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tili, Mariarosa si accorse che Nunzio guardava ogni tanto verso la porta. Assolutamente, aspettava Lara....

Venne alfine, salutò gentilmente, poi disse, alzando ambe le braccia per accomodarsi le spille che le sostenevano i capelli sulla nuca: — È ben tardi! Ho dormito come un ghiro stanotte! Devo persino avere gli occhi gonfi....

Nunzio la guardò: Lara provò un brivido sotto lo sguardo ardente e lungo di lui, e, al solito, si fe’ rossa rossa e chinò lo sguardo. Nunzio però non cessò di guardarla, scotendo lievemente la testa. No, gli occhi della fanciulla non erano gonfi, ma contornati da livido e grandi occhiale che glieli ingrandivano enormemente.

Allora, per contentare Mariarosa, fece la sua parte di medico, ma Lara negò recisamente di sentire il benchè minimo male, e siccome Nunzio e Mariarosa insistevano, essa finì con l’offendersi e se ne scappò via dicendo di sembrarle che la sua domestica la chiamava.

— Signorina, — le gridò dietro Nunzio, — mi permetta prima una parola. — Lara si fermò, il giovino riprese:

— Mi dica, le piacerebbe una nuova escursione?

— In Russia?... — chiese lei ridendo.

— No, nell’Oceano Atlantico! Sì, davvero, v’è una barca di un napoletano, venuta stamattina, e siccome il barcaiuolo è per caso una mia vecchia conoscenza, mi ha invitato ad una passeggiata in mare. Ho pensato subito alle piccine, che mi pregano ogni giorno di condurle in alto mare: vogliono venire anche loro, signorine Lara e Mariarosa?

Se volevano andare! Ma figuratevi! Dacchè erano là, in riva al mare, non sognavano che una corsa in barca; sogno non ancora effettuato, per mancanza di barca. Sicchè accettarono battendo le mani; ma Lara se ne andò via lo stesso, perchè la domestica la chiamava davvero, — non più però irritata dallo strane domande sulla sua salute.

— Ma sa, — disse Nunzio, appena Lara fu sparita, — anche a me pare che la signorina Mannu sia malata.

— Non è vero?