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i caratteri morali

In greco [testo greco], ma forse nel senso, comune in questo secolo, di amministratori della città. E dunque noi diremmo assessori, o, se volete podestà, ammesso che una città possa averne più d’uno, il podestà e i vicepodestà.

I codici hanno [testo greco] con sottinteso l’[testo greco] di poco innanzi; ma il papiro di Filodemo ha forse [testo greco], essendo larga la lacuna in quel punto.

Credo che [testo greco] sia glossa di [testo greco] e però la cancello, variando di poco l’ordine delle parole.

Leggo [testo greco] col Cobet e il papiro filodemeo, eliminando l’[testo greco]. E poco più innanzi leggo [testo greco] invece di [testo greco] per le medesime ragioni.

Il papiro filodemeo ha [testo greco], e poco più innanzi [testo greco]: lezioni già congetturate dal Cobet e migliori delle altre attestate dai codici.

6.


L’IMPUDENZA

L'impudenza è pervicacia1 in fatti e parole invereconde, e l’impudente è cotal uomo che subito giura, non gode buona fama ed è capace d’insolentire. Nel costume poi è un piazzaiolo sfacciato1 e buono a tutto, e per verità egli sa anche ballare il cordace senz’essere briaco e portar3 maschera in una compagnia di comici. E nei giuochi di prestigio va a raccogliere i soldini da ciascuno, e litiga con quelli4 che non hanno biglietto ma pretendono veder gratis. Ed è tomo da far l’oste il pollastriere il gabbelliere, e non ricusa nessun mestiere indegno, ma fa il banditore il cuoco il giocatore di dadi, non dà gli alimenti a sua madre, si fa arrestare per furto abita più tempo in carcere che a casa propria. E questo parrebbe essere il costume di quelli che traggono a sé d’intorno e chiamano gente sghignando e ciarlando a voce alta e roca, e intanto alcuni se gli accostano, altri scappano prima di


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