I Salmi di David (Diodati)/SALMO CV
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SALMO CV.
1 A Dio date l’onor di lodi chiare,
Del suo gran Nome celebrate i pregi,
E fra le genti de’ suo’ fatti egregi,
Fate alto l’immortal grido volare.
Sacrigli ognun solenni canti e suoni,
E de l’eccelse sue prove ragioni.
2 Nel suo Nome divin lieti gioite:
Faccian coloro giubilante festa,
C’hanno la mente a ricercarlo desta.
Ora v’ergete al ciel, alme gradite,
Il Signor a cercar e sua potenza,
E procacciate ognor la sua presenza.
3 Fate le rare meraviglie conte,
Ch’egli oprò già, con segni e con prodigi:
E con quai leggi temprò i suo’ servigi
Di sua bocca, ciascun spieghi e racconte.
Schiatta d’Abram, suo servidor diletto,
O voi del buon Iacob il seme eletto.
4 Egli è il Signor, il nostro vero Dio,
Rettor del mondo, ch’egli sol governa,
Per la norma di sua Legge superna:
Nè ’l sacro patto mai mette in oblío:
Che ’n mille etadi ha la memoria viva
De la giurata sua parola diva.
5 Di quel che con Abram patto contrasse,
Pel qual ad Isaac fermò la fede,
E nuove sicuranze a Iacob diede,
Che ’n eterno giammai non saran casse:
Dicendo: I’ ti darò l’ampie contrade
Di Canaan per propia ereditade.
6 Quantunque pochi fossero e stranieri,
Spesso mutando nuove genti e regni,
Ei gli scampò da tutti i strazi indegni,
E per lor gastigò de’ regi alteri.
Nissun su gli unti miei metta la mano,
Disse, o’ profeti miei prema inumano.
7 Quindi appellò la fame nel paese,
Ed il ristoro annichilò del pane.
Ma innanzi a’ suoi, da region lontane,
Mandò Iosef, proveditor cortese,
In Egitto, ove fu schiavo venduto,
E ne’ ferri in prigion dira tenuto.
8 L’arcana del Signor fissa sentenza,
A questo lo provò duro cimento;
Infin ch’ebber le cose compimento,
Predette già da l’alta provedenza.
A liberarlo allor mandò repente
Di genti il re dominator potente.
9 Sopra la reggia sua gli diè balía,
E nel civil governo maggioranza,
Dovunque s’estendea la sua possanza:
Anche su’ prenzi piena rettoría,
Per ritenergli nel dover a cenno,
E ’l Senato guidar con l’alto senno.
10 Poi si ridusse Israel in Egitto,
Ed in quelle di Cam contrade fiere
Per lungo tempo abitò forestiere:
U’ benchè fosse duramente afflitto,
In numero e poter da Dio cresciuto,
Contr’a’ nemici suoi fu sostenuto.
11 Esso voltò de’ loro albergatori
Le menti, a machinar offese e danni
A’ servi suoi con arti e con inganni.
Fin, che per raffrenar i lor furori,
Mosè fu loro dal Signor mandato,
Insieme con Aron da lui sagrato.
12 Quelli, fra loro, opre meravigliose,
Nel Nome suo per sua virtute fero,
E prodigi di Cam nel regno altero.
Nebbie ei mandò spesse e caliginose,
Che d’atra notte il ciel intenebraro,
Nè quegli i detti suoi mai trapassaro.
13 In un tratto lor fonti e stagni e rivi,
Fe’ divenir abominevol sangue:
Ond’il pesce morì fetente esangue:
E perchè furo d’obbedirgli schivi,
Rane da terra fece scaturire,
E fin entro l’ostel real salire.
14 Surser dipoi, dal suo parlar create,
Zanzare e mosche e vespe senza fine,
Sozzi pidocchi in ogni lor confine.
Fur le lor piogge in grandine mutate,
In strali ardenti ed in sulfurei fochi,
Sparsi del lor paese in tutti i lochi.
15 I lor fichi percosse e le lor viti:
E fracassò, con l’orride tempeste,
Piante ne’ campi ed alberi in foreste.
Disse, e comparver nugoli infiniti
Di grilli e di locuste; e fu distrutto
Del fecondo terren l’erbaggio e ’l frutto.
16 L’angelo guastator mandò fra loro,
Che sterminò de’ primi parti il fiore,
Nato da’ padri in giovenil vigore.
Ed Israel, d’argento carco e d’oro,
Fuor di quell’aspra servitude trasse;
Nè fra lor fu chi fiacco vacillasse.
17 Di lor partita fer gli Egizii festa,
Pieni d’orrori e trepidi spaventi,
De le piaghe sofferte e de’ tormenti,
Per quella gente a lor gravosa e ’nfesta.
Poi Dio la nube per coverta stese
Di giorno a’ suoi, di notte un fuoco accese.
18 Egli a l’ingorde lor perverse brame,
Fece venir di quaglie un stormo a volo:
E coperse dal ciel di manna il suolo,
Onde appagò la lor rabbiosa fame.
Schiantò ’l macigno e ne scoppiar torrenti,
Per l’arene di quegli ermi correnti.
19 Perch’ei servò in fida memoria e viva,
La grazia al servo suo Abram concessa,
E la già fatta a lui sacra promessa.
E così, in trionfal gioia festiva,
Guidò sua gente sotto a’ segni santi,
Da’ suo’ seguito eletti giubilanti.
20 De l’esecrande nazion ribelle
Loro donò le terre e sedi antiche:
E fe’ goder di lor opre e fatiche
Perchè abitando in quelle piagge belle,
Fosser ognor ad osservar intenti,
L’alme sue leggi e divi mandamenti.