Gazzetta Musicale di Milano, 1844/N. 41

N. 41 - 13 ottobre 1844

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[p. 169 modifica]— 1G9 © GAZZETTA MUSICALE ANNO III N. 41 Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il (piate in apposito elegante frontespizio si intitolerà Antologia classica musicale. — Per quei Signori Associati che amassero invece altro genere di musica si distribuisce un Catalogo di circa N. Sono pezzi di musica, dal (piale possono far scelta di altrettanti pezzi corrispondenti a N. 180 pagine, e questi vengono dati qratis all’atto che si paga P associazione annua; la metà, per la associazione semestrale. Vcggasi I’ avvertimento pubblicato nel Foglio N. 50, anno II, 1843. SOMMARIO. I. Del cello modo di suonar l’Organo duranti le sacre funzioni. - 11. Cenni sul 11. Istituto musicale di Lucca. - HI. I. 11. Teatro alla Scala. - IV. Varietà’. Aforismi sul Violino. - V. Corrispondenza. - VI. Notizie. - VII. Altri: cose. - Vili. Errata. - IX. Avviso, - X. Nuove pubblicazioni. Del retto modo di suonar l’organo duranti le saere funzioni, ed incidentalmente del lìcere metodo per V Orfjtmo dei signori Muller e ESinck. Prima traduzione italiana. Milano ccc-., ecc. Articolo I. presso Ricordi, on appena venni in cognizione ^essersi pubblicato un metodo Qger organo, amante qual sono £?di lutto che attiene alla mus’ca sacra, esultai pensando che rapporto a questo essenzialmente sacro islrumento sarebbe stalo cosi ricolmo quel vuoto che in proposito si riscontra. non so perchè, nella letteratura didaltico-musicale. Offeso ad dal vizioso ogni istante, con tutti i buoni modo, fattosi ormai quasiché universale, di suonar 1 organo nei sacri templi, duranti le sacre funzioni, mi luO singava che al torrente di tanto male potesse questa pubblicazione servire, almeno in parte, quale argine riparatore. In parte, io dissi, perchè doppiamente tal suono riesce per solilo degno di biasimo: voglio dire, per mancanza di convenienza tanto musicale che religiosa. Ora un metodo, per quanto completo e perfetto si voglia immaginare, non potrebbe, a dir veto, riuscire farmaco efficace e diretto che contro il primo di questi mali. Indirettamente, però, potrebbe esser utile anche contro il secondo. Ma nè contro 1 uno, nè contro 1 altro credo possa valer gran fatto l’opera di cui il titolo è impresso in fronte di queste linee. Il perchè, mentre mi accingo ad esporre i motivi di questo mio giudizio, credo prezzo dell’opera trattar seriamente dei difetti che possono deturpare il suono dell organo, della corruzione a cui pur troppo in generale esso è sceso tra noi, tanto sotto l’aspetto strettamente musicale, che sotto quello della convenienza religiosa, ed occuparmi in fine alquanto dei rimedj che a tanto male sarebber da opporsi. Riserbate intanto le altre questioni da gW8’ ~ DI MILANO La musique, parties inflexions vires.accentuées, et, «pour ainsi dire,parlantes, exprime toutes les pas» sions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, • soumet la nature entière a ses savantes imitations • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen• timents propres à l’émouvoir.» altre sedi di questa mia qualunque siasi scrittura, eleggo darle principio trattando in prima del suono dell organo considerato sotto il rapporto strettamente musistigare simultaneamente il merito dell opera dei signori Muller e Rinck. E sentimento di molli che chiunque sappia suonare il cembalo 0 il pianoforte sia capace e sappia suonar 1 organo in modo diversi consimile. A. questa sentenza ha dato causa, probabilmente, l’aspetto di esterna eguaglianza che presenta la tastiera di questi istrumenti; e forse alcun che di vero in sé lo contiene. Non può sostenersi, infatti, che colui il quale abbia una sufficiente pratica del pianoforte non possa facilmente eseguire in modo plausibile qual-* che breve sonata sull organo. Per chiunque, per altro, abbia una qualche cognizione speciale di queste materie, è necessità convenire, che se ogni strumento ad esser veramente ben suonalo esige un tocco o modo particolare, più che in ogni altro ciò si avvera nell’organo. - Prima di tutto è indispensabile su questo islrumento che il suonatore siasi abituato a tenere le dila calcale sui tasti rigorosamente pel tempo che corrisponde al preciso valore delle relative note- e ciò per la facoltà che ha l’organo di sostenere i suoni sinché il tasto resta calcato. Se il dito vi si trattiene per un istante pili del dovere, come spesso avviene pressoché innocuamente sul pianoforte, eccone derivare una insoffribile disannonia; menlreehè, al contrario, se le dita son ritirale prima che rigorosamente spiri la durala delle relative note, eccone derivare una grettezza di effetto, contraria affatto al gusto di un islrumento, di cui precipuo pregio è quello di presentare, dirò cosi, un continuo impasto nell’armonia. Ma questa non è la difficoltà maggiore: anche sul pianoforte un abile suonatore non tiene i suoni per un tempo maggiore di quello che rigorosamente loro conviene. Quello che è più difficile si è die l1 ordel gano, come il pianoforte, anzi come ogni altro musicale islrumento, è capace dello staccato, del picchettato o panlato y legato, insomma d ogni sorta di accenti diversi: ma per ottenere tali effetti non convengono quei processi di esecuzione che sono atti all uopo sul pianoforte. Chi puntasse o staccasse sull’organo come sul pianoforte rischierebbe che le canne avessero appena il tempo di spiegare il loro vincere cui si riscontra capace, IVI a non si creda di DOMENICA. 