Pagina:Paoletti - Favole scelte dalla raccolta dei fratelli Grimm, Milano, 1875.djvu/57

48

Giunto a casa ha la corda in mano, ma non v’è più nulla attaccato. — Buona sera, Mamma. — Buona sera, Giannetto. — Dove se’ stato? — Da Rita. — Che cosa le hai portato. — Niente, mi ha fatto un regalo. — Che cosa ti ha relagato Rita? — Un pezzo di lardo. — Dov’è, Giannetto. — L’ho legato colla corda, i cani l’han portato via. — Hai fatto male, Giannetto, dovevi portarlo sulla testa. — Non importa, faro meglio un’altra volta.

— Dove vai? Giannetto. — Da Rita, Mamma. — Comportati bene, Giannetto. — Farò del mio meglio. — Addio, Mamma. — Addio, Giannetto.

Giannetto è da Rita. — Buon giorno, Rita. — Buon giorno, Giannetto. — Che porti di buono? — Non porto nulla io, devi darmi tu qualche cosa. — Rita regala un vitello a Giannetto. — Addio, Rita. — Addio, Giannetto.

Giannetto prende il vitello, se lo mette sulla testa ed il vitello gli pesta la faccia. — Buona sera, Mamma. — Buona sera, Giannetto. — Dove se’stato? — Da Rita. — Che cosa le hai portato? Niente, mi ha fatto un regalo. — Che cosa ti ha regalato? — Un vitello. — Dov’è? Giannetto. — Me lo son posto sulla testa, mi ha pestato la faccia. — Hai fatto male, Giannetto. Dovevi condurlo alla mangiatoia. — Non importa, faro meglio un’altra volta.

Dove vai? Giannetto. — Da Rita, Mamma. — Comportati bene, Giannetto. — Faro del