Fisiologia vegetale (Cantoni)/Capitolo 31
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§ 31. — Conseguenze di quanto fu già esposto — Come finora sia spiegato il corso de’ succhi e l’aumento de’ vegetali — Duhamel, Dupétit-Thouars, Gaudichaud, Mirbel, A. de Jussieu, Raspail.
Ora mi resta a provare le ultime conseguenze delle prime asserzioni, cioè che il succhio discendente non è il succhio plastico nutritivo, ma piuttosto un succhio che ha già servito alla nutrizione, e che, al termine del suo corso ascendente, giunto alle foglie, coll’assorbir l’acido carbonico, riacquista la facoltà di rendersi atto alla elaborazione dei materiali nutritivi giunto che sia ai succhiatoj delle radici, dalle quali nuovamente ascende pel tessuto legnoso, manifestando la sua proprietà plastica nutritiva dal basso in alto e dall’interno all’esterno. L’umor ascendente giunto alle foglie potersi paragonare al sangue che, ridottosi venoso in seguito alla nutrizione, giunto ai polmoni, riacquista la facoltà di elaborare ed assimilarsi le sostanze nutritive introdotte nello stomaco, e di servir quindi all’aumento o riparazione dell’organismo animale. — Finalmente, l’aumento delle piante dover essere contemporaneo in ogni loro parte, sebben maggiore all’esterno per l’abbondante trasudamento che formasi tra l’alburno e la corteccia, organizzantesi in posto, e costituente un recente deposito legnoso.
Quasi tutti i fisiologi ammettono, come già dissi, un umore o succhio ascendente carico di materiali nutritivi, assorbiti nel terreno allo stato di soluzione impura o non elaborata; la quale però, recandosi alle foglie e mettendosi in contatto dell’aria per mezzo degli stomi, si elabora, purifica i proprii componenti, e si rende plastica discendendo; la pianta aumenta, cominciando dall’alto, per una sovrapposizione di strati concentrici di succhio che s’organizza e si solidifica discendendo. Per la sovrapposizione di questi strati concentrici, la pianta aumenta per l’esterno, tanto in altezza, quanto in grossezza.
Per farcene un’idea meno confusa è bene far cenno delle opinioni più comunemente ammesse, od esposte dai fisiologi più accreditati. — Lasceremo i più antichi, e cominceremo da Duhamel. Questi, osservando le piante dicotiledoni, vidde che, introducendo una sottil lamina di stagno tra la corteccia ed il legno, vi era formazione legnosa dalla parte della corteccia; che il cambio proveniva intieramente dalla corteccia; e che in maggior copia ne veniva dal lembo superiore della ferita. Conchiuse egli pertanto che i succhi della corteccia, provenienti dall’alto, erano quelli che somministravano il cambio. Questo cambio si trasformava in libro ed in seguito in alburno, acquistando una sempre maggiore consistenza. Con ciò spiegava la formazione degli strati legnosi concentrici.
In seguito La-Hire produsse una nuova teoria, la quale restò negletta finchè Dupètit-Thouars la fece propria, appoggiandola a proprie sperienze e proprj ragionamenti. Per questa teoria la successiva formazione degli strati legnosi è dovuta allo sviluppo di gemme o germi, ch’ei chiama embrioni fissi, per distinguerli dai liberi, i quali si trovano nei semi. Tali gemme traggono i materiali necessarii alla loro nutrizione dall’interno parenchima; e, come l’embrione del seme, col movimento ascendente della piumetta danno luogo al nuovo ramo, e, col movimento discendente di quella porzione che rappresenterebbe la radicetta formano il nuovo strato legnoso, mandando delle fibre, fra il libro e l’alburno, verso la parte inferiore della pianta. L’ingrossamento della parte superiore alle strozzature e stringimenti che si fanno sulle piante troverebbe la cagione nell’accumularsi delle fibre che non possono discendere. Dupétit-Thouars trovava nei fenomeni che accompagnano l’innesto ad occhio una conferma alla propria opinione. — La teoria di questo fisiologo ebbe poi un valido sostenitore in Gaudichaud, il quale la sviluppò maggiormente, asserendo che i vasi delle foglie non provengono dal tronco; che le radici non mandano alcun tessuto nel tronco, ma ne ricevono; che il tronco aumenta per tessuti radicali che vengono dall’alto, e non dal basso.
