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pevano che Nunzio era Logudorese, appartenente ad una povera famiglia di un villaggio di montagna; aveva studiato a Cagliari per farsi medico, ma mancatigli sul più bello i mezzi, aveva dovuto interrompere gli studi. Ne aveva provato tal dolore da caderne malato. Ora, al ritorno dai bagni, quando si sarebbe compiutamente ristabilito, doveva entrare in un umile impiego a Cagliari....

Così almeno raccontò Nunzio alle due ragazze, che ne restarono molto intenerite. Nel separarsi, Nunzio strinse loro la mano, baciò le bambine e si ritirò nuovamente triste.

Lara lo seguì con lo sguardo, e quando non lo vide più, rimase immobile in mezzo alla spiaggia, i piedi fissi su l’arena e gli occhi pensosi vaganti nel mare giallastro.

Mariarosa dovette scuoterla, esclamando: — Sei molto stanca?

Lara chinò la testa e non pensò più a ridere di Nunzio, il cui viso non le pareva più così brutto.

Si è che il giovine, nel licenziarli, le aveva stretto in un ben strano modo la mano e l’aveva guardata forte negli occhi coi suoi così neri e profondi ai primi riflessi della luna. Quegli occhi!... Lara non li aveva mai osservati, ma quella sera sì, li aveva ben visti, e la loro espressione dolente e infocata insieme le cagionava uno strano malessere. Oh, Nunzio!... Doveva molto soffrire quel povero giovine, a cui l’oro, il miserabile oro, tarpava le ali, interrompeva la carriera, e lo gettava in una via oscura e faticosa. Lara ne sentiva molta pietà, si pentiva di averne pensato e detto così male, però non confessava a Mariarosa il suo pentimento, perchè? perchè quella sera per la prima volta non esprimeva alla sua amica i suoi sentimenti? — Ah, era così stanca, così stanca!.... Infatti si coricò assai presto, ma si levò anche assai presto e si affacciò alla finestra. Nunzio stava nella spiaggia; però questa volta Lara non gli chiuse sul muso la finestra, tanto più che lui le chiese famigliarmente:

— Ebbene, signorina Lara, si è riposata del lungo viaggio?....

— Altro!... rispose lei, sfuggendo lo sguardo ardente