15 Ottobre 4 844. li prezzo (IclTassociazioiie alla Gazzella v alla Musica è di elldtive Austriache L. 1 "2 per semestre, ed elTetlive Austriache L. 14 affrancata di porto tino ai contini della Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatla mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Hicordi, nel modo indicato nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso I l Mìcio della Gazzetta in casa Hicordi. contrada degli Oiuenoni N.° 1720; all’(’stero presso i principali negozianti di musica e presso gli llllici postali. — Le lettere, i gruppi, ce. vorranno essere mandali franchi di porto. suono, ed indeciso resterebbe 1 e fletto al contrario chi pretendesse eseguire sulI’ organo come sul pianoforte dei pass legati. altro non farebbe che suonare in in modo confuso e sbavalo. Se a queste difficoltà si aggiunga quella che nasce dalle I varie combinazioni della registrazione, hi sogna convenire, che studio ben diretti I e speciale è necessario a raggiungere i possesso di un tocco preciso e sicuro, di una esperienza che vaglia a dare a questo islrumento tutto 1 (’fletto e 1 accento di queste difficoltà, ogni cura debba aver termine: mezza sola è percorsa la via, e la mezza che resta a percorrere è la più ardua d’assai. Ciò potrebbe a rigore bastare, se f uso non si fosse introdotto che l’organista debba suonare di fantasia, anziché eseguire composizioni già scritte’ uso che per la sua costanza e generalità è divenuto ormai (piasi una legge, e che trovasi basato per una parte sopra una vera necessità: quella, cioè, di servire alle varie esigenze del momento, delle persone e dei luoghi. Ciò essendo, è facile restar persuasi die per suonare, non dico perfettamente, ma almeno plausibilmente, conviene che l’organista sia in pieno possesso del proprio islrumento, ad una certa feracità e prontezza di fantasia riunisca quella perfetta cognizione dell’armouia, delle leggi della modulazione, dei segreti della composizione, clic sono necessarie ad uno scrittore di musica. Che se anche tanto non vuoisi, e se da un lato non sarà indispensabile che sia capace di trattare di fantasia perfèttamente una suonata in contrappunto rigoroso e obbligato, come si esigeva una volta, dovrà però essere d’altra parte indubbiamente capace di condurre e svolgere con unità, varietà e regolare condotta qualunque siasi suonala di stile libero e sciolto; dovrà essere allo ad inventare appropriatamente melodie, modi accompagnamenti, che si addicano alla qualità dell’islrumcnto ch’ei suona. w Un grand organiste (scrive, il De Momigny, lincici, méth. dici. de Musique: mot: Organiste} n a pas seulement le talent d exécuter avec beaucoup de perfection toute la musique qui est propre à cet instrument, mais celui bien plus rare d improviser tout ce qn il joue. C’est le musicien des musiciens. - On en comptait un certain nombre autrefois, mais ils deviennent de jour en jour plus [p. 170 modifica]— 470 rares, parce qu on neglige de faire les éludes qu’un si grand art demande. - ( ne grande profondeur de science, une imagination abondante et facile, voila ce qui constitue le véritable organiste etc. etc.» Ed oh I pur troppo ancor noi non possiamo ormai non associarci ai lamenti del De Mom’igny, che quasi non è più concesso entrare in una chiesa senza che si abbia a restare offesi dalla ignoranza sfacciata di coloro che di organisti dannosi il nome comunemente. Né sono gl’infimi solamente, ma molli anche di quelli che han grido Ira la gente di buoni, ai «quali si sentono tulio di far cose da raccapricciarne. Lasciando, infatti, da banda la mancanza di unità, di logica deduzione, di condotta regolare nelle loro suonate passando sopra ancora all’abuso di stravaganti modulazioni al difetto di congrua risoluzione degli accordi, di osservanza delle leggi del ritmo e per fino di quelle della misura, non conviene pur troppo tenerli digiuni di ogni cognizione per fino della parte pratica dello islrumento, quando giù la tastiera con grandi velocissime scale diatoniche e cromatiche, di cui nella stragrande velocità neppure una nota ti giunge netta ali orecchio? affaticare lo islrumento con note velocemente ribattute, in specie nei bassi e negli accompagnamenti, dimodoché mentre ne viene come suol dirsi volgarmente V asma allo islrumento slesso, par che anche a chi ascolla venga a mancare il fiato nella strozza per la pena? prodigare gli arpeggi negli accompagnamenti, e praticarli anche nella ottava profondissima col corredo di pesanti registri, quali sarebbero le bombarde o i claroni, ovvero non sapere equilibrare convenientemente i registri stessi ed accompagnare, a modo di esempio, un flauto o la angelica con le trombe basse od altre simile sorte L. F. CaSAMOKATA. di registro? (•). (1) Un riscontro della poca perizia, di cui generalmente sono infetti i più Ira i nostri suonatori di organo, si ha dal vedere come abbiano disimparato a far buon uso dei pedali. I pedali infatti, questa terza mano «lei suonatore e questa base in un tempo del maestoso edilizio armonico dello islromcnlo, non si I sentono per lo più impiegare Ira noi che a colpi pcr riempimento degli accordi, o per marcare il riimo | alla melodia. Ora se gli organisti voglion persuadersi (piai fonte ricchissima di belli cfielli musicali si asconde i nella pedaliera, non hanno che a gettar gli occhi sopra i corali di G. 8. Bach (/. S. Jìach’s Choral-Vorspiele gir die Orycl mil cincìn and zwey Kltwieren unti l’edal: Leipzig, bey llreitkopf und /tarivi)’, cd in quelle brevi, ma succosissime composizioni, che ora sono fughette, ora ricercaci, ora contrappunti sopra melodie del