I boccali di Montelupo/Descrizioni delle figure meno antiche

Descrizioni delle figure meno antiche

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Descrizioni delle figure meno antiche
Descrizione delle figura Nota dei motti

[p. 130 modifica]Il che dette lungo certamente al proverbio, “Chi troppo tira la corda si strappa”.

17. Nel vigesimo settimo scorgesi un uomo di capo mezzo tondo prostrato avanti una piccola ara, ove sono dei simulacri di Giove, e di Idoli, ma avendo le mani avvolte dentro il mantello, mentre scorre per aria un fulmine, che dividesi in due urtando nella soffitta, e ne fa cadere sopra colui una porzione.

Con ciò si vuol far comprendere, che le preghiere del malvagio, e poco religioso, che ricorre agli Dei nei perigli, non sono attese.

28. Vedesi nel vigesimo ottavo un vecchio nudo alato in aria con falce in mano, rappresentante il tempo, quale alza il velo, che ricuopre una femmina nuda sedente in terra sopra un sasso quadro, che ha sopra il petto un’immagine piccola del sole raggiante e di faccia ad essa evvi una figura di donna grossa, ma di corte gambe col capo coperto di lunghe penne, tutta [p. 131 modifica]inviluppata in un mantello sudicio, in atto di fuggire cuoprendosi gli occhi con una mano.

Pare qui che il tempo scuopra, come segue spesso, la verità, e che l’ultima figura sia la vil menzogna. che fugge, non potendo sopportare la splendente vista di quella.

19. Nel vigesimo nono vedesi un uomo di capo quadro sedente presso un tavolino, con varie carte sopra di quello, ed avente una penna in una mano, e sostenendosi con l’altra mano la fronte mostrando di applicare, e sopra un lato del tavolino scorgesi una piccola immagine della verità, volta verso di esso in atto di togliersi il velo, che la ricuopre, e di additargli con l’altra mano, verso di una terrazza, un piccolo tempio splendente in cima ed un monte che scorgesi in molta lontananza.

E ciò è chiaro, che dimostra, come all’uomo studioso da se stessa manifestasi la verità, che con le reiterate apparizioni lo guida poi alla sapienza.

Gli altri tredici Boccali sono più, o meno [p. 132 modifica]guasti nella superficie, specialmente ove esistono delle figure, in maniera chè non posson queste del tutto distinguersi; e mancandovi anche una sola porzione, trovo difficile di bene interpetrarne il significato; onde ne lascio ad altri la cura.

Descrizione delle Figure dipinte sopra i Boccali meno antichi, e loro spiegazione.

Nei due scaffali laterali di questa stanza, alquanto più corti di quello di faccia, sonovi quasi pieni tre palchetti per clascheduno, e contengono intatti settantasette Boccalt, ventidue dei quali grandi presso a poco come i precedenti, e cinquantasette di mediocre varia grandezza. Tutti questi son meno antichi dei già descritti, e li ho perciò separati da quelli. Ve ne son diversi fatti in guisa simile agli antichi, ma ben conoscesi, che non sono a quelli contemporanei, essendo alquanto più rozzi, e di colori meno vivaci. La maggior parte poi di questi son con motti in caratteri [p. 133 modifica]etruschi, gotici, e toscani in luogo di figure; e tutti questi motti son con abbreviature scabrose ad intendersi, singolarmente nei caratteri piccoli sopra i Boccali men grandi.

Io ho posti uniti prima degli altri quelli che hanno dalle figure, che son ventinove, sebbene si conosca essere spettanti a diverse epoche; ed ho collocati in seguito quelli con delle iscrizioni, per ordine di tempo, essendovene sei con caratteri etruschi, che non intendo, sedici in caratteri gotici, che dieci pochissimo intelligibili, e tutti gli altri con caratteri toscani, e questi sono i più recenti, e per la maggior parte da me stesso acquistati.

Convien credere però, che molti più fossero i Boccali, che aveva messi insieme il Medico viaggiatore, tanto degli etruschi antichi, che di quelli fatti nella di lui epoca, e poco avanti, poichè molti, e molti erano i rottami che si trovarono, e quei pochi Boccali, che potei io estrarre quasi intieri, non furono alquanto preservati, [p. 134 modifica]che in grazia dei legnami, che quantunque allora laceri, conoscevasi bene che gli erano serviti di qualche difesa.

Ma dei ventinove Boccati, che sono nel due scaffali con figure, come ho detto, di soli diciannove ne ho potuto interpetrare il significato, avendo dieci di essi delle cancellature tali nalle figure da non potersene ben discernere le forme, o i soliti segnali, e ciò perchè questi, sebben non sian di quelli disotterrati, ma di quelli favoritimi da varie particolari persone, erano stati nelle case, e soffitte loro poco ben conservati. Ed ecco ciò, cbe gli altri diciannove rappresentano.

