Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. V/Libro I/VII
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CAPITOLO SETTIMO.
Si ragiona particolarmente dell’Isola di Luzon,
volgarmente di Manila.
Nel gombito di questo braccio, riguardante Scirocco, esce in Mare un gran fiume, e fa quivi un famoso Seno di trenta leghe di giro, detto Bahia dagli Spagnuoli, perche viene da una gran Laguna, chiamata Bahì, 18. miglia Italiane lontana da Manila. In questo luogo teneano gl’Indiani il loro principale Villaggio, composto di circa 3500. case, verso Oriente, in quell’angolo, che formano la riva del fiume, e quella del Mare. Aveano alle spalle molti stagni, che rendevano il luogo forte per natura; e’l terreno, fecondo producitore di tutto il bisognevole all’umana vita; onde parve bene a Miguel Lopez, primo conquistator dell’Isola, quivi fondare la principal Città, coll’antico nome di Manila. Ciò fu eseguito, come di sopra è detto, il dì di S. Gio: Battista del 1571. cinque giorni dopo la conquista; la quale essendo stata a’ 19. di quel mese, nel giorno di Santa Potenziana, fu eletta altresì questa Santa per Protettrice dell’Isola.
A vista di Manila, in distanza di tre leghe, è il Porto di Cavite, dentro la medesima Baja; la maggior parte della quale ha fondo, ed abbonda di pesce; non men che le rive di spessi alberi, e villaggi. Dirimpetto la sua bocca, otto leghe lontano da Manila, è Maribeles; Isola picciola (che tiene tre leghe di circuito, e mezza di lunghezza) ma alta. Quivi sta un’officiale riformato con 6. soldati di sentinella; et ha insieme l’officio di Corregidor di un Casale di 50. case, posto nel terreno di Manila. Il maggior guadagno lo riceve da’ Neri, che gli conducono quantità di legna, per poco tabacco, e riso; ciò che poi egli vende ben caro in Manila. Sono tre le bocche, per entrare dal Mare nella Baja: la prima, e più frequentata (a cagion del maggior fondo, e della larghezza di mezza lega) è fra la detta Isola, e la punta del Diablo; la seconda è larga un quarto di lega, fra la Costa opposta alla stessa, e lo Scoglio, detto di Caballos; ed è poco sicura, per lo poco fondo, ed alcuni piccioli scogli sotto acqua: la terza più grande (cioè, tre leghe larga) è posta fra’l suddetto Scoglio de Caballos, e la punta di Marigondon; però tiene eziandio secche, e bisogna entrarvi con particolar vigilanza.
Dalla Baja suddetta uscendosi a sinistro, per lo cammino, che fan le navi verso la nuova Spagna, 14. leghe discosto, si truova il Seno di Balayan, e Bombon, di tre leghe di giro, dietro al quale sta una Laguna ben popolata. Camminandosi verso Levante, si passa la punta dell’Azufre, e si entra nel Seno di Batangas, posolato da Indiani; presso la cui punta è una Isoletta, detta di Caza, per essere abbondante d’animali silvestri. Tra questa, e la punta mentovata sta il porto di Malcaban, funesto per la morte del Governadore Gomez Perez de las Mariñas, ucciso da’ rematori Cinesi, con molti altri, nella Galera Capitana.
Passato il Seno di Batangas, sono i Casali di Lovo, e Galban; nelle vicinanze de’ quali si veggono vestigia di miniere. Quivi termina la Provincia di Balayan, (cominciata da Maribeles) in cui abitano circa 2500. Indiani tributarj. E’ fertile ella di cottone, riso, e palme. Si entra quindi nella Provincia di Calilaya, o Tayabas, che si stende sino al capo di Bondo; e dentro terra, sino a Maubun, nella controcosta dell’Isola. Tiene più abitanti, ed è maggiore della mentovata.
Siegue la Provincia di Camarines, nella quale sono compresi Bondo, Passacao, Ibalon (Metropoli della Giurisdizione di Catanduanes) Bulan (spiaggia, dove si perde la nave Incarnacion, ritornando dalla nuova Spagna, nel 1649.) Sorsocon, o Bagatao; porto, nel quale si fabbricano i grossi vascelli del Re; ed Albaì, grande Seno fuori dello stretto, dove è un’alto Vulcano, che si scuopre ben lungi dalle navi, che vengono dalla nuova Spagna.