canto fermo, scritte per lo più in Ire righi, di cui I’ inferiore è consacralo alla parie dei pedali, vedrebbero come quest’ultima sia interessante. Questo bel modo di pedaleggiare vive sempre, almeno in parte, in Germania; ma si c estinto pur troppo tra noi, tantoché i nostri costruttori, cedendo alla quasiché comune ignoranza in materia, si son dati a costruire pei- lo più ripiegala in sesta la ottava profonda della pedaliera dei loro organi, contentandosi di salir poi cromaticamente fino alla sesia della seconda oliava. Cerio che, dietro questo sistema, offre la pedaliera dei suoni che posson sei-viro di base per qualunque accordo, ma ad ognuno si fa patente (pianto ne resti menomala c ristretta la possibilità di far uso dei pedali nella esecuzione di un soggetto, di un calilo qualunque; in specie, nei tuoni delti volgarmente cromatici. CENNI SUL R. ISTITUTO MUSICALE DI LUCCI. bisogni sempre crescenti dell’umana i avviene di vedere un raffinamento nei prodotti famiglia, a misura che questa avanza ^^f^nella via dell’incivilimento, hanno fatto yj^Ainutar faccia nel corso di più lustri I^Q^aiiche alla nostra penisola. Il perchè così fisici come intellettuali, una maggior libertà di commercio, che è tanta sorgente di ricchezza, una terra sempre fertile in ragion del travaglio, una multiplicité di civili istituzioni, una comunanza di affetti, c mille c mille beneficj che hanno in gran parte appagato il collant desiderio della pubblica prosperità. Questi bisogni ben facevano nuovi mezzi alti a dove sarebbero stati c la ignoranza non ovunque sentire la necessità di soddisfarli; c presto per ogni resi paghi, se talora le passioni avessero eclissala la luce della verità. 11 tempoÌ5 più che la nuda ragione, poteva solo a tutti mostrare, con la prova de’ fatti la sentila utilità dei miglioramenti che lentamente andavano in(rodueendosi in Italia. Anche Lucca ebbe difetto un tempo di utili ^istituzioni; e se non fu la prima città volta ad introdurle, tra le ultime non fu pcr certo ad apprezzarne gli estesi e vantaggiosi risullamcnli. Il buon volere fu quivi generale; c lo spirilo pubblico venne mirabilmente secondato da quell’umanissimo Carlo Lodovico, Principe di ogni lodevole disciplina proleggilorc e istitutore. Dopo avere reso compiuto, come polcvasi il meglio, l’insegnamento scientifico, cd operalo per lo suo ordinamento, volle stabilite le scuole primarie in ogni comunità, e praticalo il metodo con buon successo adoperalo dagli Aporli, dai Lambruschini e da altri valenti in prò della infanzia c della fanciullezza. Dopo tulio ciò, per dir solo di quanto è allenente alla pubblica istruzione e passando di ogni altra sua beneficenza, volse il pensiero all’ammacsllamento musicale, Era stata in Lucca cd era aperta ancora una scuola a spese del comune, nella quale unicamente si dava quell insegnamento bisognevole a formare dei giovani inslruili nel canto pel servigio della Chiesa. L’n ammaestramento così fatto troppo era limitato perchè potesse sopperire ai bisogni molteplici c varj della presente, società. E. col proposito di raggiungere questo line, volle, qnell’ollimo Principe si aprisse un Regio Istituto, dove ogni maniera d’insegnamento musicale fosse, compartito. Ed eccolo aperto e provveduto di cattedre, di scuole, di professori c di maestri. E nostro intendimento far nolo all Italia come venga data questa istruzione; chi la diriga; chi vi cooperi; e quali siano i frulli che per essa sonasi ottenuti nel corso di pochi anni. La istruzione musicale in Lucca, non parlando ora di quella che intende, a formare suonatori di ogni strumento, si compie in olio anni, cd è divisa in primaria c secondaria. La primaria è data in Ire anni. Nel primo vengono insegnati gli elementi col metodo reciproco, ed il primo solfeggio. Nel secondo studiasi il secondo solfeggio ed il pianoforte di prima classe. Nel terzo il bel canto c il pianoforte in seconda classe. La secondaria è data nei cinque anni successivi. Nel primo insegnasi l’armonia teoretica e 1 accompagnamento numerico. Nel secondo ripetasi quest accompagnamento e si fanno gli sludj di primo anno del contrappunto. Nel terzo gli studj di secondo anno del contrappunto. Nel (piarlo quei di terzo anno del contrappunto c del primo di composizione. Nel quinto studiasi la libera composizione. Insegnano le teorie elementari un maestro c dei ripetitori. Altro Smaestro è destinato al primo solfeggio, che comincia dai movimenti Semplici, passa ai composti, fa pronunciare le note col metodo dell uniclavio, cd assiste all’esercizio del meloplaslo. l’n maestro pel secondo solfeggio fa ripetere le note col metodo anzidetto, cd esercita i suoi alunni alla più corretta sillabazione. Un maestro di bel canto si occupa del far vocalizzare le note, degli cscrcizj c modulazione della voce, della sillabazione, del modo di pigliar fiato c di abbellire il canto de’ migliori adornamenti. Il maestro di pianoforte occupa gli alunni di primo anno nelle scale c negli altri elementari cscrcizj, cd è assistilo da un ripetitore. Nell’anno secondo passa ad esercitarli coi metodi più riputati. La parie scientifica di quest’arie bella c affidala a Ire professori, aggregati, per maggior lustro dell’arte stessa, ai professori della università, c che perciò pigliano titolo di professori del R. Liceo, con tulle le relative onorificenze: esempio, se non è a dirsi nuovo, unico però in Italia in questo tempo. Il professore di armonia cd accompagnamento numerico insegna la prima in un anno, in due il secondo; tenendo a scorta di sue lezioni metodi cd opere approvale. Il