Sacrigli ognun solenni canti e suoni,
E de l’eccelse sue prove ragioni. 2 Nel suo Nome divin lieti gioite:
Faccian coloro giubilante festa,
C’hanno la mente a ricercarlo desta.
Ora v’ergete al ciel, alme gradite,
Il Signor a cercar e sua potenza,
E procacciate ognor la sua presenza. 3 Fate le rare meraviglie conte,
Ch’egli oprò già, con segni e con prodigi:
E con quai leggi temprò i suo’ servigi
Di sua bocca, ciascun spieghi e racconte.
Schiatta d’Abram, suo servidor diletto,
O voi del buon Iacob il seme eletto. 4 Egli è il Signor, il nostro vero Dio,
Rettor del mondo, ch’egli sol governa,
Per la norma di sua Legge superna:
Nè ’l sacro patto mai mette in oblío:
Che ’n mille etadi ha la memoria viva
De la giurata sua parola diva. 5 Di quel che con Abram patto contrasse,
Pel qual ad Isaac fermò la fede,
E nuove sicuranze a Iacob diede,
Che ’n eterno giammai non saran casse:
Dicendo: I’ ti darò l’ampie contrade
Di Canaan per propia ereditade. 6 Quantunque pochi fossero e stranieri,
Spesso mutando nuove genti e regni,
Ei gli scampò da tutti i strazi indegni,
E per lor gastigò de’ regi alteri.
Nissun su gli unti miei metta la mano,
Disse, o’ profeti miei prema inumano. 7 Quindi appellò la fame nel paese,
Ed il ristoro annichilò del pane.
Ma innanzi a’ suoi, da region lontane,
Mandò Iosef, proveditor cortese,