Gazzetta Musicale di Milano, 1844/N. 27
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— 114 o o te; o GAZZETTA RISICALE DOMENICI 7 Luglio 1844. ANNO III. - N. 27 Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associali dodici pezzi di scella musica classica antica e moderna, destinali a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio si intitolerà.Antologia (-.lassici jitsrcAi.K. — Per quei Signori Associati che amassero invece altro genere di musica si distribuisce un Catalogo di circa N. 2000 pezzi di musica, dal quale possono far scelta di altrettanti pezzi corrispondenti a N. 150 pagine, e questi vengono dati arali* all’atto che si paga l’associazione annua; la metà, per la associazione semestrale. Veggasi I’ avvertimento pubblicato nel Foglio N. 50, anno li, 4843. SOMMARIO» I. Al SIGNORI ASSOCIATI. - IL II. DE PROFVNDIS (li Mcreadante. - 111. Breve Notizia intorno all’Archivio musicale dell’I. IL Biblioteca di Vienna. - IV. Me- ’ sica e poesia. - V. Varietà’.- VI. Gazzettino settimanale di Milano. - VII. Notizie. - Vili. Altrecose. 1 Ai signori Associati I Colio scorso numero ebbe termine il corso del primo semestre 1844 di quej sta Gazzella. Per conseguenza quei Si1 gnori che si sono iscritti pel solo primo semestre vengono pregati a volet e, qualora! ne abbiano T intenzione, sospendere le loro associazioni al più tardi entro il corrente luglio. Non ricevendo T Editore nessun j avviso, riterrà che gli Associati al primo | semestre intendano rimanere iscritti anche! pel secondo. A e piace al tempo stesso far osservare a medesimi benevoli nostri Associati che I T Editore-Proprietario e la Redazione di I questa Gazzella Musicale nulla lasciano; d’intentato per sempre più rendersi degni J del favore, col quale i lettori si conipiaì cquero fino ad ora di retribuire il loro ì zelo. Gli stessi signori lettori si saranno • avveduti, speliamo^ che, in questi ultimi! giorni principalmente, il numero da’ collaboratori si accrebbe (Tassai, e possiamo! assicurarli che di parecchi altri e chiari scrittori potremo ben presto arricchire queste pagine. Anche il numero presente rinchiude un articolo di un nuovo collaboratore. Ne dispiace che la modestia dello scrittore ne costringa a non poter I jar palese il suo nome. che pure gode
- già di chiara fama.
DS PROFU NO I.S 1>I MEREADARTE Napoli 9 Giugno 181L In uno di questi ultimi giorni abbiamo assistito ad una mattinata straordinaria, data al Conservatorio in onore di sua altezza il principe di Sclnvarzemberg. Ministro Austriaco, dal signor maestro Merendante. assistito da tutti gli allievi del ColDI MILANO La musique, par dei inflexion* vives,accentuée*, et, • pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas» lions, peint tour les tableaux, rend tous les objets, • soumet la nature entière à ses savantes imitations • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen• tintent* propres à l’émouvoir. • J. J. flol SSEJC. legio. Poche persone soltanto, fra le.) quali il signor Ricordi di Milano, furono invitate a questa riunione musicale. Essa > fu breve, ma la scelta dei pezzi che vi si,l eseguirono non poteva essere migliore. Faceva parte del programma una Sinfonia, j assai apprezzabile per essere lavoro d un allievo del Conservatorio. Appellasi esso i Michele Tinto. Questo componimento re-; spira tutta f essenza ed il vigore d1 una i preziosa organizzazione musicale, dinota! studj coscienziosi, ed olire nel suo tutto un immenso risultato, qual si è quello di non troppo impallidire a fianco degli altri pezzi di Mercadante, istitutore del sullodalo allievo. Rimarcasi sovrallulto, oltre a parce-! chi brani eccellenti, un canto affidato al- i F oboe, e che ci sembra una felicissima imi- I fazione di quello sì ammirabilmente reso j dal clarinetto ueW’ouverlure del Ereyschùlz. Il Coro del Bravo Giustizia, giustizia! w tenne dietro a questa Sinfonia. Questo pezzo, già sino dal momento del suo; apparire dichiarato come uno de’più belli di Mercadante, risvegliò tutte le simpatie che si appigliano a certe composizioni, al-, lorquando ha gran tempo che non si sono riudite, e che odonsi eseguite con tutte, le condizioni che il loro merito reclama. Succedeva disgraziatamente un concerto > per flauto. 17 esecuzione fu bensì buona; le difficoltà più o meli nuove, di cui è | forza d uso tempestare questa specie di divertimenti, furono abilmente superate dal giovane allievo signor Scaramella; ma si tratta pur sempre d un flauto. Sono sempre punti coronati che hanno principio e non hanno mai fine, che ti giungono I come una Prefazióne o come un Nota, j Bene: e pur troppo ho la sventura di es- I sere forzato a persuadermi. che, non essendomi dato di più intendere i suoni di Tulou o di Dorus, preferisco decisamente; non sentire più alcun flauto fi). - A dare; il colpo di grazia a questo malaugurato i concerto sopraggiunse pressoché senza interruzione 1 ouverture del Reggente. Pro- I sentemente non possiamo accennare se non । della scienza rimarchevole di cui va ricco f istrumenlale, non conoscendo noi affatto» (I) Questo nostro nuovo collaboratore, che ragiona l| pur assai bene e descrive meglio, è francese, e di- ’ mora presentemente in Napoli. Siamo sicuri che se avesse una qualche voila visilato l’alta Italia, la sua restrizione ai due flautisti francesi avrebbe pollilo abbracciare anche qualche nome italiano. Ne basii citare quello di Rabbonì. La Red. J O Il prezzo dell’associazione alla G’oîzettae alla Musica è di effettive Austriache L. 12 per semestre, ed effettive Austriache L. l i affrancata di porto tino ai contini della Monarchia Austriaca; il doppio per F associazione annuale. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicato nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Uflicio della Gazzetta in casa Ricordi, coni rada degli Ornenoni N.