professore di contrappunto nell’anno primo tratta le principali specie del con.lrappunlo semplice a due, Ire, quattro e cinque parli; nel secondo anno della imitazione, del contrappunto doppio, triplo c quadruplo, del canone c di molli altri artilìzj; nel terzo della fuga. Il professore di composizione paria dell’accento musicale, della frase a confronto de’ diversi metri poetici, della periodologia, della natura della voce umana, del modo di comporre le arie, i duelli, i terzetti cd altri pezzi concertali, non che dell’uso dc’cori; della costruzione degli strumenti da arco; dà dei cenni acustici di quelli da fiato; (ralla dell’arte di usarli, dei loro effetti; e finalmente con pratiche esercitazioni guida gli alunni nella carriera della libera composizione. Non si ottiene di passare dagli sludj di un anno a quelli di un altro senza un previo esame subito felicemente. E verbale, c v icn dato dal direttore dell’istituto e dal maestro della scuola cui si vuol far passaggio, se trattasi d’insegnamento primario: è scritto c verbale, c vien dato da una commissione composta dei professori di composizione, contrappunto c armonia se trattasi della secondaria. Questi esami riguardanti 1 insegnamento scientifico si fanno in due giorni. Nel primo l’alunno risponde pcr scritto entro ore otto, con la continua vigilanza di un professore, a tre quesiti assegnatigli dalla sorte: nel secondo verbalmente ad altri tre quesiti estratti a sorte: cd ognuno dei professori può fare domande sulle risposte scritte che sono disigillate cd esaminale in questa seconda sessione. L’insegnamento di cui si (ratta è gratuito, e possono profittare eziandio gli stranieri. Il corso scolastico ha principio il 12 novembre e fine il 51 agosto dell’anno seguente. Dodici mancanze di presenza alle lezioni fanno perdere la qualità ed i vantaggi di scolare; qualità che non si ottiene che mediante un brevetto, pel (piale corrispondonsi scudi due lucchesi, che servono principalmente alla spesa de’ premj che conferisconsi annualmente in un pubblico esperimento ai più meritevoli. Percorse con profitto in otto anni di studj tutte le scuole surriferite, l’alunno putì far domanda pcr essere ammesso all’esame di matricola di maestro compositore. Danno quest’esame i professori anzidetli c due maestri del Ducato, eletti ogni volta che occorre dalla Direzione di pubblica istruzione. L’esaminando dee presentare un componimento strumentale, ed un vocale c strumentale che contenga un saggio nello stile fugato. La pluralità de’ voti decide dell’ammissione alla matricola. Ottenuta, il Direttore per la pubblica istruzione conferisco solennemente, in nome del Sovrano, al candidato il titolo di Maestro Compositore, mercè del quale è ammesso a liberamente esercitare la professione di maestro, ed a tenere aperta pubblica scuola di musica in tutto lo Stalo. Il Regio Istituto è dipendente dalla Direzione dei pubblici sludj come ogni altro ramo di pubblico insegnamento. Internamente viene regolato da un direttore che veglia alla disciplina delle scuole; stabilisce i giorni c le ore per le medesime, per gli esami, per gli escrcizj musicali; propone i premj ed altro dispone che ne autorizza un regolamento del li agosto 1842. Questa direzione interna dell’Istituto è meritamente affidata al celebre maestro Cav. Giovanni Pacini che è insieme professore di libera composizione c maestro direttore della IL Cappella. Insegna il contrappunto il signor Eugenio Galli, maestro di Camera e Cappella diS.A. lì. il Duca di Lucca, conosciuto specialmente per le sue fughe falle di pubblica ragione (1); cd inslruisce nell’armonia c nell’accompagnamento numerico l’altro maestro di quella Reale Cappella, il sig. Massimiliitfio Quilici. La musicale istruzione in Lucca di cui è stalo discorso fin qui, (1) Questo bravo giovane è Santucci, e passò poscia pcr non si limila a quella ma si estende inoltre allievo del Canonico volere di S. A. IL il Duca, sotto l’insegnamento del famoso Scehler, per cui egli possiede a perfezione la conoscenza della scuola italiana c tedesca. Egli ha comunicativa singolare, cd i suoi allievi in poco tempo giungono con facilità a conoscere le regole d’ogni artifizio canonico contrappuntistico. [p. 171 modifica]- 174 ■- iXÎ’ÂTv all’insegnamento degli strumenti da corda e da fiato. ) Se non che questo insegnamento a grato è ristretto, a un piccolo numero di giovani dello Stalo; parte dei | quali anche in quest’anno diedero un saggio del loro profitto nel pubblico esperimento che ebbe luogo nella sala del R. Liceo il!) del decorso mese. In questa circostanza dopo essersi eseguila una sinfonia a piena orchestra, lavoro del sig. Giuseppe Balatresi di Lucca, alunno di terzo anno di contrappunto e del primo di composizione, il signor Villorio Caslrucci da Pisa, che aveva ottenuto la matricola con unanime approvazione dei suoi esaminatori, venne proclamato maestro compositore. Ricevuto che ebbe il diploma da S. E. il direttore della pubblica istruzione, il preludalo sig. Cav. Pacini, come professore di turno, disse un discorso in cui precipuamente c dottamente tenne parola della dolce arte del canto. Dopo di che il sig. Felice Catalani di Lucca, alunno di primo anno nella scuola di pianoforte, fece sentire un rondino dell’opera Zampa del maestro Herold. L’allievo di primo anno nella scuola di fagotto, sig. Luigi Ceselli, eseguì un’aria tratta dall’Anna Polena del maestro Cav. Donizetti. 11 sig. Eugenio Catalani, scolare di primo anno nel contrappunto, produceva un sestetto da lui composto, tratto dai molivi della Saffo ed eseguilo dagli alunni signori Pietro Bertolucci (violino primo), EugenioTessandori (violino secondo), Ignazio Pelliccia (llaulo), Augusto RustieiJ(violoncello), Angiolo Lucchesi (fagolto) c Felice Catalani (piano-forte). Succedette a questa prima parte dell’esperimento la distribuzione de’ premj che feccsi da S. E. il Presidente del R. Consiglio di Stato, Direttore «Iella pubblica istruzione ai seguenti giovani più meritevoli nel corso scolastico 1845-44: Scuola di Composizione Primo anno. Primo premio

