Fior di Sardegna/Capitolo XII
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XII.
Ma Lara non lo disse, no; era troppo ben educata per parlare così; sicchè si ingoiò il suo malumore mentre Mariarosa narrava a Nunzio la storia della disgraziata spedizione russa... Il giovine esaminò la ferita di Genia e disse che non era nulla, e intanto rideva dell’avventura, meravigliando Lara convinta che lui non ridesse mai.
Poi, siccome la sera avanzava, pensarono di ritornare allo stabilimento; Nunzio le accompagnò e durante tutta la via parlò allegramente con loro come una vecchia conoscenza. Arrivarono alla spiaggia, che già splendeva la luna, e quando si separarono, Lara e Mariarosa sapevano che Nunzio era Logudorese, appartenente ad una povera famiglia di un villaggio di montagna; aveva studiato a Cagliari per farsi medico, ma mancatigli sul più bello i mezzi, aveva dovuto interrompere gli studi. Ne aveva provato tal dolore da caderne malato. Ora, al ritorno dai bagni, quando si sarebbe compiutamente ristabilito, doveva entrare in un umile impiego a Cagliari....
Così almeno raccontò Nunzio alle due ragazze, che ne restarono molto intenerite. Nel separarsi, Nunzio strinse loro la mano, baciò le bambine e si ritirò nuovamente triste.
Lara lo seguì con lo sguardo, e quando non lo vide più, rimase immobile in mezzo alla spiaggia, i piedi fissi su l’arena e gli occhi pensosi vaganti nel mare giallastro.
Mariarosa dovette scuoterla, esclamando: — Sei molto stanca?
Lara chinò la testa e non pensò più a ridere di Nunzio, il cui viso non le pareva più così brutto.
Si è che il giovine, nel licenziarli, le aveva stretto in un ben strano modo la mano e l’aveva guardata forte negli occhi coi suoi così neri e profondi ai primi riflessi della luna. Quegli occhi!... Lara non li aveva mai osservati, ma quella sera sì, li aveva ben visti, e la loro espressione dolente e infocata insieme le cagionava uno strano malessere. Oh, Nunzio!... Doveva molto soffrire quel povero giovine, a cui l’oro, il miserabile oro, tarpava le ali, interrompeva la carriera, e lo gettava in una via oscura e faticosa. Lara ne sentiva molta pietà, si pentiva di averne pensato e detto così male, però non confessava a Mariarosa il suo pentimento, perchè? perchè quella sera per la prima volta non esprimeva alla sua amica i suoi sentimenti? — Ah, era così stanca, così stanca!.... Infatti si coricò assai presto, ma si levò anche assai presto e si affacciò alla finestra. Nunzio stava nella spiaggia; però questa volta Lara non gli chiuse sul muso la finestra, tanto più che lui le chiese famigliarmente:
— Ebbene, signorina Lara, si è riposata del lungo viaggio?....
— Altro!... rispose lei, sfuggendo lo sguardo ardente del giovine fisso sul suo volto bianco. — Si figuri che potrei intraprenderne un altro!
— Oh, davvero?...
— Davvero!
La conversazione finì qui; altri bagnanti scendevano alla spiaggia e si portavano via il giovine. Nunzio li seguì, però ogni tratto si voltava verso la finestra di Lara.
E Lara rimaneva, vedeva e indovinava, perchè non era imbecille, oh, questo poi no! — Da quel giorno si osservò una cosa: nè Nunzio nè le due amiche si separavano più come per lo innanzi, dal crocchio degli altri bagnanti, e spesso li si vedeva insieme tutti e tre pigliando il caffè nelle stanze della famiglia di Lara o di Mariarosa, mentre le bambine facevano il chiasso intorno a loro e don Salvatore e il padre di Mariarosa, che non bevevano caffè, se ne stavano in un canto centellinando le loro tazze di vino e parlando di commercio. Nello stabilimento si diceva che Nunzio faceva la corte a Mariarosa - a Lara non ci si pensava neppure, perchè si supponeva fidanzata ad un ricco signore di X***, - ma a Mariarosa poco importava delle dicerie di quelle pettegole, dal canto suo, le pareva che Nunzio fosse pazzamente innamorato di Lara.
In quanto a Lara, poi, Mariarosa non riusciva a capirne un'acca; dal giorno dell'escursione Lara si ammalava di nuovo, lentamente, misteriosamente, non rideva più come prima, e se rideva, era d'un riso strano, di cattiva lega, reso triste dal pallore del volto e degli occhi che sfiorava appena. Aveva ripreso a sparlare assai di Nunzio; eppure quando lui si trovava in loro compagnia, non provava alcun disgusto, anzi una lieve tinta rosea di contento le sfiorava il viso, e rimaneva appresso al giovane il più a lungo possibile. Mariarosa non capiva...non capiva. - Signor Nunzio, - disse un giorno al giovane, - lei è quasi medico, non è vero? Guardi un pò la mia amica Lara, mi pare che sia nuovamente malata; essa dice di no, ma...
- Dov'è oggi? non l'ho ancora veduta oggi... - rispose lui, sfidando lo sguardo maligno di Mariarosa.
- Verrà fra poco. - Ragionando un pò di cose inutili, Mariarosa si accorse che Nunzio guardava ogni tanto verso la porta. Assolutamente, aspettava Lara....
Venne alfine, salutò gentilmente, poi disse, alzando ambe le braccia per accomodarsi le spille che le sostenevano i capelli sulla nuca: — È ben tardi! Ho dormito come un ghiro stanotte! Devo persino avere gli occhi gonfi....