Mirbel intanto sorgeva a combattere l’opinione del Dupétit-Thouars. Diceva che esaminando un giovane e vigoroso ramo, al momento della vegetazione, tra il libro e l’alburno, riscontravasi uno strato d’un liquido limpido, il quale a poco a poco s’inspessiva e prendeva consistenza. Questo essere il cambio formato dal succhio discendente, misto a parte dei succhi proprj del vegetale, organizzantesi in modo da fornire un nuovo strato al libro ed all’alburno. Così spiegava l’ingrossamento del libro e dell’alburno, ossia della corteccia e del legno propriamente detto. Ogni anno pertanto il cambio costituiva un cono allungato, colla base in basso, ricoprente un minor cono formatosi l’anno antecedente, per modo che il tronco sarebbe formato da una serie di coni addossati gli uni agli altri, la di cui base offrirebbe tanti strati quanti gli anni di vita dell’albero o della pianta.
A. de Jussieu è seguace di Mirbel, e, coll’addensamento ed agglomerazione del succhio discendente, spiega quei fenomeni che Gaudichaud ed i suoi predecessori attribuivano alle fibre radicali discendenti.
Nelle piante monocotiledoni le fibre vascolari, o fascetti fibrosi, discendono pel centro del fusto, tramezzo a tessuto cellulare che lo riempie, come nel melgone, o fra il tessuto cellulare contenuto nello spazio esistente fra due cilindri di diverso diametro, l’uno introdotto nell’altro, come vediamo nei culmi delle canne, del frumento, del riso, ecc.
Tutti gli accennati fisiologi ritengono le piante aumentare e ripararsi per effetto del cambio o succhio discendente, elaborato dalle foglie; o tutt’al più alcuno ammette che l’umore trasudante dall’alburno s’organizza soltanto in concorso dell’azione del succhio discendente o dell’azione delle parti verdi della pianta.
Solo Raspail manifestò un’opinione contraria, accordando ai vegetali lo stesso modo di nutrizione che si riscontra negli animali. All’aumento per sovrapposizione di materiali sostituì con filosofico criterio, l’intuscezione; e ritiene che il succhio plastico sia l’ascendente, il quale non solo si fa strada per gli strati più centrali, ma questi pei primi aumentano respingendo sempre più all’infuori gli strati meno centrali. Il modo col quale aumenta e si moltiplica la cellula è per Raspail la base e la norma per intendere come aumentino e si moltiplichino le parti nei vegetali.
Ogni anno, ei dice, vi è aumento nell’alburno e nel legno; ogni anno si opera uno sforzo interno, dal centro alla circonferenza, un accrescimento regolare in diametro. Nel medesimo tempo e per necessaria conseguenza, ogni anno gli strati esterni dell’alburno si consumeranno a profitto dell’alburno, del legno, e della formazione di nuovi embrioni legnosi. Durante la vegetazione si formerà sulla periferia uno spessore più o meno considerevole di libro, composto del residuo di tutti gli strati esauriti per la nutrizione, o pel semplice sviluppo degli strati prodotti in primavera. Al ritorno della primavera l’alburno dovrà nutrire e fornire gli organi più interni, si esaurirà, diverrà libro e si confonderà col libro dell’anno antecedente, spingendosi verso la corteccia per effetto della nutrizione, ed alimento delle parti interne; questa spinta orizzontale è quella che lascerà nei cosidetti raggi midollari le traccie della direzione. Addossato alla corteccia esterna, il libro andrà soggetto agli stessi agenti di essiccamento di quella; a sua volta spingerà all’infuori le parti vecchie più esterne della corteccia; le quali, non più nutrite, si fenderanno ed anche si staccheranno, e così il legno si farà alburno, l’alburno libro, ed il libro corteccia, rappresentando questa ultima una parte esaurita, estinta, qui à fait son temps. Indi ripete: Tutti gli anni il rango circolare delle porzioni esterne di uno stelo legnoso si sacrifica a profitto dello sviluppo d’un nuovo rango d’organi, nati nella parte più interna di ciascuna loggia, ed a quello dello sviluppo progressivo e proporzionale di tutti gli altri ranghi intermedii. Il tronco ingrossa per l’aggiunta di un nuovo rango, e per l’ingrossamento di ciascun rango in particolare. Il tronco per tal modo non cessa d’essere un tutto, un unità, un organo, il quale cresce sul piano o tipo di tutti g!i altri organi, che perde al di fuori e ripara al centuplo le sue perdite per l’interno. (Noveau système de physiologie végétale).
Mi sono esteso sull’opinione del Raspail, ed ho voluto citare testualmente quest’ultima parte, allo scopo di porgere un’idea più chiara di quanto espose, essendo egli il solo finora il quale abbia attribuito al succhio ascendente la facoltà nutritiva o plastica che gli altri attribuiscono al discendente; e perchè egli, pel primo, ammette l’intuscezione, ossia la nutrizione per l’interno contemporanea in ciascuna porzione del legno. — Soltanto, come spero di provare, non sarei con esso d’accordo sull’ufficio delle parti più superficiali, ossia del loro esaurimento a profitto delle parti sottoposte e più vicine al centro.