I boccali di Montelupo/Nota dei motti

Nota dei motti

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Descrizioni delle figure meno antiche Lettere e frammenti di lettere

[p. 144 modifica]7. Nel settimo vedesi lo stesso personaggio in aperta campagna, che addita a due giovini di capo quadro, che ha ai fianchi, vari uomini di capo tondo, che lavorano in lontananza a scavar delle fosse, ed a porre delle piante.

Dai sessanta ai settanta anni occupasi l’uomo saggio più particolarmente dello stato, che deve lasciare ai figli, e mostra loro le nuove coltivazioni, che ha fatto eseguire.

8. Osservasi nell’ottavo lo stesso individuo senza mantello, sedente presso una tavola, sopra la quale è il suo cappello quadro con pennacchio; e avanti ad esso vi è un vecchio, con cappello mezzo quadro in mano, che gli presenta alcune carte, sembraudo chiederli il suo sentimento; e dietro a questi evvi una femmina piangente, che da dei fogli ad un giovine con cappello mezzoquadro, e mantello lungo, che la sostiene per un braccio.

Questa sembra l'età dei consigli, mentre non essendo il saggio piu in attività di [p. 145 modifica]servizio per la sua grave età, si compiace di somministrar lumi, e pareri a chi a lui ricorre.

g. Nel nono finalmente apparisce lo stesso individuo, sedente in una parte di giardino sopra una sedia a bracciali, con una mazza a lato, e fra le ginocchia un bambino, che ha in mano il di lui cappello con pennacchio, cui vorrebbe toglierlo altro bambino più grande; e avanti ad esso vedesi una giovine di nobile portamento, che gli presenta una patera, e mostra gridare il fanciullo maggiore.

Gode più tranquillamente il saggio in questa età del riposo, che il giusto Dio per le sue virtù gli concede, vedendosi scherzare attorno i graziosi nipoti, e ricevendo dalle mani dell’affettuosa nuora dolce ristoro. [p. 146 modifica]

NOTA DEI MOTTI DEI BOCCALI

CON ISCRIZIONI.


Dei Motti poi dei quarantotto Boccali con Iscrizioni, che ho finora raccolti, essendovene sedici, come ho detto, di cui non ho potuto intendere tutte le parole per esser corrose, o guaste, ecco le genuine espressioni dei rimanenti trentadue; espressioni, nelle quali non ho riguardo ad alcuni fatto che una semplice trasposizione di parole, per renderne alquanto sonora la cadenza.

1. Pria di far veruna azione Si consulti la ragione.

3. Chi affronta il periglio Soggiace al periglio.

5. Chi può far bene all’ingrato E’ qual nume in terra nato.

4. Degli uomini le azioni Ne disvelan le condizioni.

6. Molte dovizie, molte amicizie, Beni consunti, amici punti. [p. 147 modifica]Da questo detto prese forse Ovidio il pensiero del suo Tempore felici multi numerantur amici. ec.

6. Chi è nato fortunato Non importa che sia avvocato.

7. Chi presta all’amico Lo cangia in nemico.

Qui bisogna però intendere degli amici volgari, o impropriamente detti, non mai dei veri, onesti, a virtuosi amici.

8. Non vi è uom, che nel suo petto Non asconda alcun difetto.

Da questo sembra che desumesse Orazio Il suo pensiero, saviamente ampliato, allorchè disse - Vitiis nemo sine nascitur, optimus ille qui minimis urgetur.

9. Chi conosce il suo vizio, e non lo svelle, Mostra di bestia avere anima, e pelle.

10. Raffrenare il desiderio E’ dover d’uom, che ha criterio.

11. Ogni azione franco ometta Chi dubbioso è se sia retta.


13
[p. 148 modifica]Massima ottima, promulgata anche dal gran legislatore della Persia Zoroastro, allorchè disse Quando tu non sai, se un azione è buona, o cattiva, lascia di farla. Massima, di cui non può giammai abbastanza raccomandarsi di farsene uso continuo, ed esatto.

12. Chi molesta il can che giace, Se ne è morso, il soffra in pace.

Utile avvertimento, onde evitare le provocazioni anche giocose, e qualunque incitamento a promuovere dei successi, di cui possa poi aversi rincrescimento.

13. A chi giura facilmente Non si presti fede niente.

14. Chi ti fa insolita festa Fine ostile ha per la testa.

15. Impara un arte, E mettila da parte.

Precetto imposto dalla prudenza alle persone facoltose, onde porlo, e farlo porre in pratica ai figli, ai quali le umane vicende [p. 149 modifica]potrebbero un giorno rendere salutare la scienza anche di un arte; molto più che può produrre lo stesso effetto qualunque arte liberale, comoda, e decente.

16. Circa al tempo, e a signoria Non ti dar malinconia.

17. Chi vuol vivere, e star bene Prenda il mondo come viene.

18. Parla schietto coll’amico, Ma insiem tienlo per nemico.

Avvertimento molto necessario, poichè può accadere, specialmente fra gli amici di convenlenza, che l’amico ti divenga per qualche sinistro evento nemico, e ti faccia pentire dei discorsi fattigli gli con poca circospezione, e con troppa effusione di cuore,

19. Batti il ferro allorchè è caldo, Se al piegar vuoi che stia saldo.

Utilissima regola onde procurarsi l’ultimazione sollecita di ogni affare, tostochè intrapresane la trattativa, altrimenti