° 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Unici postali. — Le lettere, i gruppi, ce. vorranno essere mandati franchi di porlo. 1 opera alla quale è destinala ed a cui sembra doversi legare essenzialmente. Per sovrappiù ci sentiamo in oggi talmente dominali dall impressione delfultimo lavoro di Mercadante, il suo De Profundis, che avremmo timore, tenendo giudizio in questo momento di ambedue queste composizioni. di non poter difendere la nostra preferenza da una ernia prevenzione. Ed m fallo, quest ultimo pezzo non è inferiore all altro per copia di bellezze strumentali, mentre poi lo supera nell imponente prestigio d una idea religiosa, formulata dalla melodia la pili soave e dalT iocomparabile effetto delle voci. Questa melodia, alla quale preludia un Andante Maestoso attaccato dai Violoncelli, annunciasi e riproducesi mediante diverse modulazioni d1 orchestra: in mezzo ad un tremolo le voci gravi vanno bentosto ad accompagnare 1 agitato dai tenori ripreso. Tutto ciò è improntato di severità, d inquietudine, e d un colai sentire di sofferenza: non è troppo lungo:, anzi, diremmo, non abbastanza: però non desiderasi niente di più allora che da questa generale perturbazione viene a staccarsi silenziosamente la frase si pura e si bella dei violini sui cantini all unisono coi soprani. Sentite come è deliziosa, come e condona, dialogala dai bassi e dai tenori, sostenuta dall’orchestra, interrotta con giusto intendimento da certe vibrazioni di slromenti! Sentite come ella va ripiena d1 armonia e di trasporto per risolversi e finire! Non voglio adesso asserire d’aver: interamente compreso questo canto, ma | posso dire bensì che mi ha rapito!... Tutti j coloro che al pari di me 1 hanno ascoltato ad occhio fisso e ad orecchio immobile mi dicano pure che non è abbastanza religioso: io non voglio risponder motto: il ragionare può esser fallace là dove il cuore è soddisfatto. Questa frase per me è una cosa ideale*, dimentico le mal tradotte pa-! iole per unirmi all intenzione del maestro, il quale dopo un1 idea terribile mi fa trovare nell’espressione del suo pensiero la calma della preghiera, la voluttà della fiducia, e lutto il fervore duna speranza celeste. 17 impressione di questo pezzo, eseguito [ per la terza volta a Napoli, fu solenne per Ò lutti gli uditori: e si* ella fu diversamente py sentita, si è perchè riesce difficile calcolare a qual grado pure avrebbe potuto svi- foVN? lapparsi. (piando fosse stala interpretata ’"lA-N — — da una proporzionata massa di esecutori, in tutt’altro locale che non fosse la picco- |i lissima sala del Conservatorio. Perciò noi vogliamo offerire in oggi un primo e sincero omaggio alla composizione di Mercadante, imperciocché con ciò egli ha pure presentemente legato a moderni tempi un prezioso saggio di composizione religiosa. Non è questo il momento di discutere se sia o no consacralo di celebrare le grandezze di Dio colla semplicità primitiva del canto e dello strumentale, anziché col mezzo di armonie potenti, che li conducono all ultimo grado di perfezionamento. E una questione che senza dubbio non verrà sciolta se non quando noi non saremo più, se, come i grandi maestri passati, i viventi si decidono una volta a consacrare al genere religioso le belle ispirazioni del loro genio. In tal caso nessuno meglio di Mercadanle, per la profonda sicurezza che possiede e per T impronta severa de’ suoi pensieri potrebbe in Italia pretendere a preparare all’avvenire una riputazione, degna forse d’essere paragonata a quella de’ più bei nomi dell’arte musicale. Queste riflessioni non devono però farne dimenticare gli allievi del Collegio che interpretarono con amore in tale circostanza tutto quanto hanno cantato. Nè pure il loro Direttore per la stessa ragione dev’essere dimenticato. Dunque egli è verso il sig. Fiorirne, capo delle parti vocali ai concerti del Conservatorio e ripulatissimo professore di canto in Napoli, già intimo amico di Bellini, che noi soddisferemo un ultimo debito pel talento che adopera nel dirigere i suoi giovani allievi. Egli vorrà perdonarci di non parlare di lui che al termine di questo articolo: le belle romanze però che compone, e le rarità artistiche che possiede ci forniranno più lardi occasione di parlare di lui più diffusamente. Breve notizia intorno all’Archivio musicale dell’I. R. Biblioteca <11 Vienna. <11 Antonio Schmid scrittore nella medesima. (Dai Fogli Austriaci di Letteratura c Belle arti, 20 aprile N. 6.) (Continuazione: vedi i numeri 19 e 22). VII. L’archivio privalo dell’Imp. Leopoldo I. consistente la maggior parte in opere teatrali ed oratorj, in più raccolte di arie e di piccole cantale, annovera 69 autori delle prime due serie, alcuni dei quali sono i seguenti} Lo stesso Leopoldo I, P. A. Ariosi!, C. A. Badia, G. A. Bernabei, A. Berlali, A. Cesti, Fr. Cavalli, M. D’Ardespin, G. Legrenzi, A. Metani, C. Fr. Polaroli, A. Scarlatti, ecc., ecc. Oltre queste opere accennate, se ne ritrovano ancora molte di incerti autori. Vili. La raccolta degli autografi gloriasi nella maggior parte di composizioni complete di 142 autori, tra quali: Salteri Op. 41, G. AIbrechtsberger, Giulio d’Alessandri, Bach (padre e figli), l’Imp. Carlo VI, L. Cherubini, e di tutti i più rinomati de’secoli passali e presente, fra cui si annoverano anche i luminari più grandi viventi } tra 3uali G. Meyerbeer, Mendelssohn-Bartholy, Spontini, Spohr, Rossini, ecc. ecc. Nel numero di questi non sono ancora accennati quegli autori, de’ quali non si ha potuto sino ad ora raccogliere che frammenti autografi. Del resto sembrami necessario di avvertire che la biblioteca di Corte non possiede soltanto un pezzo degli autori indi-! cati nelle varie sezioni, ma che di varj compositori può rammentarne molti: cosi per esempio di Paolo Colonna conta 80 composizioni } persino 480 di Antonio. Draghi: la maggior parte delle produzioni di Pier Luigi Galestrina, di Orlando Lassus, ecc. ecc. Per conseguenza 1 artista e l’amatore della musica, desiderando di pascere la mente ed erudirsi nelle opere classiche antiche, trova anche in Vienna on vasto campo per soddisfarsi. | Noi chiudiamo questa breve notizia col voto, che tanto questa raccolta, quanto ogni altra che ha in vista simile meta, abbia la buona fortuna di arricchirsi anche in seguito di tali oggetti che sieno degni