Nunzio la guardò: Lara provò un brivido sotto lo sguardo ardente e lungo di lui, e, al solito, si fe’ rossa rossa e chinò lo sguardo. Nunzio però non cessò di guardarla, scotendo lievemente la testa. No, gli occhi della fanciulla non erano gonfi, ma contornati da livido e grandi occhiale che glieli ingrandivano enormemente.
Allora, per contentare Mariarosa, fece la sua parte di medico, ma Lara negò recisamente di sentire il benchè minimo male, e siccome Nunzio e Mariarosa insistevano, essa finì con l’offendersi e se ne scappò via dicendo di sembrarle che la sua domestica la chiamava.
— Signorina, — le gridò dietro Nunzio, — mi permetta prima una parola. — Lara si fermò, il giovino riprese:
— Mi dica, le piacerebbe una nuova escursione?
— In Russia?... — chiese lei ridendo.
— No, nell’Oceano Atlantico! Sì, davvero, v’è una barca di un napoletano, venuta stamattina, e siccome il barcaiuolo è per caso una mia vecchia conoscenza, mi ha invitato ad una passeggiata in mare. Ho pensato subito alle piccine, che mi pregano ogni giorno di condurle in alto mare: vogliono venire anche loro, signorine Lara e Mariarosa?
Se volevano andare! Ma figuratevi! Dacchè erano là, in riva al mare, non sognavano che una corsa in barca; sogno non ancora effettuato, per mancanza di barca. Sicchè accettarono battendo le mani; ma Lara se ne andò via lo stesso, perchè la domestica la chiamava davvero, — non più però irritata dallo strane domande sulla sua salute.
— Ma sa, — disse Nunzio, appena Lara fu sparita, — anche a me pare che la signorina Mannu sia malata.
— Non è vero?
— Altro che vero! Però non comprendo perchè si ostini a dire di sentirsi bene. Tuttavia... ho un’idea.
— Dica un po’! — esclamò Mariarosa, pronta a sacrificarsi per Lara, a credendo a ciò che Nunzio le diceva.
Il giovine si passò la mano bianca da donna sulla fronte pensosa, poi espresse la sua idea, ben strana per Mariarosa. Egli desiderava parlare da solo con Lara: con ciò era certo di farsi dire quello che la fanciulla soffriva, perchè vi son certe cose che al medico si dicono in segreto come al confessore. Mariarosa pensò che veramente Lara non aveva segreti per lei e che l’idea di Nunzio le pareva curiosa; poi lo guardò fisso co’ suoi occhi biondi e ridenti o sorrise lievemente. Aveva compreso...
Sul tardi, quando la giornata cominciava a declinare, Nunzio avvisò le signorine che la barca le attendeva; scesero tutte e sei alla spiaggia. Il napoletano, nero, bruciato dal sole delle coste sarde, su cui estendeva il suo commercio di terraglia grossolane, attendava sulla sua vecchia barca corrosa dal tempo e dalle onde, i remi pronti, canticchiando una strano poesia che lui credeva fosse in dialetto sardo, ma che un sardo non avrebbe punto compreso.
— Ehi, compar Mannello, — gli disse Nunzio scherzando, — vi presento mia moglie, mia cognata e le mie figlie...
— Belle! belle! — rispose lui ridendo e mostrando i denti bianchissimi sul fondo nero del volto. — Però la signora è troppo piccina e le figlie son troppo grandi. Avanti, signore e signorine, avanti.... - Porse la sua manaccia nera e le aiutò ad entrare nella barca; le bambine ridevano di gioia, ma Mariarosa pareva preoccupata.
Lara sentivasi tutta confusa perchè Nunzio l’aveva presentata come sua moglie. Perchè?... Che burlone! E dire che prima pareva un vero porcospino.
Le piccine erano già sedute in barca, allorché la serva di Mariarosa venne frettolosa e chiamò in disparte la padroncina.
— Ah, Dio mio! — esclamò Mariarosa con dispiacere.
— E io non posso venire!
— Perchè? perchè? Allora non andiamo più neppur noi!
— rispose Lara; ma l’altra riprese:
— No, andate lo stesso, ma ritornate più presto: e domani, signor Nunzio, conto su lei per passeggiare anch’io in mare.
— Ma che c’è? Perchè non viene?
— Perchè non vieni? Allora non vado neppur io, — ripetè Lara..
— Noi si però, noi sì, noi sì!... — gridarono le piccole.
E siccome Lara si scostava dalla riva, Mariarosa le prese le mani esclamando: — Su, fa’ da brava! Non posso venire, perchè son venute a visitarmi quelle signore di A*** che stanno in fondo allo stabilimento. Lo sai bene che le ho pregate io stessa di venirmi e trovare per bere il caffè nelle mie stanze. Ora son venute e sarebbe bella che io scapparsi, quasi per non riceverle.
— Seccanti! Fa’ dir loro di tornare domani.
— No! Meglio; domani vengo anch’io in barca! Va’!
Ma Lara si ribellava: un presentimento le diceva di non andare sola con Nunzio, le gridava di restare con Mariarosa; ma Mariarosa fece tanto, che la convinse del contrario. E quando Nunzio le prese le mani e stringendogliele dolcemente la aiutò a sedersi accanto a lui nella vecchia barca, Lara non solo scordò la sua ripugnanza, ma provò un misterioso piacere nel trovarsi col giovine, senza la compagnia dell’amica.
Mariarosa rimase ferma sulla riva, finchè la barca si mosse: le parve di esser guardata con riconoscenza da Nunzio e ritornò allo stabilimento, mormorando: — Dopo tutto, essi si amano e... don Salvatore può benissimo aiutare Nunzio a pigliar la laurea. Vivan gli sposi!.. —