e disse: Prendete e mangiate: questo è il mio corpo. Bevetene tutti, che questo è il mio sangue.
E a tale effetto egli dava la sua vita.
«Cosa dalla quale sempre l'ho sconsigliato — dice Satana — . Fallimento, la dottrina di Cristo! E ne è prova il fatto che l’espressione più comune su le labbra del popolo, anche evoluto e cosciente, è la bestemmia contro il sacrificio di Cristo. Ostia! Ostia! dice il popolo, con attributi che io, Satana, persona educata, mi guardo dal proferire».
«Perchè gli uomini non hanno vegliato e pregato, come avvertì Cristo», dissi io.
«E dici poco tu, vegliare e pregare?»
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E allora mi sovvenni del miracoloso messaggio di Cristo, cinquanta giorni dopo la sua morte, quando inviò le fiamme di luce sul capo degli apostoli, quasi a significare una sua ommissione; perchè quelle fiamme che cosa vogliono dire? lo spirito santo, la grazia: senza la quale l'uomo, posto in mezzo tra le margherite e i tartufi, abitualmente sceglie i tartufi.
Curioso effetto di tutti questi libri di teologia che mi circondano! Mi pare che i vecchi scienziati medievali non avessero torto quando davano tanta importanza alla questione se l'uomo è libero nella scelta tra le margherite e i tartufi.
Era, per così dire, la gran questione di quei tempi che noi chiamiamo barbari; mentre noi, che ci chiamiamo civili, ci occupiamo specialmente delle tariffe e delle paghe.