Secondo premio sig. Giuseppe Balalresi. Secondo anno

Scuola di Contrappunto Primo anno

Secondo anno. Premialo sig. Giuseppe Locarmi. Terzo anno

Scuola di armonia cd accompagnamento numerico Scuola di pianoforte Primo anno. Primo premio, sig. Olinto Ghcrardi. Secondo premio, sig. Leopoldo Bcnelli. Secondo anno. Primo premio, sig

Secondo premio, sig. Felice Catalani. Scuola di Pel Canto Scuola di secondo solfeggio Primo premio, sig. Olinto Ghcrardi. Secondo premio, sig. Raffaele, Franccsconi. Scuola di primo solfeggio Primo premio, sig. Fabio Binda. Secondo premio, sig. Bernardino Bertolozzi. Scuola di principj elementari Primo premio, sig. Armando Michelangeli. Secondo premio, sig. Francesco Stero. Premi d’incoraggiamento Pel canto Primo premio, sig. Raffaele Andrcuccetti. Secondo premio, sig. Domenico Berlini. Pel violino Premialo sig. Eugenio Tcssandori. Pel violoncello Premiato sig. Augusto Rustici. Pel fagotto Premialo sig. Luigi Orselli. Pel trombone Premiato sig. David Casini. Furono poi ricordati onorevolmente I SEGUENTI GIOVANI Per l’accompagnamento numerico Signor Eugenio Catalani. Pel canto Signori: Giovanni Landucci. - Euclide Ghcrardi. Luigi Orselli. - Luigi Stero. Pei principi elementari Signori: Maurizio Giannecchini. - Carlo Bcnelli. - Paride Ghcrardi. - Gaetano Campetti. - Clemente BaiaIrosi. - Carlo A’uccorini. Pel violino Sig. Pietro Arrighi. Per la viola Sig. Luigi Giuliani. Pel violoncello Sig. Felice Catalani. Pel fiatilo Signori: Carlo Bugalli. - Luigi Stero. Per l’oboe Sig. Vincenzo Stefani. Pel clarinetto Signori: Francesco Dotti. - Luigi Angeli. Pel fagotto Sig. Angiolo Lucchesi. RICEVETTERO LE MEDAGLIE m ONORE ( TEE RIPETITORI CHE SEGUONO, cioè Sig. Pietro Bertolucci per la scuola di violino. Sig. Carlo Giambastiani per la scuola di pianoforte. Sig. Carlo Giannecchini per la scuola di principj elementari. Susseguì a questa distribuzione dei premj la seconda parte dell’annuale esperimento, alla quale, delle principio una sinfonia a piena orchestra, composta dal sig. Giuseppe Locarmi di Lucca, alunno di secondo anno nel contrappunto. Dopo di questa il ricordato sig. Vittorio Castrucci produsse, un suo conccrtonc islrumentale, che. nelle parti di concerto venne eseguilo dagli allievi signori: Pietro Bertolucci pel violino. - Ignazio Pelliccia pel llaulo. - F. Dotti e Luigi Angeli pel clarinetto. - Augusto Rustici pel violoncello. - David Casini pel trombone ed Angelo Lucchesi pel fagotto. Un coro campestre scrino dall’anzidetto sig. Giuseppe Balalresi, ed eseguilo, da tulli gli alunni del Regio Istillilo, metteva (ine all’esperimento musicale. La scella c numerosa udienza fece, meritali applausi a tulli i giovani compositori cd a coloro che le. composizioni eseguirono. Questi applausi rifulgono ad onore dei professori e dei maestri, e massime dell’uomo illustre che modera il R. Istituto c guida i giovani compositori nell;) difficile via che loro si para dinanzi. La luminosa carriera dal Cav. Pacini percorsa e che percorre tuttavia, c gli ha procacciato un nome non perituro, lo collodi in questo posto eminente, nel quale in brevissimo tempo ha dato quei frulli che a ragione si potevano sperare da lui, e falle poi concepire le. più belle speranze di sempre nuovi c maggiori ottenerne. Il che di leggeri avverrà se più che da queste parole si piglierà argomento ad apprezzare il R. Istillilo musicale di Lucca dal visitarlo, dall’udire le । lezioni che vi si danno, dal considerare l’alliludine cd il valore, dei professori e dei maestri, i melodi migliori che sono da loro adoperali; e trattandosi dei professori, il come dettino le materie senz’ombra di servilità, cernì quel maschio raziocinio c quella critica severa, che talora viene in acconcio di praticare eziandio nell’insegnamento della scienza musicale non altrimenti che negli altri rami dell’umano sapere; e sopra lutto se vorrà calcolarsi come il ricordato sommo compositore che lo dirige, uno di que’ pochi privilegiali che onorano «piesla terra piena di grandi memorie c che hanno in loro [stessi tutta la potenza i creatrice atta a rendere sommamente utile c celebrata un’istituzione di «piesta sorta, se ne prenda tanta cura c tante adoperi diligenze e fatiche per rispondere appieno al nobile ufficio affidatogli..lui’. A G

— I. R. TEATRO ALLA SCALA. A quanto venne riferito nell ultimo nu- I mero di questa Gazzella intorno al Giuramento di Mercadante credo dover ag- I giungere brevi parole per dire ai lettori । che dopo una sospensione di undici giorni. ।