Sono in questo monte alcune sorgive d’acqua calda; e fra l’altre, una di tal qualità, che quanto vi cade dentro, sia legno, osso, fronda, o drappo, si converte in pietra. Al Governadore D. Francesco Tello, fu presentato un granchio, mezzo impetrito, che, a bello studio, fecero, che non finisse d’indurirsi. Nel Casale di Tiui, due leghe lontano dalie radici del monte, si truova una gran sorgiva d’acqua tiepida; che parimente ha proprietà d’impetrire, sino agli animali, come granchi, serpenti, e coccodrilli. Fu trovato uno di questi, fatto pietra, che era un braccio lungo, dal Padre Juan Santa Crux, mentre era quivi Curato. Particolarmente però s’impietriscono le legna Molave, Binanuyo, e Naga. Succede io stesso anche in altre Isole.
Si passa, innoltrandosi d’Albay verso Oriente, il Capo di Buysaygay; e quindi si viene a Tramontana dell’Irola, lasciandosi a man destra le Isole di Catanduanes, distanti due leghe verso Settentrione. Dalle medesime, costeggiandosi verso Ponente, s’incontra il fiume Bicor; che nasce da una Laguna, e bagna la Città di Carçeres; fondata dal secondo Governadore, Proprietario di queste Isole, D. Francesco de Sande. Vi tiene anche la sua Residenza il Vescovo, che dicono della nueva Carçeres, che è anche della Provincia di Calilaya, Camarines, et Ibalon.
Si entra dalla Provincia di Camarines in quella di Paracale; dove son ricche miniere d’oro, e d’altri metalli, e di pietra Calamita finissima. Vi abitano circa 7000. Indiani tributarj. Il terreno è buono, e piano, che produce alberi di cacao, e palme, dalle quali si cava molto olio, e vino. Camminandosi tre giorni da Paracale, per la Costa, s’incontra un’altro Seno, detto di Mauban; dove gira l’Isola, e si fa come la piegatura del braccio, contrapposta al gombito, in cui stà Manila. Alle volte le navi, venute dalla nuova Spagna, han quivi lasciato il danajo, da mandarsi in Manila. Fuori di questo Seno si truova Lampon, porto simile a quello di Mauban.
Da Lampon sino al Capo dell’Engaño, la Costa non è abitata, che da Infedeli, e Barbari. Quivi comincia la Provincia, e giurisdizione di Cagayan, ch’è la maggiore dell’Isole; poiche è lunga ottanta leghe, e larga quaranta. Sua Metropoli è la Città detta nueva Segovia, fondata dal Governadore D. Consalvo Ronquillo; e in essa è la Chiesa Catedrale, nella quale fu eletto per primo Vescovo, nel 1598. Fray Miguel de Benavides. E’ situata la Città alla riva del fiume di questo nome, che nasce dalle falde de’ monti de Santor, nella Pampagna, e passa a traverso di quasi tutta la Provincia. Risiede in essa l’Alcalde maggiore della Provincia, col Presidio di Fanteria Spagnuola, e d’altre nazioni. Vi fu fabbricato un Forte di pietra, e calce, ed altri di gabbioni, e legna, per difenderla dagl’Indiani alzati, detti Irayas, ch’abitano alle falde dell’alte montagne, che dividono tutta l’Isola. In questa Provincia sono le Parrocchie de’ Padri Domenicani. Il Capo più Settentrionale di essa è quello detto dell’Engaño, pericoloso per gli venti Settentrionali, e per le grandi correnti.