1. Vedesi nel primo un uomo di capo tondo, e mantello corto, e una mano sotto di quello, che con l’altra percuota con un bastone altro uomo di capo mezzo tondo, quale sta in atto di ripararsi il capo, e fuggire; e da un lato vi è un ragazzo di capo tondo, simile in tutto alla prima figura, che tira dei pugni ed altro ragazzo piegato a terra. [p. 135 modifica]Il ragazzo primo sembra figlio dell’uomo che percuote l’altro; il che spiega che i giovinetti seguon facilmente l’esempio, che danno loro i genitori, e ne contraggono simili inclinazioni, essendo da ciò apparentemente nato il proverbio fra i latini “qualis pater, talis filius” Onde devono i genitori aver cura di dar buoni esempi ai figli, ed occultar loro al possibile le improprie azioni.

2. Nel secondo vedonsi varie pecore pascolando da on lato, ed un ragazzo alquanto discosto, che sembra esserne guardiano, avente una pelle di pecora sopra il dorso, e stando piegato a terra anche con le mani; e dietro di esso evvi un lupo in atto di assalire quella finta pecora.

Pare che con ciò volesse dimostrarsi, che í giuochi puerili, non regolati con circospezione, portano facilmente a delle funeste conseguenze. E di qui nacque certamente il proverbio, che " Chi pecora si fa, il lupo se la mangia.»

3. Evvi nel terzo una mula molto bella,


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[p. 136 modifica]con un grosso carico sopra la schiena, non ostante il quale sta per morder la manu ad un uomo di capo mezzo tondo, che la conduce, e per tirare un calcio ad altro uomo simile, che le va dietro.

Ciò significa, che con le buone qualità ve ne son sempre unite delle cattive, tanto negli animali, che disgraziatamente anche nella specie umana; e ciò fece nascere il proverbio “Buona mula, cattiva bestia”.

4. Apparisce nel quarto un uomo di capo mezzo tondo, con una mano sotto il mantello corto, che riunisce con l’altra mano sopra una tavola le moneta, che versagli di contro un diavolo da un sacco, che tiene sopra una spalla; e dietro a tal uomo vedesi altro ammasso simile di monete, rotte, e consunte, che cadongli dall’ano.

Intendesi con ciò, che la roba di cattivo acquisto non fa profitto; onde nacque da questo il pensiero consimile del proverbio, che dice “Quel che viene per la schiena del diavolo, se ne va per la via del ventre”. [p. 137 modifica]5. Nel quinto vedesi una lepre morta presso una rupe, ed a qualche distanza due grossi cani, che si stramazzana, mordendosi, mentre da una tana nella rupe sorte una volpe, in atto di prendere furtivamente la lepre.

Da ciò rilevasi, cbe le dissensioni tra í socj recano danno all’interesse comune, e vantaggio agli estranei; e di qui venne altresi il proverbio,, “Fra due litiganti il terzo gode”.

6. Nel sesto evvi un uomo di capo tondo, con mantello lungo aperto, stando in piedi avanti ad una tavola piena di vivande,e portando con una mano della roba alla bocca, mentre con l’altra regge il suo grosso corpo, che sembra dargli incomodo, vedendosi in fatti aprire lateralmente, e incominciare a gettar fuori del cibo non digerito.

Questo spiega che l’intemperanza porta seco la pena a chi la pratica: e ciò dette origine al proverbio “chi troppo mangia scoppia”. [p. 138 modifica]7. E’ nel settimo dipiato un uomo di capo mezzo quadro, dalla di cui bocca escono molte parole disposte in tre fila a guisa di nastri, e avanti ad esso vi è altro ucma di capo mezzo quadro, che gli da un cappello di capo tondo, mentre altr’uomo di capo tondo, posto dietro, sta per tirargii un colpo di bastone. Ciò significa, che i gran parlatori incontrano spesso la taccia d’ignoranti, e corron pericolo anche di farsi percuotere.

8. Si vede nell’ottavo una donna, che manda molte parole dalla bocca, in atto di fuggire da un uomo, che ha sopra una sedia il suo cappello tondo, sembrando di lal marito, quale la rincorre con un bastone in aria, avendo essa uno dei fili delle parole, che sortono dalla di lei bocca, prolungato dietro Il di lei capo.

E’ chiaro come con ciò dimostrasi, che la moglie garrula, e poco rispettosa verso il marito, da esso giustamente punita. [p. 139 modifica]9. Rappresentasi nel nono un guerriero, col cappello mezzo quadro, con pennacchio, e la sua lancia rotta in terra, prostrato con un ginocchio, in atto di chieder la vita, avanti altro guerriero in piedi, con cappello quadro, e pennacchio, quale sta in atto di gettar via la sua lancia, ed alzare il vinto per abbracciarlo.