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dell attenzione de raccoglitori, e meritino di essere tolti alla dimenticanza. Coloro, i quali giudicheranno ciò che ho di volo indicato essere troppo ristretto e quasi una mera nomenclatura, possono volgersi allo scritto periodico musicale, intitolato Cecilia del -1842, ove io ho fatto 1 inserire de supplementi alla storia e letteratura musicale, i quali contengono molte cose cavale dal tesoro della Biblioteca ed Archivio musicale, serventi a riempiere le lacune che possono esistere in tale materia. Per mitigare un poco l’aridezza del pre-! sente articolo, e per convalidare vieppiù ] la predilezione e protezione singolare che accordarono ognora i Sovrani dell’Augustissima Casa d’Austria in grado si emi- j nenie aliarle musicale, la quale non solo è mai stala interrotta sino a nostri dì, ma fu persino virtù ereditaria fra i Principi i e Principesse di quelflmp. R. Famiglia il distinguersi ancora nella pratica della medesima, il Traduttore crede non inopportuno! di presentare in seguito ai lettori di questo foglio alcune date istoriche sotto il ì; titolo: ■! Le Glorie della Musica i I SOTTO IL FAUSTO GOVERNO dell’Imp. e R. Casa d’Austria. Gin. Simone Mayr. MUSICA E POESIA Articolo IV. (Continuazione. Vedi i numeri 14, iti e 22). Dopo la struttura del verso bisogna pur I guardare alle stanze e strofe, ciascuna delle quali contenendo un sentimento compiuto o quasi-compiuto debbe trovarsi in analogia coi periodi o semi-periodi musicali. La stanza a 4, 6, 8 versi eguali e lun-! giù è in generale adoperata a raccontare j o descrivere. La dolcezza che il Poliziano, seppe dare all ottava, di cui fu probabil- j mente 1 inventore, e colla quale volle intarsiare il suo Orfeo scritto per la musica, debbe invaghire i compositori a ridestare un genere che morì troppo presto. Una i composizione a stanze dovendo avere un movimento grave e nel tempo e nel ritmo, e schivare insieme la monotonia, converrebbe che camminasse a modo di recitativo obbligalo, salvo in que’luoghi dove l’affetto dominasse, perchè dovendo il can- i tore raccontare non ha da cantar troppo. Tolgasi ad esempio. aria buffa del Gorradino, dove il poeta affamato intona in sestupla: Intanto Erminia infra le oni- 1 Irose piante y ecc., e vedrassi il deforme che nasce dall’ignoranza o dall’abuso. Almeno il tempo poteva acconciarsi a quella ottava, giacché la cantilena è affatto sbagliata. Si dirà che trattasi di ridere} ma allora perchè non scegliere una stanza del 1 Beffili o del Passerini!? Le stanze debbono serbare grande simmetria tra loro} e perciò farebbe mestieri che i due ultimi versi di ciascuna fossero lavorati a ritornello, con variazioni ed imitazioni. Avendo detto delle strofe a versi lunghi, passerò a dire qualche cosa intorno agli altri generi di poesia per ciò che riguarda la verseggiatura. E sia da prima la lirica. I moderni sembra che svegliasi adesso per mettere in musica qualche poesia non drammatica. Peccalo però che la me- I slizia del secolo abbia cangiala la lira dì Anacreonte e d’Orazio nell’arpa del Bardo! A rimedio di cotesla tristezza comincino ad avvezzarsi allo stile delle anacreontiche. Queste canzonette nella tessitura delle loro i strofe possono pigliare tanti varj metri । quante sono le possibili combinazioni, sebbene anticamente usassero minore libertà, dico nel metro. La prima strofa era una volta il tipo delle altre} ma ora vi s’intruse il sistema binario. Della prima guisa è la seguente del Pindemonte: Fonti c colline - Chiesi agli Dei: M’udirò alfine - Pago io vivrò. Nò inai (ine! fonte - Co’ desìi’ mici, Nò mai quel monte - Trapasserò. Della seconda maniera è questa Borghi: T’inchina, o Dio clic termini L’ambascia di quaggiù. Come un gran coro in festa, La terra, il ciel si desta: Le morte cose tornano Alla natia virtù. del Non lare bisogna credere che il metro irregosia meno pieghevole alla simmetria della frase musicale. Metastasio segui pure talvolta il sistema binario, nè i maestri se ne lamentarono. Poi quando uno mettes! in capo che la musica debbe secondare la poesia, qualunque metro esca dalla fantasia del poeta, purché non sia bislacco, è opportuno alle note: d’altra parte sarebbe bella, che i musici godendo ampie facoltà nelle combinazioni si rifiutassero alle bizzarrie de’poetiI Musica e poesia debbono sempre star amiche, che alla fin fine fantastiche. pazze e capricciose sono tutte e due. Ma io in mezzo a cotesto libertinaggio raccomando molto ai musici la varietà. Le canzonette un po’ lunghe (dico in poesia), che non variano mai tempo in musica, non fanno ritratto di sè stesse. Esse pajono gravissime matrone anzi che vispe e leggiere fanciulle: movono in quinci e quindi, stanno in sull avviso, ed appena sorridono a chi le inchina. Oh le venerande Cornelio e Sempronio! voi non siete della famiglia nè di Anacreonte nè di Vittorelli. Io non parlo di quelle che il volgo canta per lo vie} nè di quelle che rallegrano il solco, l’officina, la prigione, se pure ancor ve ne hanno di proprie ed originali} perchè ora e popolani e contadini vanno balbettando e zuflblando le ariette de’teatri} così che anche qui il volgo imita i maestri, acconciando la sua goda canzone alla musica del dramma. Parlo adunque di quelle scritte a bella posta per la musica, nelle quali osserviamo o <0 —
