Il Tesoro (Latini)/Libro II/Capitolo XXXIV

Capitolo XXXIV. Del quinto elemento

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Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo XXXIV. Del quinto elemento
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Capitolo XXXIV


Del quinto elemento.


Il conto ha divisato qua a dietro della natura delli quattro elementi, ciò è1 del fuoco, e dell’aere, e dell’acqua, e della terra. Ma Aristotile lo grande filosofo disse, che egli è un altro elemento fuori di questi quattro, che non ha in se punto di natura nè2 di complessione, come hanno gli altri, anzi è sì nobile e sì gentile3, che non puote essere mosso nè corrotto come gli altri elementi. E però disse egli, che se natura avesse formato il suo corpo di quello elemento4, e’ si terrebbe sicuro dalla5 morte, però che non potrebbe mai morire in nulla maniera. [p. 308 modifica]

Questo elemento si è appellato orbis, cioè, un cielo ritondo, il quale circonda e rinchiude intra sè tutti gli altri elementi e tutte le altre cose che sono, fuori della divinitade; è altresì6 al mondo, com’è il guscio dell’uovo, che inchiude e serra ciò che v’ha7 dentro. E perciò ch’egli è tutto tondo; si conviene per diritta forza8 che la terra e la forma del mondo sia ritonda.

Note

  1. Corretto e in ciò è col t ce est. Il contesto lo richiede.
  2. Il dopo natura, manca al t: n’a poit de nature de complexion as autres. È meglio espresso.
  3. Sì gentile, regalo di Bono al miracoloso quinto elemento.
  4. Mutato che (forse era scritto, ch’e’) in e’, secondo, il t que il se tendroit asseur de la mort.
  5. Corretto de la in dalla perchè sicuro della morte vuol dire tutto a rivescio, di quello che qui si dee dire. Così il Sorio.
  6. Corretto il, in al, col t dou monde.
  7. Corretto va, in v’ha, col buon senso e col t ce qui est dedanz.
  8. Il t à fine force. Come qui il maestro ha la diritta forza, in fine del capitolo precedente ha la diritta via, che fu già smarrita dal suo immortale discepolo.