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in cui fu consumata Tantichirurgica operazione dello spostamento di tono di alcuni pezzi, lo spartito trovò il modo di ricomparire sulle scene cogli stessi elementi di prima:, e se in (piesla novella comparsa non ebbe, come nella prima, grandi motivi da gloriarsi, bisogna pur convenire che il successo fu meno sfori linaio. Pare che non siasi presa in mala parle 1 avvertenza fatta dalla Gazzetta intorno alla rilascia— tozza di alcuni tempi, che. senza disconoscere le altre, hi la causa principale dell infelicissimo effetto ottenuto la prima seia.; ed alcuni tratti eh erano allora caduti di languore, si ressero in piedi la seconda in qualche maniera. Persisto nulladimeno noli opinione che non molle lodi si possono retribuire ai cantanti che con si poca fortuna sostennero honore d’uno de-1 migliori capolavori moderni. Pensando che la musica è delle più belle e che Tesilo fu appena compatito, non saprei a chi altri darne la colpa che agli esecutori. Di alcuni battimani falli da pochi dietro Tombra dei sedili, perché la verecondia non permetteva loro di dimostrarsi, la buona critica non può farsene carico. Lascierò quindi ad altri d lucroso incarico di onorarli dei nomi di artisti valenti, di allori distintissimi, di onorevoli sostegni dell’arte. A me parve che la stessa signora Gruìtz non fosse ben collocata} che il signor Cuzzani fosse fresco di malattia, tanto era sprovveduto di nerbo: e che gli altri non siano abbastanza forti per sostenere la loro parte sulle scene della Scala. V co VARIETÀ AFORISMI SUIj VIOLINO I. " Sarà forse gratitudine, dice Heine, ma io senio mia adorazione pel violino. V’Iia, se ne, eccettuila voce umana, un istromento che come quello uniscala grazia alla forza, la soavità alla nobiltà ì - Il violino è melodia, è l anima del suono: esso ha suoni armonici che imitano il corno, e quattro corde, di cui una profonda e grave come il fagotto, un’altra dolce come il flauto; questa naturale e campestre come l’oboe, quella di suono limpido come il cristallo, come il canto dell’usignuolo. Ammiro i dipinti del medio evo che rappresentano Apollo sonante il violino, c benedico al regno di Carlo IX che lo vide introdotto in Francia. II. Io dedico fervidamente al violino questo caldo panegirico. Il violino, (piesla bellissima eco della voce e. dell’anima, il più semplice cd il più difficile interprete, di pensieri musicali. è. quello, che colle sue quattro oltaxc e mezza e note, colla grazia mirabile del suono, esprime i più intimi e nobili sentimenti. Esso sospira, geme, piange, esulta, giubila: esso imita la voce umana fino all’illusione, ci trasporla alle sfere celesti, trionfa ovunque si mostra, e se lo si sente suonare da mano maestra, avvera rii) che dice Hoffmann, «piando racconta, ch’esso si lamenta come la voce di una donna prigioniera. III. Come l’Italia è il paese del canto, è altresì patria del violino, I’ islromento della melodia per eccellenza, mentre il pianoforte, l’islroincnlo deH’arinouia e della modulazione, appartiene particolarmente ai tedeschi. Corelii, Tariini, Pugnani, Viotti, Paganini sono italiani; Moscheles, Kummel, Cramer, Henselt, Thalberg, ccc., sono tedeschi fi). IV. Appunto «piesla vittoriosa superiorità del violino su lutti gli altri stromcnli musicali, è cagione, che. molti dopo la perdila di Paganini, dcdicaronsi con amore a quesl’istromenlo, nellp cui cultura hanno a sperare le immortali fronde della gloria, o a temere una vita obbliala. Aon a (orto si è, paragonalo il successo «li Paganini alle vittorie del greco Alessandro; dopo la (1) Ma era italiano il Clementi che giustamente vien nominalo il patriarca del pianoforte; e sono oggidì italiani Dohlcr, Golinelli, ed altri «.he pur si potrebbero nominare. [p. 172 modifica]IS3 monito la sua nuova opera II Genio della Rotte. al più soave fiore dell arte! Avviso COBHISPONTÆK.ZA Franco forte, 28 settembre ISii. che trail) USO PER IZ INFANZIA SLOIA leale dell Opera tedesca fa allestire la restale ed Crocialo in Egitto. La prima di queste opere non qui eseguita da quattordici anni. Il Crociato non neanche mai stalo rappresentalo in tedesco; lo darà giusta la traduzione che ne fu fatta dal sigi l il i fu fu ’ si;nor clic si Iroscorsa dodi E del loro italiani, 16216-17-18 Ciascuna parte 16219 Le tre parli unite. del relaristarnpe masscro di porre in iseena l’Opera suddetta onde si rivolgano al suddetto editore per i necessari accordi e per ottenerne la relativa autorizzazione. pografi c libraj ad astenersi dalla ristampa (ivo libro di poesia c dall’introduzione di estere del medesimo. Nello stesso tempo avverte quelle Imprese il Sivori, e il Bazzini, che riempiono l’Europa nome, e che come Paganini e le Milanollo sono dove sono rimasti? Dedicali a S..1. /. lì. l’Arciduchessa d’Austria Vieeregina del Regno Lombardo-Veneto MM IM HAiflÌA B. K. Leitner. (Gaz. Mus. di I ieiinaj. manica; ed alla linea 27.a di quella colonna medesima invece di strumento leggasi argomento: alla 66.a linea della 4.a colonna in luogo di agli artisti leggasi degli artisti. Parte I. - Canti pcr la giornata. Per la mattina. - li A mezzogiorno. - III Prima di pranzo. - IV Dopo il pranzo. - V A sera. Parte li. - Canti rituali e religiosi. VI Te Deum. - VII Miserere. - Vili De profundis. IX Requiem æternam. - X Sub tuarn misericordiain. - XI Angele Dei. - XII Alla SS. Vergine. XIII A Gesù Bambino. - XIV Altro a Gesù Bambino. Parte ili. - Canti di circostanza. XVII Alla madre. - XVIII Al sacerdote cav. Aporli.iRimi-coRRiGi: Si ritengano di nessun effetto le parentesi vano nella prima colonna del foglio della MOVE PUBBLICAMI MUSICALI DELL’l. B. STABILIMENTO NAZIONALE PIIIV1LEG.’ DI GIOVAMI RICORDI h sua morte non si trovò alcun degno erede del suo dominio; come i capitani d’Alessandro, si divisero Spohr,.Mayseder, Lipinsky, Vieuxlemps, Bcriol, Ernst, Ilaumann, Arlot, Ole-Bull c le Milunollo i suoi trofei ed i suoi trionfi (1). Da queste dimostrazioni risulta apertamente la verità dell’opinione che molti violinisti dell’epoca coltivano troppo poco il vero canto sul loro istromento. Essi ci trasportano all’entusiasmo colla loro rara maestria, ma vincerebbero il nostro cuore se sapessero commuoverci, scuoterci per mezzo del canto. Essi prediligono l’esecuzione di pezzi a tempo strepitoso, elaborati con difficoltà; il melodioso adagio in toni elegiaci, prolungati pare che a pochi vada a garbo. Essi non conoscono con un si erralo procedere la natura dello slromcnlo; lo maltrattano, ed egli si vendica, mentre ridotto a questa tortura, tiene nascosto lutto il tesoro de’suoi mezzi. Si lasci dunque il peclanlismo della scuola, per dedicai si al sentimento, alla melodia,!• Eccovi le relazioni che ultimamente vi promisi. Non potranno a meno di riuscirvi gradite, che più particolarmente si riferiscono a due valentissimi artisti italiani i quali furono oggetto della generale ammirazione in Germania, la classica terra della scienza musicale. Dei tanti e tanti concerti da Dohler e Piatti in due mesi dati, certamente i più brillanti furono quelli di Baden, soprattutto I ultimo, si felice nella scelta de pezzi e si onorevole per le dimostrazioni di pieno aggiadimcnlo dal numeroso pubblico prodigate ai celebri suonatoli. La magnifica sonata di Beethoven Op. 69 in ogni sua particolarità fu gustata; E esecuzione di questo pezzo fu inspirala ed oltremodo finita. Il bravo violoncellista milanese scosse l’uditorio in una bella fantasia di sua composizione sulla Sonnambula: Dohler meravigliò col suo capolavoro sul /Maometto lì che tutti conoscono; commosse nel prediletto suo notturno, e piacque, nello studio in la minore di Thalbcrg ed in un valzer di Chopin, provando che la musica degli altri autori gli e famigliare come la propria. Piatti deliziosamente cantò su! violoncello la Litauia di Schubert, da lui tradotta, e la Romanesca, fiore melodico per le signore. I n varialo duo sulla Lucrezia Bargia di W olii compì I effetto del trattenimento. Preventivamente in altre circostanze Dohler crasi accoppatalo i comuni suffragi in ispecie nelle recenti sue fantasie sulla Saffo e sulla Lavorila, non che india Polka. Lunedì scorso Hiller, l’esperto compositore, il prode pianista, il gentile signore ha invitato ad una grande serata nella quale si trovava riunito tutto 1 esercito di eminenti pianisti di cui in questo momento la citta di Francoforte è zeppa - Dohler, Mendelssohn, Rosenhain, Meyer. Mpschcles, Evers, AVoIlT, ecc., ecc. Dopoché Dii1er e Piatti maestrevolmente ebbero suonato un ben elaborato duo di composizione del primo, presenlossi Dohler, il quale superando sé stesso, lu superiore a ogni altro. Mosclieles improvvisò da pari suo un applaudito pezzo: questo ai lista passera l’inverno a Vienna ove la sua celebrità renderà assai produttivo il primo suo con certo. - Nell’accademia pubblica (pii data da Mosclieles il duo ch’ebbe ad eseguire col profondo Mendelssohn riportò la palma; non tutti gli altri pezzi riuscirono aggradevoli. - Rosenhain, dal dotto maneggio, fece assai piacere; la sua Polka in Germania eccitò ovunque entusiasmo. Quindi il Piatti cominciò una fantasia in la da lui immaginata e che vuol esser annoverala tra i migliori pezzi che esistano per violoncello; ma a meta del primo adagio essendosi spezzata una corda, egli si pose a modulare il patetico abbandono, a cui per le istanze di Hiller e di tutti gli uditori dovette far seguire la intiera fantasia suddetta che fece meravigliare. La serata con tanto garbo offerta da Hiller fascera di se grata ricordanza anche per gli altri pezzi prodottivi che troppo lungo sarebbe qui enumerare. Il concerto dato al teatro da Leopoldo Meyer non ebbe soddisfacente risultato; il fortissimo pianista,per meccanismo a ben pochi secondo, aveva scelto de pezzi privi d interesse; il soverchio difficile (piasi mai è bello. Jori Dohler c Piatti ottennero ovazioni senza fine, il loro concerto fu il migliore della stagione. Questa mia è già troppo prolungata per trattenervi de pezzi in esso eseguili dai due straordinarj artisti, che il giorno 2. ottobre devono partir per Londra, ivi chiamati per lare ini giro artistico nell’Inghilterra in compagnia di Sivoii e del figlio di Lablache e che poscia si recheranno a Berlino ed a Pietroburgo. Prese parte a questo concerto Vivier, l’incomparabile prestigiatore sul corno. Amatemi *$• MI. Si unisce a questo foglio - 172 NOTÌZIE ALTRE COSE — Aja. Si sta allestendo pcr questo teatro l’opera Otkello come fu rappresentata all’Opdra di Parigi. — Alessandri v. La musica C Eman i venne qui pure apprezzata e trovata degna dell’autore del iVabucco e dei Lombardi. Merilaronsi elogi nell’esecuzione la signora Agostina Boccabadati ed i signori Eugenio Musich e Gaetano Ferri. — Bologna. Della.Maria di Rohan, piacque particolarmente il terzo alto e vi riscossero applausi la signora Love ed i signori Ivanoff e Votesi. — Dresda. 17 Settembre. Abbiamo attualmente tra noi due celebrità musicali, i signori Mcyerbecre Spontini. Per degnamente festeggiare questi grandi maestri, la direzione barone di Liechlenberg pel teatro di Berlino. - La grand’opera che il signor Meycrbeer ha messo in musica pcr I inaugurazione del nuovo teatro lirico di Berlino, e intitolata Gli Ussiti davanti a Jiaumbourg. È divisa in cinque alti, ed ha per soggetto un episodio della vita del famoso Giovanni Ilus, che segnò le traccio ai riformatori tedeschi, c che fu bruciato vivo a Costantinopoli, il là giugno -1445. - In questo lavoro vi ha una innovazione, consistente in ciò che, in luogo del dialogo, vi saranno dei recitativi obbligati, come nelle grandi opere francesi, e dei recitativi semplici a guisa di quelli di tutte le opere italiane, ciocche ancora non esiste nei melodrammi tedeschi.