I Calabroni (Aristofane-Romagnoli)/Parte seconda

Parte seconda

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Aristofane - I Calabroni
Traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1924)
Parte seconda
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PARTE SECONDA

filocleone

esce di corsa, infuriato, seguito dal figlio, che tenta di levargli di dosso
il rozzo gabbano, e da un servo che porta un mantello di lana tessuta
? a trippa, e un paio di scarpe nuove.
Non me lo sfilo, no, fino che campo:
mi riparò lui solo fra le schiere,
quando c’invase Tramontano il grande!

schifacleone

Lo stare bene ti dà noia, pare!

filocleone

Non mi torna, perdio! Pure ier l’altro
m’insudiciai coi pesciolini fritti,
6 e dovetti sborsare nove soldi
di smacchiatura!

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schifacleone

E prova, dal momento
«he ti sei messo nelle mani mie,
perché io provvedessi al tuo benessere!

filocleone

Che devo fare?

schifacleone

Butta quel gabbano,
e indossa questa cappa.

filocleone

Bell’affare,
metter figliuoli al mondo e mantenerli:
mi vuole soffocare, adesso, questo!

schifacleone

Su! Gittatela addosso, e meno chiacchiere!
Il servo s’avanza con la cappa.

filocleone

guardando la cappa con goffa meraviglia.
Oh santi Numi! E che malanno è questo?

schifacleone

Chi lo chiama persiana, e chi pastrano!

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filocleone

Senti! Per un cappotto di Timàti
l’avevo preso, io!

schifacleone

Non mi fa specie:
mica sei stato a Sardi! Allora si,
che lo conosceresti: adesso, invece,
non lo conosci!

filocleone

Punto, affedidio!
Però somiglia tutto al palandrano
di Mòrico!

schifacleone

Che Mòrico! Li tessono
ad Ecbàtana, questi!

filocleone

Oh che la trippa
la tesson forse con la lana, a Ecbàtana?

schifacleone

Che trippa! Un occhio spendono, per tesserli,
i barbari, cuor mio! Questo ha mangiato
un talento di lana come nulla!

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filocleone

E’ allora, invece di pastrano, è meglio
chiamarlo pappalana!

schifacleone

Anima mia,
sta fermo, quanto te l’infilo!

filocleone

retrocedendo.
Povero
me, che zaffata calda m’ ha ruttato
in faccia, maledetto!

schifacleone

impaziente.
Te l’infili
o no?

filocleone

Per Giove, no! Se c’è assoluta
necessità, buttami addosso un forno!

schifacleone

Sll’, te l’infilo io.
Toglie la cappa al servo, e incomincia ad adattarla
addosso al padre. Al servo
Tu
va.

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filocleone

Prepara
uri forchettone pure.

schifacleone

E per che fare?

filocleone

Per tirarmi su, prima che mi spappoli!

schifacleone

Sfilati, via, codesti maledetti
stivali, e calza queste scarpettine
spartane!

filocleone

Ed io calzar giammai potrei
l’infesto cuoio di nemica gente?

schifacleone

Sbrigati, galantuomo, infila il piede
nella suola spartana, e va’ pur franco!
Filocleone siede sul letticciuolo, e Schifacleone
gl’infila una scarpa.

filocleone

Questo è un sopruso! Su nemico suolo
tu spingi il piede mio!

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schifacleone

Qua l’altro piede!

filocleone

Questo, poi, no davvero: ha un dito troppo
mangiaspartani!

schifacleone

O di riffe o di raffe,
devi infilarlo.

filocleone

Ahimè! Non potrò farmi
più venire, da vecchio, i pedignoni!

schifacleone

E sbrigati una volta! E fatti avanti,
dopo, e cammina molle molle, come
i signori... (imita) così, tutto languore!

filocleone

passeggiando con affettazione.
Ecco! Vedi che garbo! A che signore
somiglio più nell’andatura, dimmi?

schifacleone

A chi? Somigli a un fignolo con tanto
d’empiastro d’aglio!

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filocleone

dimenandosi sconciamente.
Già mi vien la fregola
di dimenar le chiappe!

schifacleone

E di’: trovandoti
fra persone di garbo e di cultura,
le saprai dire due parole a modo?

filocleone

Io? Sfido!

schifacleone

E che dirai?

filocleone

Tante e poi tante
belle cose! Di Lamia, per esempio,
che, presa, si salvò con le scorregge;
di Madione che pigliò la mamma....

schifacleone

Non fole, no! Soggetti umani! Quelli
di cui si parla sempre, di famiglia!

filocleone

Di famiglia? Ho capito. Per esempio
quello: c’era una volta un sorcio e un gatto...

