Il Tesoro (Latini)/Libro II/Capitolo XXXV
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Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
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Capitolo XXXV.
Come il mondo è tondo, e li quattro elementi sono stabiliti.
A ciò fu natura bene provveduta1 quando ella fece il mondo tutto ritondo, che nulla cosa puote essere sì firmamente serrata in sè medesima siccome quella ch’è ritonda. La ragione perchè2: Guarda li maestri3 che fanno le botti e le tine, che non potrebbero in altra maniera formare nè giungere se non per ritondezza. Medesimamente quando l’uomo fa in una sua magione una volta o un4 ponte, si conviene che sia fermato5 per suo ritondo; e non per lungo nè per lato, nè in alcun’altra forma6.
Non è alcuna altra forma che potesse tante cose sostenere, nè comprendere, come quella che è ritonda. La ragione come: Ei non sarà già sì sottile maestro, che tanto si sapesse assottigliare, che sapesse fare un vasello lungo o quadro o di altra forma, ove si potesse metter tanto di vino, quanto in uno7 tondo. Dall’altra parte, non è niuna figura tanto apparecchiata a muoversi, nè a girare, come la ritonda. E conviene che il cielo8 ed il firmamento si muova e giri tuttavia; e se non fosse tondo9, converrebbe per10 forza che egli tornasse ad altro11 punto che al primo, onde si mosse in prima.
D’altra parte conviene per vera forza che il mondo sia tutto pieno dentro da sè, sì che l’una cosa sostegna l’altra; chè senza sostegnimento non potrebbe stare niente. E se ciò fosse che ’l mondo avesse forma lunga o quadra; non potrebbe essere tutto pieno, anzi gli converrebbe essere voto in alcuna parte12, e ciò non potrebbe essere.
Per queste ragioni e per molte altre altresì, come per propria necessità, conviene che ’l mondo sia tondo13, e che tutte cose che sono rinchiuse dentro da lui, vi fossero messe e istabilite ritondamente; e fosse in tal maniera, che l’una cosa intorniasse l’altra, e la rinchiudesse dentro da sè sì egualmente e sì a diritto, che non toccasse più da una parte che dall’altra. E così è egli dirittamente14. E perciò potete voi intendere che la terra è tutta ritonda. E altresì sono gli altri elementi che si tengono insieme in questa maniera. Chè quando una cosa è rinchiusa e intorniata dentro dell’altra, conviene che quella che racchiude tenga quella rinchiusa; e conviene che quella ch’è rinchiusa sostegna quella che la rinchiude.
La ragione come: Se il bianco dell’uovo che aggira il tuorlo non tenesse e non lo rinchiudesse dentro da sè, egli cadrebbe in sul guscio, e se ’l tuorlo non sostenesse l’albume, certo egli cadrebbe nel fondo dell’uovo. E perciò conviene in tutte cose, che quello ch’è più duro e più grave, sostegna tutti gli altri, e sia nel mezzo di tutti: però che come la cosa è di più salda e dura sostanza, tanto può meglio sostenere le altre cose che sono d’intorno da lei. E com’ella è più grave15, tanto si conviene che la si tragga nel mezzo, o nel fondo dell’altre che intorno di lei sono; cioè in tal luogo ch’ella non potesse più montare, nè più scendere, nè andare nè qua ne là. E questa è la ragione perchè la terra, ch’è il più grave16 elemento e la più salda sustanza, è assisa nel miluogo di tutti i cerchi e di tutti i torniamenti, cioè al17 fondo de’ cieli e degli elementi. E perciò che l’acqua è il più grave elemento18 secondo la terra; sì e assisa in su la terra, ove ella si sostiene. Ma l’aria intornia e rinchiude tutt’intorno19 la terra in tal maniera, con l’acqua insieme, che nè l’acqua nè la terra si possono muovere del luogo, ove natura gli ha stabiliti.
Intorno a quest’aria, che rinchiude la terra e l’acqua, è assiso il quarto elemento, cioè il fuoco, ch’è sopra tutti gli altri.