-Jori sera giunse a Dresda il signor luogotenente-generale Lyoll, ajutanle di campo dell imperatore Nicola. Il signor Lyotl, che, come si sa, è autore d’alcune grandi composizioni di musica vocale, ha or ora scritto pel teatro reale italiano di Dresda la partizione d’un’opera in tre atti, intitolata Bianca e Gualtieri, di cui assisterà alla messa in iseena ed alle prove. — Firenze. Al Teatro Nuovo la Saffo, il capolavoro di Bacini, ebbe esito trionfante. L’eseguivano le signore Barlolini-Ralfaelli e Clelia Merli ed i signori Pantani e Salandri. — Lione. Eh giornale di questa città riferisce il fatto seguente: «Abbiamo assistilo ad un esercizio pubblico ove, innanzi ad uno scelto uditorio, i pazzi d ambo i sessi hanno cantato diversi pezzi d’assieme in una maniera sorpielidente. Insegnare a’pazzi delle melodie-;, farle loro cantare correttamente all unisono, sarebbe già cosa da far stupire. Ma ciò che pare incredibile, e ciò che abbiamo sinceramente ammirato, è d’esser pervenuti a far loro eseguire, con molta costanza, dei cori a più parli. Aggiungiamo che i pezzi che figuravano sui programma erano tulli d una certa importanza, e che diversi offrivano nella loro esecuzione delle reali difficoltà, sotto il doppio rapporto del ritmo e del!’intonazione. Le unioni, le rientrate deìle parti sono state ben fatte, la misura c stata (piasi sempre esatta, e, in verità, diversi passaggi sono stati resi con un assieme da dichiararli coristi di professione. Citeremo particolarmente la preghiera della J/uette, ed il coro finale tolto dal bell’oratorio de) signor Neukomm, E I ntne à la nuit.» — Parigi.La riapertura del Teatro Italiano ebbe luogo martedì i.° coll’, davanti ad un pubblico assai numeroso. Le rislaurazioni danno al teatro un aspetto brillante e ne fanno un magnifico luogo di riunione. La Linda di Chamouni.E era destinata ad inaugurare la stagione. Quest’opera composta pel teatro italiano di Vienna la primavera 1842, e comparsa tra noi il mese d’ottobre susseguente. L’esito non potè essere migliore, e I’amministrazione ha dovuto perciò serbarsi quest’opera nei repertorio. La distribuzione delle parli ha subito qualche cambiamento. Lablache è supplito da Morelli nel personaggio del Prefetto. Fornasari succede a Tamburini, e i’agliafico a Federico Lablache. La Persiani e Mario sostennero ancora il loro personaggio della Linda e del Visconte. Fu uno sbaglio l’aver fallo esordire un artista si poco esperto qual è Tagliatici) nel marchese di Bois-Fleury. Non si potrà sì tosto dimenticare il suo predecessore. Noi siam d’avviso che Ronconi ne avrebbe tratto gran partito. Fornasari è stato nobile, drammatico. La voce possente, ch’egli sa addolcire a suo talento con stupenda facilità, ha più volte eccitato le simpatie generali. Questa sera (8 ottobre) Linda ricompare di nuovo, (Revue et Gazette des Théâtres} — Emilio Prudent ha or ora terminata un’opera destinata a produrre grande sensazione: vogìiam alludere ai dodici sludj ch’egli intitola, Etudes de genre, intorno — Thalberg si stabilisce a Parigi per propagare, per mezzo dell’insegnamento, le sue opere ed il suo metodo d’esecuzione. — Roma. La IVorma, degnamente interpretala dalle signore Giulia Sanchioli c Tizzoni e dai signori CialTei e Anccmi, ebbe successo lietissimo. — Vide or ora la luce I’Oratorio 5. Paolo di Felice àlendelssohn-Barlhohly, tradotto in italiano dal marchese Domenico Capranica. il (piale ha pure tradotto I’Oratorio Jefle di Hàndel che parimente sarà stampato. i — Saijsbuigo. Il 5 settembre ebbe luogo un gran concerto festivo in ricordanza della celebrazione di Mozart. a cui cooperò il Conservatorio di Musica ed il Ufozarteo. La maggior parte delle opere che vi si eseguirono furono composizioni del maestro festeggialo. Il 5 settembre è giorno memorabile per Salisburgo, ed il Mozarteo vi adempie con ogni decoro la sua missione. li pezzo BT. 9 dell’AATOILOGIA CLASSICA MI SH AI F. Anno III — L’opera Othello, tradotta dai signori Vaëz e Rover, qual vico ora rappresentata al teatro dell’dpó’a a Parigi, sarà messa in iseena all’Aja, a Brussellese Lione, a Rouen, ed altre città seguiranno certamente questo esempio. Cosi la France.Musicale. — Federico Ricci, l’autore del Corrado d’MItamura. comporrà una nuova Opera che verrà rappresentata al Teatro Grande di Trieste il carnevale prossimo. — Il maestro Gualfardo Bereanov ich, che fu per alcuni giorni in Milano, è partito per Verona ove nel prossimo mese deve andar in iseena al Teatro FilarL’editore Giovanni Ricordi ha fatto acquisto, con regolare contratto, della proprietà esclusiva, assoluta e generale dello spartito per le rappresentazioni, delle riduzioni a stampa d" ogni genere e del relativo libro di poesia dell’Operaiulilolata: I DUE TOSCAEII, musica del maestro Giuseppe Vëbdi, che si rappresenterà nel corrente autunno al teatro Argentina in Borna, poesia del signor Francesco Maria Piave. Volendo quindi il suddetto editore usare dei diritti di proprietà a lui derivanti dal suaccennato contratto, e giovarsi di tutti i privilegi accordali dalle Leggi e dalle Convenzioni Sovrane tra i diversi Stati Italiani riguardanti le proprietà dell’ingegno, diffida i signori editori e venditori di musica ad astenersi da qualsiasi riduzione, stampa e pubblicazione dell’Opera sunnominata, non che dalla introduzione di ristampe Dall’I. R. Stabilimento Nazionale Privilegialo di Calcografia, Copisteria e Tipografìa Musicalo di Giih avvi Ilicoitm Ed. Pr. Contrada degli Omenoni N. 1720, e gotto il portico di fianco all* I. li. Teatro alla Scala. 8 —