Si vuole con ciò fare intendere, che il saggio è sempre pronto a perdonare, come devesi, generosamente agl’inimici.

10. Nel decimo si osserva un uomo di capo mezzo quadro, con pennacchio, e gran mantello, che discorre con una giovine avvenente, e con una mano discaccia la figura del tempo, che gli sta a lato mostrandogli un piccolo idolo; e più oltre vedesi come in lontananza la stessa figura prima, giacente in terra, appoggiata ad un gomito, col cappello a lato, che con l’altra mano vuol ritenere il tempo, che fugge in aria, essendovi dall’altra parte la morte, che sta per recidergli il capo con la falce.


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[p. 140 modifica]138 Tutto questo fa ben comprendere, come l'nomo dedito ai mondani passatempi, od Immemore degli dei quando ne ha il tempo, allorché vorrebbe rivolgersi ad essi, non ne ha più il tempo, ad è sorpreso dalla morte. E ciò fece nascere il proverbio “Chi ha tempo, non aspetti tempo”; massima aurea, che dovrebbe considerarsi come sacrosanta, onde osservarla sempre esattamente, essendone utilissima la pratica, anche nelle cose del più piccolo oggetto.

Gli altri nove Boccali, formanti una piccola serie, son tutti relativi al corso della vita umana, che rappresentano in nove epoche di dieci anni l'una, denotando le occnpazioni, che sono, o soglion esser proprie dell' uomo onesto in ciascuna di esse, ed alle quali può ognuno dedicarsi compatibilmente con le sue circostanze; e sono

1. Nel primo si vede un fanciullo, che conduce un piccolo cavallo di legno sopra le ruote, ed ha in mano un piccolo compasso di legno, ed un assicina circolare, ove vedonsi dei numeri posti in giro ma movibili; e [p. 141 modifica]presso di esso evvi una piccola ara con vari piccoli oggetti di religione.. Si vuole con ciò additare, che conviene infonder per tempo nei giovinetti, con li stessi oggetti di spasso, l’amor della religione, il genio all’applicazione, ed il coraggio.

2. Nel secondo vi è un giovine con cappello mezzo quadro, sedente ad un tavolino con la fronte appoggiata ad un braccio in atto di applicare, vedendosi sopra il tavolino un calamajo, delle carte, e varj libri, ed un cappello quadro affisso al muro in alto dietro di esso.

In questa età comincia il giovine a studiare più di proposito, per porsi in grado di arrivar poi ad acquistare il distintivo della sapienza.

3. Si vede nel terzo lo stesso giovine sedente presso una tavola, col suo cappello quadro sopra di essa, ove sono anche molte [p. 142 modifica]carte, e libri, e avanti di esso è un uomo di capo quadro, e mantello lungo, con del fogli in mano, ed altro uomo col cappello tondo in mano, che sembrano trattar col primo di affari, ed alla porta aperta sonovi altri uomini con cappelli varj, che attendono di potersi introdurre.

Fra i venti, e i trent’anni, avendo il giovine acquistato un competente grado di scieuza si dedica al pubblico servizio in una, o in un altra professione.

4. Nei quarto comparisce la figura dello stesso uomo col suo cappello quadro entro un cocchio, con una giovine sposa accanto, ed un bambino sopra le ginocchia di essą.

Fra i trenta, ei quaranta anni, comprendesi, che essendosi l’uomo onesto conjugato, gustą le delizie del matrimonio.

5. Vedesi nel quinto la figura dello stesso uomo, con tre piccoli figli intorno, che al più grande, avente un libro in mane, [p. 143 modifica]sembra insegnar leggere, ed agli altri due, che si divertono con gli oggetti posti nel primo di questi Boccali, addita una piccola ara vicina.

Dai quaranta ai cinquanta anni occupasi uomo saggio dell’educazione dei propri figli, cominciando ad infondergli quei medesimi sentimenti di religione, e amore alle scienze, che nutri esso nella sua fanciullezza.

6. Ne sesto vi è lo stesso uomo, avante altro uomo di capo quadro, con gran pennacchio, e gran mantello, che pone sopra il di lui cappello un pennacchio più piccolo, e da un lato vedonsi altri due uomini, con cappello quadro in mano, in atto di ossequiare il primo.

Scorgesi qui, che l’uomo saggio nella sesta epoca di sua vita, per i servigi resi al pubblico, e per le sue pratiche virtuose, ha conseguito, e gode degli onori lodevolmente compartitigli.