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schifacleone

Salame senza educazione... — disse
Diodato, altercando, allo spazzino —
di sorci e gatti, parli in società?

filocleone

E allora, che bisogna dire?

schifacleone

Cose
grandiose: come andasti nella sacra
rappresentanza con Andròcle e distene...

filocleone

Rappresentanze io? Chi ci è mai stato?
Fui solo a Paro: e tiravo sei soldi
al giorno!

schifacleone

E allora, di’ come al pancrazio
con Asconda lottò gagliardamente
Epidlone già vecchio e canuto;
ma largo il petto avea, salda la mano,
il fianco, il pettorale....

filocleone

Basta, basta!
Non dir corbellerie! Col pettorale
addosso, come ci faceva, a pugni?

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schifacleone

Parlan di questo, le persone culte!
E dimmi un’altra cosa. Se ti trovi
a ber tra forestieri, quale impresa
più valorosa tu racconterai
della tua gioventù?

filocleone

È quella, è quella,
la più gagliarda delle imprese mie:
quando ho rubati i pali della vigna
a Faticone...

schifacleone

I pali? E tu m ammazzi!
Scova qualche prodezza giovanile,
come cacciasti o un cignale o una lepre,
o vincesti alla corsa delle fiaccole...

filocleone

Eccola, la prodezza giovanile:
da ragazzotto diedi una querela
per ingiurie a Faillo; e l’ebbi vinta
per due voti!

schifacleone

Finiscila! Piuttosto
sdraiati costi sopra, e impara intanto
come si sta nei pranzi e in società.

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filocleone

Ccyne m’ ho da sdraiare? Svelto, dimmelo!

schifacleone

Con bel garbo!

filocleone

sdraiandosi con somma sguaiataggine.
così, dici?

schifacleone

Tutt altro!

filocleone

E allora, come?

schifacleone

accompagnando con la mimica.
Stendi le ginocchia,
e con agile mossa, molle molle
sdraiati sopra le coperte. E poi
guarda il soffitto, elogia qualche bronzo,
del baldacchino ammira gli svolazzi.
Come desse realmente ordini.
— L’acqua alle mani! Vengano le tavole
in sala! A desco! Eccoci lavate
le mani! Ora si fa la libagione...

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filocleone

Oh santi Numi! E che si pranza in sogno\

schifacleone

La flautista ha preludiato. Sono
commensali Cleone, Fano, Tèoro,
Acèstore, ed un altro forestiero
vicino a lui. Tu sei della brigata:
occhio a pigliare le canzoni al balzo!

filocleone

Nessuno me la fa! Sono maestro!

schifacleone

Al bel veder c’è poco. Io son Cleone,
ed attacco VArmadio. E tu continua.
Canta.
In Atene nessun uomo ci fu...

filocleone

continuando l’aria.
ladro e furfante mai, quale sei tu!

schifacleone

così, vuoi dire? E lui t’ammazza a strilli!
Lui dirà che ti stende, che ti stermina,
che ti manda in esilio!
Aiiilofane - Commedie, 11 ’ 16.

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filocleone

E io, perdio,
se lui minaccia, glie n’appioppo un’altra!
Canta.
Uomo che agogni il sommo potere, la città
presto farai crollare: essa declina già!

schifacleone

E se Tèoro, li, steso ai suoi piedi,
stringe la destra di Cleone, e canta:
«Compagno, or che apprendesti
la favola d’Admèto, ama gli onesti!»,
che canti a rimbeccarlo?

filocleone

lo? Canto questa:
Canta.
Non mi van della volpe le maniere,
né chi vuole in due staffe il piè tenere!

schifacleone

Dopo Cleone, il figlio di Sellarto,
Eschine, culto e sperto nella musica,
venuta la sua volta, canterà:
Canta.
A Clitàgora e a me fra tutti i Tessali,
sostanze a iosa, e di fortuna i doni...

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filocleone

Canta.
Siamo, tu ed io, due grossi falopponi!

schifacleone

Si, te la cavi, qui, che non ce male.
Andiamo, via, da Tiralsoldo, a cena.
Crise, Crise! Preparaci la sporta!
Vogliamo, dopo tanto, alzare il gomito!

filocleone

No no, bevere è un guaio: dopo vengono
usci rotti, sassate, sergozzoni,
e la sbornia si sconta con la multa!

schifacleone

No, se ti trovi fra persone a modo!
Quando uno se la piglia, s’interpongono
gli altri, o tu stesso narri una garbata
barzelletta d’ Esopo, una di Sibari,
appresa pei conviti, e così volgi
la cosa in riso, e amici più di prima!

filocleone

Eh, ne voglio imparare, di storielle,
se così faccio il danno e non lo pago!

schifacleone

Non perdiamo più tempo, andiamo, andiamo!
Padre e figlio si allontanano; li segue il servo Crise,
con una cesta contenente il pranzo.