sovente tale uniformità e monotonia, che sembrano nenie o sequenze. L’ode anacreontica è naia dall’allegria e dal piacere, e poi sposossi a quel metro, a quel canto disinvolto che più gustava a parenti suoi. Egli è vero che oggi abbiamo anacreontiche meste, cioè pensieri tristi in abito di gioja, sentimenti cupi in veste da ballo, e perciò i maestri possono essere gabbati dai poeti. Sento tutta la forza dell obbiezione. Lo so, lo so. Lo scandalo viene dai poeti! Ma bisogna compatire anche questi; perchè il Parnaso italiano non germogliò un metro proprio dell elegia. Ma quando il metro è sbagliato, pensino i maestri a correggerlo col tempo e col ritmo; perchè la musica debbo sempre ajutare la poesia anche negli errori de’ poeti. Del resto quando veggiamo argomenti serii, morali, religiosi, trattali in leggerissime canzoncine, mentre all’opposto osserviamo soggetti triviali e dappoco rinchiusi in metro assai signorile, ci viene un dubbio, se per ogni genere di soggetto vi abbia un metro stabilito, o se esso soggetto dia nome e qualità al metro. La soluzione deciderebbe assai: perchè la musica moverebbe più franca e precisa nell acconciare le sue note ai diversi generi; sembra però che il metro poetico debba calzare alla natura del tema con quel rigore onde noi vogliamo che la musica quadri alla poesia. L* assurdità non conviene in nessun1 arte ed almeno la convenevolezza dovrebbe sorriderci, quando il buon gusto, il genio, la fantasia, e le altre virtù di prima classe ci guardano in cagnesco. Avvi poi una lirica nobile, propriamente delta: amorosa, eroica, religiosa, morale, ecc. Abbiamo un saggio di alcune specie nel Canzoniere del Petrarca1, perchè il Sonetto, la Canzone, e la Ballata sono antichissime forme liriche nostrali, a cui aggiugnendo 1 Ode pindarica e l’inno moderno, avremo tutte e cinque le classi della lirica moderna. Ma quale di questi nomi non ricorda origine o parentela musicale? Notiamo anche i nomi in questo secolo positivo, e teniamoli saldi affinchè non svaporino. Il Sonetto, da cui comincio, si può dire che solo (salve le code del secolo scorso) siasi conservato immutabile, mentre gli altri metri progredirono assai I suoi 14 versi distinti in 4 gruppi ini sembrano accordarsi bene ad un breve e sugoso lavoro musicale. Un compositore può figurarsi un andante di quelli della scuola tedesca (una volta sarebbesi detto italiana}’. ma tale che la seconda parte compendj la prima, senza che vi abbia tra Puna e Paîtra episodio alcuno. La Ballata poi ci ricorda di unire il canto alia danza. Poliziano, Lorenzo de1 Medici, Boccaccio ne hanno delle belle-, ivi è ricordala la vivuola, forse quella d’amore. La ballata è adunque una lirica danzante, il che basta per avvertire il maestro quale tempo e ritmo esiga. Sui teatri udimmo saggi di questo genere} ma vogliono essere più semplici. Noterò quella di Enrico Voss, che mi pare molto ballabile, poeticamente parlando. Ella è la Casalinga. La stanza è composta di 8 versi senarj, alternandosi i piani coi tronchi, ( vimenlo del valz: Mi danno la vita La casa il giardin. Mi tentano invano, Non esco di qui. C e solo al leggerla sentesi il moM’annojo, in’afiliggo In mezzo al rumor. Qui ballo qui canto Attorno al giardin. L’ottonario mi pare acconcio a quella ballata che intende far galoppare i ballerini. Questa del Poliziano è degna del galoppo: Canti ognun, che io canterò Dondoli», dondoli), dondoli). Di promesse io son già stucco Fa che ornai la botte spilli. Tu mi tieni a badalucco Colle man piene di grilli, Dopo tanti Filli, biffi, ccc. L’allegria della ballata caccerebbe via dalle danze la serietà, i cattivi pensieri, e quel sentimento per cui molti ne escono insensati. Biglieini. VARIETÀ Leggasi nella Revue et Gazette des Théâtres:! — Tutte le biografie s’accordano a raccontare che alcun tempo prima della morte di Mozart, un ente dalle forme misteriose si presentò davanti a lui, per! annunciargli F ultima sua ora e per ordinargli quel ì celebre Requiem che doveva essere eseguito innanzi al feretro del suo autore. I nostri lettori senza dubbio non avranno dimenticato quell’aneddoto, e intenderanno non senza stupore che un’avve.nt.urn pressoché ana; Ioga arrivò al nostro gran Bossini. Il fallo, sebbene meno fantastico, racchiude, però un carattere di bizi zarria inesplicabile. Il 9 dello scorso mese, un giovane pallido e magro e dal portamento grave chiedeva di vedere il famoso maestro: l’autore del Mosè si presenta: a Voi ignorate certamente chi io mi sia, gli disse allora il visitatore; ma forse mi farò tosto conoscere in maniera più chiara: ecco qual è in oggi lo scopo della mia visita! Dio vi ha prodigati i tesori del genio, ina voi lasciate P ingegno nell’oscurità, e commettete un odioso sacrilegio! Or bene, se il vostro empio silenzio più oltre si prolunga, la provvidenza sceglie me per essere l’istrumenlo delle sue vendette. Ascoltatemi senza interrompermi! Da qualche tempo l’esistenza m’era grave; la musica, la mia sola passione, la mia religione, lamia vita, la stessa musica, dico, non era più per me che un ammasso di suoni. E tuttavia un’idea fatale mi perseguitava mio malgrado; mi pareva che sarei morto meno infelice se. prima avessi potuto sentire qualche opera del vostro genio. Il mio progetto era stabilito: il mio suicidio avrebbe servilo di finale sanguinoso c memorabile alla prima rappresentazione della costi-’ opera. Ho speralo troppo! troppo tempo ho aiteso! la mia pazienza è stanca!... n E siccome a que» ste parole Rossini sembrava inquieto h. Non temete nulla, ripiglia il giovane: io non v’ho detto che. il tempo sia venuto; differisco anzi il mio divisamento c vi apro una via di salvezza!... Per creare c per far rappresentare la partizione che vi domando, voi avete, un anno. Solamente un anno, badateci bene! se voi siete ostinato nel vostro silenzio indecoroso, io morrò due volle bensì; ma voi morrete meco! Foggile pure F Italia, lasciate F Europa medesima: io vi