Fatte 15. leghe dalla nuova Segovia, sulla Costa, da Levante a Ponente, si truova l’altra punta dell’Isola, detta Boxeador: e passato il Capo, e seguendo a camminare lungi la Costa, che si stende da Settentrione a Mezzo giorno, in fine di presso a 20. leghe, termina la Provincia di Cagayan, e comincia l’altra d’Iloccos. I Cagayanes pacifici, e tributarj saranno 9. mila, oltre gli alzati o silvestri, cioè i non soggiogati. Tutta la Provincia è fertile; gli abitanti robusti di corpo, applicati all’agricoltura, e milizia; e le donne a varj lavori di cottone. I monti dan cera bastante, senza alcuna industria; trovandosi favi d’api (non solo in questa Provincia, ma in tutte l’Isole) in sì gran quantità, che la cera è a prezzo vilissimo, e ne consumano tutti i poveri, in mancanza d’olio d’olive. Fanno le candele dentro un legno forato, o canna, in tal guisa. Nelle due estremità lasciano uno stretto buco, per passarvi il lucignuolo; e quindi otturata la parte inferiore, l’empiono di cera per la superiore; e così resta in un subito fatta la candela, di qualsisia grossezza, che si voglia: e raffreddata che è, si rompe il cannello, e si toglie. Vi è anche ne’ monti molto legno colorito, che noi chiamiamo del Brasile, ebano, ed altro di grande stima. Nelle selve vi è copia d’animali, Come Cinghiali (però non sono della bontà de’ nostri) e Cervi, che s’uccidono per le pelli, e corna, che si vendono a’ Cinesi. La Provincia d’Iloccos stà in opinione delle più popolate, e ricche dell’Isole. Si stende in lungo la sua Costa 40. leghe, sulla riva del fiume Bigan, dove il Governadore Guido de Laccazarris, successore dell’Adelantado, fondò, nel 1574. la Città Fernandina; per riguardo del Principe delle Spagne D. Filippo. La Provincia, dalla parte di terra, non è larga più d’otto leghe; perche s’incontrano subito i monti, e le selve abitate dagl’Igolotti (gente guerriera, e d’alta statura) e da’ Neri non soggiogati. Si conobbe però la spaziosità della terra fra’ monti, allorche nel 1623. andandosi alla sua conquista; marciò l’esercito sette dì, (facendo tre leghe al giorno) passando sempre per sotto alberi di noce moscata silvestre, e pini; e alla fine pervenne alla sommità della montagna, dove erano le principali abitazioni degl’Igolotti. Quivi eglino stanno perle ricche miniere d’oro, che vi sono; e che essi raccolgono, e cambiano con quei d’Iloccos, e Pangasinan in tabacco, riso, ed altro. Oltre all’oro, produce questa Provincia molto riso, e cottone; del quale fanno vistose coltri, et altri arnesi di casa.
Siegue la Provincia di Pangasinan, lungo la Costa, per lo spazio di 40. leghe Spagnuole. La riva sarà d’otto, o nove leghe, piana come Iloccos. Producono i suoi monti, e le campagne quantità di legno del Brasile, per colorire di rosso, e turchino, detto dagl’Indiani Sibucau. E’ però pieno l’interiore, e popolato d’Indiani silvestri; i quali, a modo di bruti, vanno raminghi, e nudi per gli monti, e selve; coprendosi solamente le parti vergognose con una foglia. Seminano qualche poco nelle loro valli, e’l rimanente, che loro manca, si procacciano ne’ luoghi de’ conquistati, col cambio di pezzetti d’oro, che raccolgono nel letto de’ fiumi. In Iloccos si contano 9. m. tributari, e 7. m. in Pangansinan. Nella Costa di questa Provincia e il porto di Bolinao, e la Playa onda, rinomata nelle Filippine, per la vittoria quivi avuta dagli Spagnuoli contro gli Olandesi.
Siegue la Provincia detta Pampanga, dove termina la Diocesi della nuova Segovia; e incomincia quella dell’Arcivescovo di Manila. La Provincia è ampia, e d’importanza; perche gli abitanti bene ammaestrati dagli Spagnuoli, sono necessarj alla conservazion dell’Isola; e in fatti costoro se gli han trovati allato in tutte le occasioni, e se ne son serviti, non solo in Manila, ma in Ternati, et in altre Provincie. Oltreacciò il terreno è molto fertile, particolarmente di riso, per la gran copia d’acque; sicchè quindi se ne provvede Manila. Somministra anche le legna necessarie per la fabbrica de’ vascelli; essendo i suoi boschi nella medesima Bahia, poco lungi dal porto di Cavite. Tiene circa 8. m. Indiani, i quali pagano in tanto riso il tributo. Abitano ne’ monti dell’istessa Provincia i Zambali, uomini feroci; e Negritti simili a’ Neri d’Angola, co’ capelli così ricci. Costoro vengono di continuo alle mani fra di loro, per difendere la silvestre giurisdizion de’ confini, et impedirsi iscambievolmente l’entrata ne’ boschi, ove hanno i loro pascoli, e cacciagione.
