Il buon rimedio
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IL BUON RIMEDIO.
Una sera, Jancarou, dopo il lavoro, si senti febbricitante, non stava bene; aveva tutto il giorno zappato il suo giardino e lo sventurato s’era infreddolito. ’ Appena cenato si gettò sul letto, ma la dimane quando si svegliò col corpo gonfio e pieno di brividi, mandò subito a cercare un medico. Quando questi giunse dopo un momento, vide che c’era raffreddamento, prese una carta nel suo soprabito, vi passò vivamente la lingua sopra, la inumidì molto, la ruppe in due, e su uno dei due pezzi scrisse alcune parole. Dalle sue tasche prende una polvere e la stende su ciò che ha scritto. Poi vi soffia sopra, e presso il fuoco va a riscaldarsi. La moglie di Giovanni, intanto, d’accanto al fuoco, segue i suoi movimenti, ha un bel guardare, turturarsi lo spirito, di tutto ciò che ha visto non ha compreso nulla. Ma il medico che si dispone ad andar via, si volge verso di lei. Prendi questo, le dice, poi ascoltami. Se vuoi fare a Giovanni molto bene, ho scritto qui tutto ciò che ci vuole per guarirlo presto. Dunque sul suo petto, quando verrà la notte, dovrai applicarlo e in pochi giorni egli guarirà. Giannetta la sera, senza perdere un momento, s’avvicinò al letto e pian piano trasse la carta dal suo seno e la stese sul petto di Giovanni. Ma la dimani il malato è morto, e al medico che se ne meraviglia, la vedova, piangendo da far pietà, mostra la carta che gli aveva applicata.
Alfred Marpilhat
LOU BOU REMEDI.
Un ser, Jancarou, aprep soun traballi.
Se sentia feurous, se pourtava mal;
Avia, tout lou journ, bechat soun jarJi
H lou malurous s’era refredit.
Tà leu soun soupa se boutet al liet;
Mas, lou lendemà, can se revelhet,
Lou cor tout uflat e de freg transi,
Envoulhet charchar, viste, un medeci.
Can aquel d’ati, al bout d’un moumen.
Veguet que iavia refredissamen,
Preguet un papier dinz soun pardessus,
Passet vivameli la lengua dessus,
Forssa lou inoulhet, lou coupet en dous
E sus un daus pans boutet quaucus moutz.
De dinz soun gousset une poudra pren,
Sur so qu’a escrit nostre home l’esten:
Pueis sur tout aco se bota a bufar
E presella del fueg vai z’ou rechaufar.
La femna de Jan. penden aquel tems,
Del care del fueg seg sous mouvamens;
A bel l’agachar, se creusar l’esprit,
De tout so qu’a vist n’a brisa coumprit.
Mas lou medeci que vet d’achabar,
Vers eia d’un cop se torna virar:
Prens aco, sous dit, pueis escouta-me,
Si voles a Jan far belcop de be.
Ai bouta aqui tout so que li chal
Per viste guarir. Dounc sus soun parpalh,
Can vendra la nueg, z’òu i escampara
E dinz quaucus journs Pome guarirà.
Janeta, lou ser, sen perdre un moumen,
S’aprauma del liet, e tout doussamen,
Sauta lou papier de soun davantal
E de Jancarou garnit lou parpalh.
Mas lou lendemà, lou malaude es mort.
E al medeci que s’estouna fort,
La veuva, puran a n’en far pietat.
Mostra lou papier qu’ela avia boutat.
($.• D.“di Tulle).(Lemouzi).