Favole scelte dalla raccolta dei fratelli Grimm/Giannetto il giudizioso
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Traduzione dal tedesco di Filippo Paoletti (1875)
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GIANNETTO IL GIUDIZIOSO.
La mamma di Giannetto domandò: Dove vai, Giannetto? — Da Rita, rispose Giannetto. — Comportati bene, Giannetto. — Farò del mio meglio. Addio, Mamma. Addio Giannetto.
Giannetto è da Rita. — Buon giorno, Rita. — Buon giorno, Giannetto. — Che porti di buono? — Non porto nulla io, devi darmi tu qualche cosa. — Rita regala un ago a Giannetto. Giannetto dice, Addio, Rita. — Addio Giannetto.
Giannetto prende l’ago, lo ripone in un carro di fieno e ritorna a casa dietro di quello. — Buona sera, Mamma. — Buona sera, Giannetto. Dove se’ stato? Da Rita. Che cosa le hai portato? — Niente, mi ha fatto un regalo. Che cosa ti ha regalato Rita? — Un ago — Dov’è, Giannetto. — L’ho posto nel carro del fieno. — Hai fatto male, Giannetto, dovevi conficcarlo nella manica. — Non importa, farò meglio un’altra volta.
— Dove vai? — Giannetto. — Da Rita, Mamma. — Comportati bene, Giannetto. — Farò del mio meglio. — Addio, Mamma. — Addio, Giannetto.
Giannetto è da Rita. — Buon giorno, Rita. — Buon giorno, Giannetto. — Che porti di buono? — Non porto nulla io, devi darmi tu qualche cosa. — Rita regala un coltello a Giannetto. Addio, Rita. — Addio, Giannetto.
Giannetto prende il coltello lo conficca nella manica e se ne ritorna a casa. — Buona sera, Mamma. — Buona sera, Giannetto. — Dove se’ stato? — Da Rita. — Che cosa le hai portato? — Niente, mi ha fatto un regalo. Che cosa ti ha regalato Rita? — Un coltello. — Dov’è, Giannetto. — L’ho conficcato nella manica. — Hai fatto male, Giannetto, dovevi riporlo nella tasca. — Non importa, farò meglio un’altra volta.
— Dove vai? Giannetto. — Da Rita, Mamma. — Comportati bene, Giannetto. — Farò del mio meglio. — Addio, Mamma. Addio, Gian netto.
Giannetto è da Rita. — Buon giorno, Rita. — Buon giorno, Giannetto. Che porti di buono, — Non porto nulla io, devi darmi tu qualche cosa. — Rita regala un caprettino a Giannetto. — Addio, Rita. — Addio, Giannetto.
Giannetto prende il caprettino gli lega le gambe e se lo ripone nella tasca. Giunto a casa il caprettino è spento. — Buona sera, Mamma. — Buona sera, Giannetto. Dove se’ stato? — Da Rita. Che cosa le hai portato? — Niente, mi ha fatto un regalo. Che ti ha regalato Rita? — Un caprettino. — Dov’è? Giannetto. — L’ho messo nella tasca. — Hai fatto male, Giannetto, dovevi condurlo con una cordicella. — Non importa, farò meglio un’altra volta.
— Dove vai? Giannetto. — Da Rita, Mamma. — Comportati bene, Giannetto. — Faro del mio meglio. Addio, Mamma. — Addio, Giannetto.
— Gianetto è da Rita. Buon giorno, Rita. — Buon giorno, Giannetto. Che cosa porti di buono? Non porto nulla io, devi darmi tu qualche cosa. — Rita regala un pezzo di lardo a Giannetto. — Addio, Rita. — Addio, Giannetto.
Giannetto prende il lardo, lo annoda con una corda e lo tira dietro di sè: Sopraggiungono i cani, mangiano il lardo e fuggono.
Giunto a casa ha la corda in mano, ma non v’è più nulla attaccato. — Buona sera, Mamma. — Buona sera, Giannetto. — Dove se’ stato? — Da Rita. — Che cosa le hai portato. — Niente, mi ha fatto un regalo. — Che cosa ti ha relagato Rita? — Un pezzo di lardo. — Dov’è, Giannetto. — L’ho legato colla corda, i cani l’han portato via. — Hai fatto male, Giannetto, dovevi portarlo sulla testa. — Non importa, faro meglio un’altra volta.
— Dove vai? Giannetto. — Da Rita, Mamma. — Comportati bene, Giannetto. — Farò del mio meglio. — Addio, Mamma. — Addio, Giannetto.
Giannetto è da Rita. — Buon giorno, Rita. — Buon giorno, Giannetto. — Che porti di buono? — Non porto nulla io, devi darmi tu qualche cosa. — Rita regala un vitello a Giannetto. — Addio, Rita. — Addio, Giannetto.
Giannetto prende il vitello, se lo mette sulla testa ed il vitello gli pesta la faccia. — Buona sera, Mamma. — Buona sera, Giannetto. — Dove se’stato? — Da Rita. — Che cosa le hai portato? Niente, mi ha fatto un regalo. — Che cosa ti ha regalato? — Un vitello. — Dov’è? Giannetto. — Me lo son posto sulla testa, mi ha pestato la faccia. — Hai fatto male, Giannetto. Dovevi condurlo alla mangiatoia. — Non importa, faro meglio un’altra volta.
Dove vai? Giannetto. — Da Rita, Mamma. — Comportati bene, Giannetto. — Faro del mio meglio. Addio, Mamma. — Addio, Giannetto.
Giannetto è da Rita. — Buon giorno Rita. — Buon giorno Giannetto. — Che cosa porti di buono? — Non porto nulla io, devi darmi tu qualche cosa. — Rita dice a Giannetto, voglio venir teco.
Giannetto lega Rita con una corda, la conduce alla mangiatoia e fortemente ve la annoda. Ciò fatto va dalla Mamma. — Buona sera, Mamma. — Buona sera, Giannetto. Dove se’ stalo. — Da Rita. — Che le hai portato? — Niente. — Che cosa ti ha dato Rita? — Niente, è venuta meco. — Dove hai tu lasciato Rita? L’ho condotta colla corda, l’ho legata alla mangiatoia e le ho gettato dell’erba dinanzi. — Hai fatto male, Giannetto. Dovevi gettarle amorosamente gli occhi adosso. — Non importa, farò meglio un’altra volta.
Giannetto va nella stalla, cava gli occhi a tutti i vitelli ed alle pecore e gli getta sulla faccia di Rita. Rita si stizzisce, snoda la corda, fugge via e più non vuol sapere di Giannetto.