saprò raggiungere: addio! h E questo strano ammiratore si I lanciò fuori dagli appartamenti. Il gioviale compositore non ha cercato di parlare se non ridendo di questa singolare apparizione, ma i suoi amici affermano che questa conferenza F ha lascialo profondamente mesto: evidentemente. Rossini s’attrista: speriamo dunque che Io colga il rimorso, e che i s’occupi finalmente di musica. Vogliamo lusingarci che il risultalo di tutto questo । sarà che F autore di tanti immensi lavori dia quanto prima una nuova sorella alla sua bella partizione di | Guglielmo Teli. GAZZETTINO SETTIMANALE — E il Re ed il Carfano si chiusero alla Musica. — Quest ultimo però fece pur una specie di viaggio, osi portò con tutta la sua compagnia (meno il tenore), con tulle SO le sue scene, i suoi cori, e il suo Roberto il Diavolo alla Canobbiana. E fece bene: i nostri dilettanti, in mancanza di meglio, si accontentano di ciò che si può dare, ed aggradiscono la sublime musica, il talento di qualche esecutore e la buona volontà degli altri. Come era presumibile, Roberto il Diavolo attira maggior folla alla Canobbiana, che non al Carfano. Se ne deve accagionare il biglietto meno gravoso e la posizione più centrale del Teatro. — Nelle ultime rappresentazioni del Teatro Re il maestro Rossi espose un Duetto di nuova fattura, che dedicò alla Riva-Giunti nell’occasione della beneficiala di quest ultima. Il pezzo racchiudeva qualche graziosa ed originale idea, ma F esecuzione lo tradì. Non lo si sapeva nè dall’uno nè dall’altra dei due cantanti. — L’autore del Candiano, degli Ultimi giorni di Sully c di altri apprezzati lavori teatrali, il sig. maestro Ferrari di Venezia, trovasi da varj giorni a Milano. Speriamo che si voglia far conoscere anche ai Milanesi questo bel talento. NOTIZIE — Ancona. Il S’abucco del Verdi comparso su quelle i scene e decorato con lusso ebbe lietissimo incontro. Ne erano interpreti le signore l)e-Giuli, Cignozzi, ed i signori Radiali, Porto e Lucchesi. — l)nhi.n<». La statua d’Apollo che fregerà il nuovo! Teatro è finita, c verrà quanto prima collocata sulla cima della facciata dello stesso. Essa venne eseguita alla foggia dell’Apollo nel Museo di questa città. | — Bologna. Leggasi nella Farfalla in proposito del i la giovane Grassi-Mazzetti nostra milanese, quanto i segue: - • Nella Grassi-Mazzetti riiiviensi tutto ciò i • che abbisogna per ben riuscire nel teatrale arringo: bella • figura, avvenenti sembianze, nobile portamento, voce • gradevole, conoscenza dell’arte, spiritosa azione, e, • (piando il voglia, anche vera: tutto le promette una» brillante carriera; e certo l’avrà, ove ella si guardi! • dalle false vie, che spesso paralizzano i mezzi mij • gliori, e da quello stile barocco, che forse può valerle • l’applauso di taluno, ma che le alienerebbe l’animo • dei sensati, ch’ella, pure sensata, deve solo cercare • di tenersi caro ed affezionato». — Boiuieaux. I due Teatri son chiusi da qualche giorno. Si assicura che il signor Devérm, direttore, ha lasciata la città. L* autorità non può tralasciare di preti| dere delle misure attivo affinché il corso delle rappresentazioni abbia la più breve interruzione possibile. Numerose povere famiglie si troverebbero ridotte ad una. ben triste posizione se i teatri non si avessero ad aprire fra pochi giorni. — Calcutta, io Aprile. - Lucia di Lammertnoor | venne rappresentata col più grande successo, ccon unno franchi d’entrata. Mercè T abile direttore signor Minarti le opere, nuove si succedono anche qui come sui teatri d’Europa. Si promettono Les diamants de la Couronne di Auber. Si aperse una soscrizionc nel paese i per avere una compagnia francese perfettissima pel primo novembre 1S44. — Dhesda. Una nuova sala da spettacolo sotto il titolo di Teatro d’estate è. stala inaugurala il 27 del passato maggio. Questo teatro, di costruzione semplice ed i elegante, s’innalza nel giardino detto Reisewitz: vi si rappresenteranno drammi di circostanza, vaudevilles, ■ commedie, ccc. — 7 Giugno. - Si è formata una società per raccogliere e seppellire le ceneri di C. Maria di Weber: si faranno venire dall’Inghilterra a spese del clero cattolico della Cappella di Moorfield, che ha chiesto alla vedova del gran compositore di accordargli quest’onore. Il IO corrente il figlio maggiore di Weber, abilissimo ingegnere al servizio della Prussia, si è portato in Inghilterra per farsi rimettere gli avanzi di suo padre, e per trasportarli qui. Dopo la cerimonia funebre, la i società darà mano all’erezione d’un monumento che verrà eseguilo senza dubbio da uno de’ nostri più distinti scultori. — Fihevze. La Deputazione permanente, eletta fino ’ dal decorso mese di Agosto 1833 dai Gomitati per gli Asili Infantili di questa città, ad oggetto di dirigere il grandioso trattenimento musicale solito darsi in ogni anno nella maggior sala di Palazzo Vecchio a benefizio degli Asili suddetti in occasione delle feste religiose c [ civili in onore del Santo Protettore della città, non ha ominesso, fino dall’epoca della sua istituzione, attive j cure e premure, affinchè tale Trattenimento riuscisse I anco nel corrente anno 4.844 degno dello scopo filantropico cui è diretto, del decoro della pubblica solennità, i del concorso benefico del Civico Magistrato della città, e finalmente della generosa protezione, die gli viene accordata dall’Ottimo ed Augusto Principe che ci governa. I Di fatti il Magistrato Civico di questo Comune ani: Imato dallo stesso spirito <!’illuminata beneficenza che lo ispirò negli anni decorsi, e premuroso di abbellire le pubbliche, civili e religiose feste in onore del Santo Protettore, stabilì di concorrere col solito sussidio, affinchè anco io questo anno avesse luogo collo stesso lustro il grandioso trattenimento musicale nel suddetto gran Salone di Palazzo Vecchio a benefizio degli Asili suddetti; e S. A. I. e 