Non è di minore importanza, per la fabbrica suddetta de’ vascelli, la Provincia di Bahì, situata ad Oriente di Manila. All’intorno la laguna di quello nome (di cui sopra e detto) e ne’ suoi Casali nascono le migliori frutta, che si mangino in Manila; particolarmente la Bonga, o Arecca, e’l Buyo, ch’è lo stesso del Betle. E’ questo un frutto aromatico, e tenerissimo, di cui bastantemente dicemmo, parlando dell’Indie di Portogallo; però egli si dee sapere, che quello di Manila supera tutti gli altri; e gli Spagnuoli, dal mattino alla sera, non fanno altro, che masticarne, e rugumarne. Il frutto, che nasce da questa pianta, appellasi Tacloue.
E’ molto afflitta questa Provincia dalla continua fatica, a cui sono destinati gli abitanti, cioè a tagliare gli alberi, necessarj alla fabbrica de’ vascelli; imponendosi ogni mese a 200. e sino a 400. che sudino perciò nel monte, e nel porto di Cavite. Il Rè dà loro una pezza d’otto al mese, e riso bastante. Farà tutta la Provincia 6. m. tributarj.
Vi è anche la Provincia di Bulacan, posta fra la Pampanga, e Tondo. Ella si è picciola, i suoi abitanti Tagali; et abbonda di riso, e vino di palme. I suoi tributarj sono 3. m.
Per tutta l’Isola di Manila si truova oro, molta cera algalia, o zibetto, tela di cottone, zolfo, cannella silvestre, cacao, riso (anche di monte, al quale non fa d’uopo innaffiamento) buoni cavalli, vacche, bufoli; e ne’ monti cervi, cinghiali, e bufoli silvestri.
Compiuto il giro di Manila, resta di dire alcuna cosa d’una picciola Provincia, presso la bocca del Canale, che si lasciò a bello studio; perocchè quantunque la sua Metropoli stia nel terreno di Manila, il rimanente però si compone d’Isole tutte distinte, cioè Catanduanes, Masbate, e Burias. Tiene Catanduanes 30. leghe di circuito, e 10. di larghezza, et è di figura quasi triangolare. Ella è delle prime, che si truovino venendo all’Isole; e così vicina all’Emboccadero dì S. Bernardino, che alcuni piloti prendendola in iscambio, vi han perdute le loro navi; perche credendo di entrar nella bocca suddetta, si sono trovati tra secche pericolosissime, di cui tutta l’Isola è circondata, a un tiro di moschetto dalla spiaggia. L’essere esposta a’ venti Settentrionali la rende sempre tempestosa; onde non vi si può navigare, che da’ 15. Giugno fino alla metà di Settembre. Abbonda di riso, olio di palma, e cocco, non meno che di mele, e di cera. Tiene più fiumi, pericolosi a valicarsi; nel letto de’ quali si raccoglie oro, che la piena dell’acqua, passando per cupe fosse ne’ monti, suol seco portare. Il maggiore vien detto Catandangan, e dagli Spagnuoli Catanduanes, onde diedero il nome all’Isola. Il mestiere degli abitatori, per lo più, è di legnajuoli; che fanno barche molto leggiere, e le portano poscia a vendere in Mindoro, Calelaya, Balayan, ed altrove, a modo delle cassette di Fiandra. Ne fanno primamente una grande senza coperta, (nè con chiodi di ferro, ma cucita con canne d’India) poi l’altre più picciole, una dentro l’altra; e così le trasportano, per un cammino di cento leghe. La gente è bellicosa, e si dipinge come los Bisayas: sono così buoni rematori, e marinaj, che, saltando nell’acqua, raddrizzano in un batter di ciglio una Barca, che sta rivolta sossopra. Per tema di tali accidenti portano le provvisioni entro tronchi di canna, ben serrati, e ligati a’ lati della barca. L’abito non è altro, che un Bagah, o giubbone, che giunge al ginocchio. Le donne sono d’animo virile, ed attendono, niente meno che gli uomini, a coltivare il terreno, o alla pescagione. Vanno vestite onestamente d’un sajo, alla maniera Bisaya, e di un manto lungo. I capelli gli legano nella sommità della testa, facendone un nodo come una rosa. Sulla fronte portano una lista d’oro di martello, due dita larga, foderata di taffetà: agli orecchi tre pendenti d’oro, uno nel luogo dell’Europee, gli altri due più sopra. A’ piedi portano alcuni cerchi, che suonano, mentre elleno camminano.