Dunque potete voi intendere20 che la terra è nel più basso luogo di tutti gli altri elementi, cioè nel miluogo del firmamento. E di sopra il fuoco si è il primo elemento, che Aristotile dice, ch’è appellato orbis, che inchiude tutte le altre cose21. E alla verità dire, la terra è come la punta d’uno compasso, che sempre stà nel mezzo del suo cerchio, sicchè non si dilunga più d’una parte che dall’altra. E perciò è ella necessaria cosa che la terra sia ritonda: che se la fosse di altra forma, ella sarebbe più presso al cielo e al firmamento dall’un luogo che dall’altro. E ciò non puote essere; chè se fosse cosa possibile che l’uomo potesse cavare la terra, e fare un pozzo che andasse dall’uno lato della terra all’altro22, e per questo pozzo gittasse poi l’uomo una grandissima pietra o altra cosa grave; io dico che quella pietra non andrebbe oltre, anzi si terrebbe nel mezzo della terra, cioè nel punto del compasso della terra, sicchè non andrebbe nè innanzi nè indietro, perciò che l’aria che intornia la terra intrerebbe nel pozzo da una parte e dall’altra, e non soffererebbe che andasse oltre lo miluogo, nè ch’ella ritornasse indietro; se non forse un poco per forza del cadere, ma incontanente si ritornerebbe al suo miluogo, altresì come una pietra, se fosse gittata inverso l’aria insuso, si ritornerebbe ingiuso verso la terra23. E dall’altra parte tutte le cose si traggono e vanno tuttavia al più basso. E la più bassa cosa e la più profonda che sia nel mondo si è il punto della terra, cioè il mezzo dentro, ch’è appellato abisso24. Tanto quanto la cosa è più pesante, tanto si trae più verso l’abisso. E perciò avviene egli che quanto l’uomo più cava la terra dentro, tanto la trova più grave e più pesante.
È ancora un’altra ragione, perchè25 la terra è tonda; chè se non avesse in sulla faccia della terra niuno impacciamento, sicchè un uomo potesse andare per tutto, certo egli andrebbe dirittamente intorno alla terra, tanto che tornerebbe al luogo medesimo ond’egli fu partito. E se due uomini d’uno luogo ad una ora si movessero, e andasse l’uno tanto quanto l’altro26, e l’uno andasse verso levante e l’altro verso ponente, e andasse dirittamente l’uno a rincontro l’altro27; certo eglino si riscontrarebbero dall’altra parte della terra per mezzo quel luogo onde fossero mossi. E se pure andassero oltra, elli tornerebbero a quel luogo onde si partirono28.
Note
- ↑ Il t porveanz.
- ↑ Il t Raison comment. La differenza fra la ragione come, e la ragione perchè, non è cosa da pigliare a gabbo.
- ↑ Il t carpentiers.
- ↑ Le stampe leggono senza senso: medesimamente una volta quando l’uomo fa in una sua magione un ponte. Corretto col t neis une volte, quant on la fait en une maison, ou un pont.
- ↑ Corretto formato in fermato col t convient que il soit fermez.
- ↑ Nè in alcuna forma ecc. nelle stampe è congiunto col periodo precedente, con pregiudizio del diritto senso. Corretto col t d’autre parte, il n’est nule autre etc.
- ↑ Il t tonel reond.
- ↑ Aggiunto ed il firmamento, col t li ciels et li firmamens.
- ↑ Il t aggiunge quant il se tornoie.
- ↑ Il maestro per accrescere forza al ragionamento, scrisse conviendroit à fine force.
- ↑ Aggiunto punto, essenziale al ragionamento, col t autre point.
- ↑ Manca troppo alla dimostrazione, se manca et ce ne porroit pas estre, del t aggiunto ora.
- ↑ Il t que li orbis oit forme et figure toute reonde.
- ↑ E così è egli dirittamente, è glossa di Bono.
- ↑ Il t plus griez, et plus pesanz.
- ↑ Corretto grande, in grave, col buon senso, e col t li plus griez element.
- ↑ Corretto il in al col t ou fons. Due mss. del Chabaille aggiungono: Et ce poès veoir en la figure qui est desus ces chapitl. La figura è appunto, come le altre appresso, riprodotta in questa edizione.
- ↑ Il t Aprés la terre. Il Sorio postilla: Notabile è questo uso di secondo, per dopo, appresso, preposizione. Nel suo Trattato della sfera di Ser Brunetto Latini (Milano, Bonardi-Pogliano 1858) aggiunge: Simile, G. V. 7 36. Negli anni di Cristo 1300 secondo la nativitate di Cristo: E Miseria umana, III: Dopo santa Maria ama più gli agnoli, perchè secondo lei sono più amati da Dio.
- ↑ Aggiunto intorno col t environe et enclut l’aigue et la terre tout entor.
- ↑ Il t reoir.
- ↑ Il t au milieu dou firmament, et dou quint element qui est apelez orbis, qui enclost toutes choses.
- ↑ Che andasse dall’un lato della terra all’altro, manca al t; ma è in una variante del Chabaille.
- ↑ Si ritornerebbe ingiuso verso la terra, altra giunta di Bono.
- ↑ Manca al Volgarizzamento là où enfers est assis.
- ↑ Il t por quoi il apert. Corretto E, in È.
- ↑ E andasse l’uno tanto quanto l’altro, manca al t.
- ↑ E andassero dirittamente l’uno a rincontro dell’altro, manca al t.
- ↑ E se pure andassero oltra etc. terza giunta di Bono al t.