11. l’Auguslo Sovrano si degnò 0 scDlazioni al teatro. direzione dei concerti a Lipsia. - Del resto nuli’altro di nuovo rapporto alla musica, tranne le solite rappre1 di concedere, che questo potesse aver luogo nel magnifico sopra indicalo Locale, nella mattina della domenica 23 giugno, a ore dodici meridiane. La suddetta Deputazione permanente non perdendo di mira i doveri che dalla natura della istituzione venivano ad Essa prescritti, e desiderando altresì di corrispondere nel miglior modo possibile di faccia al Pubblico e di faccia ai Comitati alla fiducia riposta in essa dai medesimi, ebbe in animo coll assistenza di un membro del Comune aggiunto alla Deputazione per sua speciale richiesta e per volontà del Magistrato Civico nella rispettabile persona del nobile signor Pietro Leopoldo Aldobrandini Pasquali, di segnalare il disimpegno del suo ufficio con un trattenimento musicale, che non dovesse in alcun modo cedere a quelli degli anni precedenti; cd avrebbe bramato che questo consistesse, sia nella esecuzione di classici pezzi che descrivessero nell’ordine del concerto la stoiia ed i progressi della musica dal suo rinascimento fino ai giorni nostri, sia in quella di un intiera Opera, che, non mai udita in Firenze, fosse tale per la sua bellezza da raggiungere lo scopo prefisso; ma varie inopinate circostanze avendo impedito di ridurre ad effetto i proponimenti medesimi, ed avendo obbligata la Deputazione permanente a rimettere ad altri anni T adempimenlo dei soprammenzionati progetti, la Deputazione permanente combinò per la mallina della domenica 23 giugno 4S44 un’accademia composta di pezzi staccati, la quale per la riconosciuta bellezza (li questi, e per la somma abilità e celebrità degli artisti che vi presero gratuita c generosa parte, fu tale da rivaleggiare con ogni altra. Ne faccia fede il seguente programma, che per i distinti nomi degli autori c degli esecutori colpirà certamente ogni cultore cd amatore della bell’arte musicale. Parte I. • Rossini. - Sinfonia del Guglielmo Teli. — Atto secondo di detta Opera, eseguito dalla signora Gazzaniga e dai signori Castellali, De Bassini c Pellegrini. Parte II. - Rossini. - Sinfonia dell’^/wedm di Corinto. Bellini. - Introduzione dei Caputeti e Mon lecch i, con la cavatina eseguita dal sig. Poggi, e dai signori Rossi c Masselli. Ros-’ini. • Cavatina della Semiramide, eseguita dalla signora Frezzolini. Donizetti. - Duetto del Marino /•’alierò, cantato dai signori De Bassini e Pellegrini. Rossini. - Finale dell’atto terzo del nuovo Mosè, eseguito dalle signore Frezzolini, Gazzaniga e Piombanti, e dai signori Poggi, Castellali, De Bassini, Pellegrini, Rossi e Masselli. — Molti fra i più distinti professori c dilettanti di canto della città, ed alcuni fra quelli nella classe dei suonatori, prestarono il loro concorso libero, generoso e spontaneo, affinchè tutto concorresse allo splendor della Festa cd al vantaggio della pia Istituzione; mentre con eguale spirito di filantropica carità prestarono la loro valevole e gratuita opera nella Festa suddetta il chiarissimo signor maestro Pietro Romani, cui venne affidata la direzione generale della musica, ed il chiarissimo signor professore Alamanno Biagi nella qualità di primo violino direttore de.IT Orchestra; e mentre colla stessa generosità, oltre ogni dire lodevole, sostennero le prime parti di canto i rinomati artisti signore Erminia Frezzolini Poggi, Maria Gazzaniga, c signori Antonio Poggi, Andrea Castellali, Achille De Bassini, e Leone Pellegrini; né deve omettersi il giusto tributo di lode, c di riconoscenza agl’Imprcsarj signori Alessandro Lanari e Pietro Somigli, che in vista dello scopo di pubblica carità, non frapposero alcuno ostacolo all’opera, che i prelodali artisti prestarono generosamente a vantaggio di essa. La beneficenza pubblica, la scelta dei classici pezzi componenti il Concerto, dovuta ad una commissione nominata nel seno della Deputazione medesima, la giusta celebrità degli esecutori, non mancarono certamente di eccitare il meritato interesse in mi pubblico, che si è sempre segnalato per l’appoggio che accorda alle patrie Pie Istituzioni, e pel naturale sentimento del bello che lo porta a tenere in pregio sommo tutte le Arti, e fra queste in modo particolare la divina Arte Musicale. 1/ esito di questo magnifico trattenimento non poteva nel suo complesso riuscir migliore. - La sala era affollata di ben tonti persone. La Corte vi assistè e si degnò dimostrare l’alta sua soddisfazione. - Vi regnò il più perfetto ordine, essendosi combinalo in modo che nessuno dovesse rimanere in piedi, dimodoché quegli stessi che giunsero a metà del Concerto trovarono la loro sedia non occupala da altri. La Sinfonia del Guglielmo Teli fu bene eseguita e destò viva impressione. Eguale non T ottenne il secondo atto dello stesso Guglielmo Teli, essendo che Castellai! era indisposto e. De. Bassini poco animato. La sola Gazzaniga cantò alla perfezione, ma ella sola non poteva per verità sostenere un allo intero. - La Sinfonia delTz/xiedio di Corinto fu pure accolta con grande plauso, c per composizione ed esecuzione. - L’Aria di Poggi piacque assaissimo: più ancora quella della Frezzolini, che si avrebbe voluto replicata. - Il Finale del Mosi eseguito mirabilmente chiuse in mezzo a un diluvio di applausi questa bellissima Accademia. Ripetiamo che non maggiore poteva essere la Filantropia de’Fiorentini in questa circostanza solenne. L’ottimo sovrano, la Commissione, a di cui presidente siede il sig. marchese consigliere Cavaliere Priore Leonardo Martellilo poscio ogni zelo a questa ottima istituzione. Si noli di nuovo ancora che ben 300 persone si prestarono per sola carità, assumendosi por di più gl’incomodi di lunghe prove. Vi si vedevano quarantotto ragazze tutte vestite appositamente ed uniformemente con lusso non comune. Insemina ogni lode a tutto