Rane da terra fece scaturire,
E fin entro l’ostel real salire. 14 Surser dipoi, dal suo parlar create,
Zanzare e mosche e vespe senza fine,
Sozzi pidocchi in ogni lor confine.
Fur le lor piogge in grandine mutate,
In strali ardenti ed in sulfurei fochi,
Sparsi del lor paese in tutti i lochi. 15 I lor fichi percosse e le lor viti:
E fracassò, con l’orride tempeste,
Piante ne’ campi ed alberi in foreste.
Disse, e comparver nugoli infiniti
Di grilli e di locuste; e fu distrutto
Del fecondo terren l’erbaggio e ’l frutto. 16 L’angelo guastator mandò fra loro,
Che sterminò de’ primi parti il fiore,
Nato da’ padri in giovenil vigore.
Ed Israel, d’argento carco e d’oro,
Fuor di quell’aspra servitude trasse;
Nè fra lor fu chi fiacco vacillasse. 17 Di lor partita fer gli Egizii festa,
Pieni d’orrori e trepidi spaventi,
De le piaghe sofferte e de’ tormenti,
Per quella gente a lor gravosa e ’nfesta.
Poi Dio la nube per coverta stese
Di giorno a’ suoi, di notte un fuoco accese. 18 Egli a l’ingorde lor perverse brame,
Fece venir di quaglie un stormo a volo:
E coperse dal ciel di manna il suolo,
Onde appagò la lor rabbiosa fame.
Schiantò ’l macigno e ne scoppiar torrenti,
Per l’arene di quegli ermi correnti. 19 Perch’ei servò in fida memoria e viva,
La grazia al servo suo Abram concessa,
E la già fatta a lui sacra promessa.
E così, in trionfal gioia festiva,