ed a tutti. mo, Allora T inverno, — Francoporte. Il maestro Ferdinando Hiller trovasi in questa sua città natale, c s’occupa molto di musica. Egli vi resterà fino a tutto settembre prossiconta recarsi a Dresda, ove dimorerà tutto non ssendo probabile ch’egli riprenda la 3 — (Da lettera) — dii — C (Da lettera). — Londra. I fogli inglesi inolio parlano della rappresentazione del Quecn s-Theatrc, ove assistettero la Regina ed i suoi augusti visitatori. Si diede una rappresentazione a beneficio d’un distinto violinista, il signor Saint-Léon, che ha suonato per intermezzo un concerto di sua composizione sui molivi del Guglielmo Teli. Al teatro della Regina si dà una farsa ultra-buffa sotto il titolo Taken by surprise (Cólto per sorpresa}; un’altra al liceo / tre Fra-Diavoli. — Un pianista spaglinolo di grande speranza, Antonio Alvares y Bedesktain, mori testé nell’età di ventiquattro anni. — Teatro di S. Maestà. Prima di parlare della nuova opera di Costa, Don Carlos, dobbiamo annunciare l’immenso effetto che ha prodotto la Lucrezia Borgia di Donizetti. L’esecuzione e stata perfetta, la Grisi è ammirabile. Mario sta benissimo nel Gennaro. Egli cantò egregiamente la deliziosa melodia Di pescator ignobile. 11 bel trio, maravigliosamente reso da questi due artisti e da Lablache, che sostiene la parte di Alfonso con quel talento suo proprio, ha fatto grande sensazione. Non dimentichiamo la signora Favanti, che è deliziosa nella piccola parle d Orsini. — Salvi é in giro nelle provinole; egli ha cantalo in molli concerti, e dappertutto fa furore. Così la Bevue et Gazette des Théâtres. — La nuova opera del maestro Costa, Don Carlos, fu rappresentata con successo. Gli artisti ed il maestro sono stati chiamati. La Grisi e Lablache furono perfetti. Mario era indisposto c dovette ommellere un’aria che si dice bellissima. Fornasari è un conte di Posa come lo immaginano i lettori del Don Carlos di Schiller. Egli è ammirabile, e si può dire con verità che ha potentemente contribuito al trionfo del maestro Costa La sua voce era facile, limpida, accentuala, e ne seppe trarre degli effetti slraordinarj. La parte di Posa accrescerà certamente la sua rinomanza di artista eminente. fB. et G. M.J — Lvbecca. La gran festa di canto, che deve aver avuto luogo il primo corrente, componevasi di 400 cantanti; 25 società di canto vi cooperarono, e vi si eseguiva musica sacra e profana. — Madrid. La Bandera negra è il titolo di un’opera nuova rappresentatasi colà con molto successo. Il compositore signor Rubio è altresì autore del libretto. — - Marsiglia. Il Don Sebastiano di Donizetti rappresentatovi il 17 giugno ebbe splendido successo. L’esecuzione fu pure eccellente. — Monaco. Il bavarese musicista di corte signor Schonchen dispone delle feste fanciullesche, in cui i ragazzi si presenteranno al pubblico in produzioni musicali. i — Napoli. Beai teatro del Fondo. La nuova opera I buffa del maestro Francesco Altavilla, intitolata II pre। ventino di arresto, eseguita dalle signore Guaidi, Caly e dai signori Vensel, Casaccia c Sahetli, ebbe esito piuttosto favorevole. Vi si rimarcano tre pezzi molto pregevoli per brio, per novità e per isquisilezza di arte. — Oviedo. La bell’opera del maestro Giuseppe Gerii, Il Pelagio, prodotta su queste scene ebbe ancora miglior successo di quello già ottenuto a Cadice e a Siviglia. — Padova. Nella sera di sabato 29 giugno venne proi dotto sulle scene di questo Teatro Nuovo II Bravo del j maestro Mereadante. L’esito non fu pienamente l’elice, malgrado gli applausi largiti al Braschini ed al Balzar. Teodora (signora Schieroni) c Violetta (signora Oresti) j furono compatite. Si applaudì a qualche scena del Voilier. L’esecuzione fu buona, c le decorazioni belle. La composizione e degna dell’Autore; ciò nulla meno non fu molto gustata, e produsse in alcuni il desiderio di risentire ben tosto gli Anglicani. (Da lettera). — Parigi. Othello c ridotto in quattro atti. Vi si ha intercalato qualche pezzo estrailo da opere di Rossini; nel terzo atto la signora Stoltz canterà l’aria Pensa alla patria, dell’Italiana in Algeri (?). Pare che la parte di Jago non verrà sostenuta da Latour, la cui comparsa non avrà luogo che fra qualche mese. — All’Opéra nei prossimo inverno non si darà cuti’ opera nuova di grande spettacolo. — I tre candidali per la carica di Berton erano, me si è detto, i signori Adam, Thomas e Baton. alcoin quest’ordine si son essi presentati. Ecco il risultato dello squittinio: numero dei volanti, 31; maggioranza, 16. Signor Adam, 17 voli; signor Baton, 9; signor Thomas, 4; un ciglietto bianco. Il sig. Adam in conseguenza è stato nominato membro dell’Istituto. — Enrico Berlini, che or fan due mesi era partilo per il mezzodì, è di ritorno a Parigi da qualche giorno. Il celebre pianista ha testé ultimalo una grande composizione ch’ci si propone far sentire quest’inverno con altre importanti Opere. — Il signor Guillaume, direttore del teatro-Sun Carlo di Napoli, è a Parigi per formare una compagnia di commedia-vaudeville, che darà le sue rappresentazioni al teatro del L’ondo cominciando dal primo novembre prossimo. — Alizard ha deciso di fissarsi in Italia; egli parte per Milano passando per Lione, Tolosa, Montpellier e Marsiglia, ove darà delle rappresentazioni. — La vendita della biblioteca e dei manoscritti del fu Berton ebbe luogo giorni sono. 11 manoscritto di Montano c stalo acquistato dal signor Panseron, l’allievo e l’amico del celebre compositore. — Concerto a beneficio della vedova di Enrico Montano Berton. Questo concerto ebbe finalmente luogo domenica 23 giugno nella sala dei Menus-Plaisirs, c vi al tirò un affollato uditorio, Ci duole confessare che quest’omaggio alla memoria d’uno dei nostri primi compositori non ha animali tutti gli artisti come si avrebbe dovuto ripromettersi. Il concerto non è stalo organizzato se non con qualche difficoltà;; dopo diverse dilazioni, la commissione disperava quasi di riuscirvi, quando le venne la felice idea di volgersi a Liszt. Liszt aveva già fissato la sua partenza, ma dopo che senti ftg’P pronunciare il nome di Berton, non ha punto esitato a ’ trattenersi qualche giorno di più per aderire all’inchiesta che gli si era fatta. — Si sa che 1 Organo di S. Eustachio venne riparato ed intieramente riuovato dallo slabilimenlo Daublaine e Callincl. Come venne ora ristabilito da questi abili fabbricatori, l’organo di S. Eustachio è il più grande che esista, senza eccettuale quello di Saint Denis e quello di Friburgo. I sso ha (piatirò tastiere e cinquantaquattro tasti di do, a fa, ed una pedaliera di venlotlo pedali di la a do. Esso contiene seltantuno registri e circa sei mila canne. Per mezzo del macchinismo inventalo dal sig. Barker, che i signori Daublaine e Callinet hanno adottato nella loro fabbrica, la resistenza dei ’asti, la durezza del tocco, difetto inerente agli organi antichi, sono intieramente evitati nell’organo di S. Eustachio, le di cui differenti tastiere non presentano nel suonare maggiore difficoltà della tastiera del pianoforte. Questo meccanismo permette inoltre un accrescimento di forza accrescimento di forza per mezzo dell’accoppiamento di ottave. — La comparsa di Gardoni, il tenore, avrà luogo quanto prima, cioè fra un mese o due al più tardi. — I signori Scribe e Auber terminano in questo momento un’opera comica in tre atti che sarà rappresentata verso il mese di settembre prossimo. — Pestìi. Giorgio Ronconi e sua moglie Giovannina canteranno al teatro Nazionale nelle opere Beatrice di Tenda, Maria di Bohan, Lucrezia Borgia e V Elisir d! amore. — Pietrosi rgo. La sig.a Castellan-Giampietro venne scritturata pel teatro Italiano, e vi esordirà nella Lucia. — Rom. Il signor maestro Fabio Campana è stato annoveralo fra i Soci della Congregazione ed Accademia — Infausto successo ebbe il Deportato d’America, opera del maestro Aspa riprodotta al Teatro Valle; per il che ritornò in scena la Lucia di Larnmermoor, collii signora Wilinont, essendo partita per Napoli la signora Bishop. — Strasbukg®. I giornali di questa città sono d’accordo a lodare la buona amministrazione del sig. Boigemutée, che ha fatto la riapertura del teatro in una maniera decorosa; la Favorita ha ottennio gran successo, mercè gli artisti che il signor Boigemutce seppe procurarsi, i signori Partehaul, baritono di gran merito; Girami, ex-artista dell"’Opero Comique: e Dowgli, primo basso, allievo del signor Fétis; questi tre cantanti promettono di deliziare il pubblico di Strasburgo e di arricchire la cassa del direttore. Vienna. AH I. IL Teatro alla Porta Carinzia fu la [Aicia di T,amntermoor ed il terzo atto dell’Otello a beneficio della signora Garcia-Viardol. Quella Gazzetta Musicale prodigai più lusinghieri elogi a questa egregia attrice. Come cantante (vi si legge) basti dire che è uscita dalla scuola di suo padre; ella e pur conosciuta per eccellente suonatrice di pianoforte, e collo stesso Liszt ebbe ad eseguire le difficilissime c complicate composizioni di S. Bach; si occupò pure della Composizione dietro l’insegnamento di Reiclia. Ciò merita d’esser noto por dimostrare con quanto zelo ella coltivi la bell’arte della musica. — Nelli. IL Teatro An der TFien ebbe luogo il 20 giugno una grande accademia musicale declamatoria a beneficio dell’Ospitale dell’Infanzia a Scholtenfeld. Fra i varj pezzi che vi si eseguirono vuoisi mentovare il Loreley-Bhein Liliinge, valzer di Strauss, pieno di soavi melodie e di una tinta romantica, eseguito con precisione e colorito sotto la direzione dell’autore dalla sua orchestra. Dietro viva inchiesta il signor Strauss vi aggiunse i nuovi suoi Astrea-Falzer. — Non fu molto propizio l’esito del Boberto Devereux dato il 22 giugno all’I. IL Teatro alla Porta Carinzia. Quella Gazzetta Musicale dice che non è una delle migliori nè delle più deboli opere di Donizetti, ma appartiene ad epoca, dopo la (piale il suo ricco genio ci ha rallegrati con altre migliori creazioni. ■ 11 sig. Ivano(T fu quello che ottenne i più vivi suffragi. — Vimercati, il noto virtuoso sul mandolino, è giunto a Vienna, c dicesi che si farà sentire in pubblico. — Il giovane pianista Carlo Filiseli è qui arrivato dal suo viaggio a Venezia; ove i bagni marini la sua debole salute. Égli passerà la state a Sicbenbiirgen.
rislabilirono in una villa ALTKi: COSE — Parlando di Cavallini, che trovasi a Londra, la Berne de Paris dice: • • Cavallini, il primo clarinettista dell’universo (si: lo asserisco, e mi trovo pronto a dar ragione e soddisfazione a Qualunque reclamo potesse provocare la mia asserzione; Cavallini, il primo clarinettista dell’universo, fino a che non me ne si faccia conoscere uno più grande, trovasi iti quel benedetto paese. nel quale gli artisti sono cosi poco compresi e cosi tanto ricompensati — 11 signor Moriani e la signora Rosetli furono generosamente regalati dal re d’Olanda. Il primo ricevette un anello di brillanti, la seconda un prezioso braccialetto. — La redazione della Gazzetta Musicale di Fienna si propone di pubblicare un’opera che contenga le biografie, attinte dalle più veridiche fonti, di tutti i compositori nati nella Monarchia Austriaca, artisti e dilettanti dell’arlc, letterati e scrittori musicali, fabbricatori ed artefici, inventori e ristauratori di strumenti musicali. con un equo cd imparziale giudizio delle loro opere artistiche e del loro merito nell’arte. Invita pertanto tutti i sunnominati artisti e dilettanti, i loro amici, come anche quelli che sono in stretto vincolo eoi medesimi, ad inviare le notizie biografiche con precisa indicazione del luogo di Inastila e dell’età dei compositori c scrittori musicali, coll’esatta distinta delle opere loro.
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