Diario del principe Agostino Chigi Albani/Anno 1837

Anno 1837

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1837

GENNAIO


Sabato 14. — Questa mattina è stato pubblicato Editto di Monsignor Governatore, con cui vengono proibite per il prossimo Carnevale le Maschere ed abiti carnevaleschi per le ragioni che la vicinanza del micidiale cholera farà supporre al buon senso ed alla pietà dei Romani. Si permettono i Festini senza maschere e le corse.

Giovedì 19. — Questa mattina si è trovato affisso al piedistallo della Colonna verso casa nostra un cartello, in ctn era scritto il Popolo Romano vuole il Carnevale, e in qualche altra parte di Roma se n’è trovato qualche altro con espressioni analoghe.

Martedì 24. — Da molti giorni non si sentono che assalti notturni per le strade della città; ieri sera tre malviventi avendo assaliti alcuni carabinieri travestiti, ne rimasero arrestati due. Accadono parimenti di giorno frequenti rapine di pane nell’atto che viene trasportato dai forni.

FEBBRAIO


Martedì 7. — Dopo la corsa dovevano aver luogo i Moccoletti, dei quali questa mattina medesima si era pubblicata da Monsig. Governatore la permissione; ma appena se n’è cominciato ad accendere qualcuno, il popolo con urli e fischi [p. 134 modifica]strepitosi l’ha obbligato a smorzarlo; lo stesso ha fatto verso le finestre, ove si mostrava qualche lume, e verso alcune sono stati anche tirati dei sassi perchè non si è annuito all’intimazione. Quindi una turba di gente assai numerosa percorrendo il Corso ha cominciato ad obbligare le carrozze a sortirne, come a chiudervi i portoni e le porte delle botteghe e dei caffé; ed al caffè detto delle Belle Arti sotto il palazzo Fiano ove si è fatta qualche resistenza, il rumore si è fatto alquanto serio. Finalmente suonata l’ora di notte, la forza dei Dragoni e dei Carabinieri ha disperso (anche con piattonate) la turba medesima e si è ristabilito pienamente la tranquillità.

Sabato 11. — Oggi si è pubblicato Editto della Segreteria per gli affari di stato interni, col quale si indice la facoltà di accattare a tutti quei poveri, che non saranno muniti di un permesso e di una medaglia dal governo; si proibisce di accattare dopo le ore. ventiquattro e si annunzia che tutti i mendicanti esteri, o anche statisti saranno rimandati ai rispettivi loro paesi.

Martedì 14. — Ieri notte è partito sotto la scorta di un uffiziale per Civitavecchia ove deve imbarcarsi, il figlio di Luciano Bonaparte, stato processato per l’uccisione del Tenente dei Carabinieri Caggiano. Il tribunale del Governo di Roma lo aveva condannato alla pena capitale, che quello della Consulta, a cui appellò, ridusse a 15 anni di detenzione, qual pena il Papa ha commutato in esilio perpetuo, e pare che anderà al Brasile.

Lunedì 20. — Ieri mattina una certa quantità di Trasteverini, che si qualificavano lavoranti di lana senza impiego, si recò sulla piazza di S. Pietro per reclamare al Papa contro l’uso delle macchine, introdotte (dicono) in questa manifattura, che tolgono loro il lavoro; ma si riuscì a dissiparli per opera singolarmente del Presidente di quel Rione Marchese Lonchi. Altri dicono, e forse è così, che l’andata a S. Pietro non fosse che in progetto, e che il Presidente riuscisse a sventarlo con danaro.

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APRILE


Sabato 1. — Da vari giorni circola una profezia, venuta, si dice, di Francia, la quale predice che nella giornata di domani Roma soffrirà un grandissimo disastro, chi dice di innondazione, chi di terremoto, chi di pioggia di fuoco ecc. ecc.

Lunedì 17. — Corre voce, che in seguito di nuovi casi di cholera accaduti a Napoli sia stata contromandata la remozione del Cordone Sanitario, che si pensava togliere in questi giorni.


MAGGIO


Martedì 23. — Oggi è uscito un Editto della Segreteria di Stato con cui si annunzia che viene permesso l’introduzione del granturco dall’estero senza dazio, e si accorda il premio di baiocchi 50 per ogni nibbio di grano che perverrà dalla Marca e dalla Legazione; si annunzia altresì che si è ordinato lo spaccio del pane ordinario al prezzo di due baiocchi la libbra. Queste misure sembrano prodotte dalla impressione, che fecero nell’animo del Papa le grida di molti abitanti di Borgo in occasione che uscì mercoledì scorso per andare a far visita al Cardinale Lambruschini a Monte Cavallo, Il timore a Palazzo pare sia grande. Si dice che ad Albano vi sia accaduto del rumore pure a cagione del prezzo del pane, e della mancanza del lavoro, ma non si sa bene di qual gravità sia stata la cosa. In altri paesi della provincia sono accaduti tumulti del medesimo genere.

Venerdì 26. — Ieri notte furono spediti 50 Dragoni a Frascati, ove era accaduta qualche sommossa simile a quella d’Albano per la stessa ragione o pretesto, e se ne temeva di peggio. Anche a Monte Porzio fu spedita da Frascati porzione della forza per reprimere qualche movimento simile.

Sabato 27. — Questa mattina in molti forni si è cominciato a vendere il pane ordinario alla ragione di 2 baiocchi la libbra. Non si sa se, e quando compensi il governo a questi fornari. Sono state tradotte in Roma diverse persone arrestate in seguito dei tumulti di Albano e di Frascati.

Domenica 28. — Oggi essendosi sparsa la voce che si sarebbe fatta nuovamente la distribuzione di pane nel cortile [p. 136 modifica]di Belvedere, è ivi accorsa una moltitudine di gente alla quale si è creduto fare distribuzione del danaro da Monsig. Elemosiniere; ma questo non essendo bastato, è convenuto servirsi della forza dei carabinieri di palazzo per dissipare l’attruppamento. Si dice che oggi in diversi forni non si sia trovato il pane ripromesso da 2 baiocchi, per cui il governo pare abbia fissato un bonifico ai fornari di mezzo baiocco a libbra, ossia di scudi tre e venti al rubbio.


GIUGNO


Venerdì 2. — Oggi è uscito altro Editto della Segreteria degli affari di stato interni, il quale annunzia che essendosi appurato non esservi nelle Marche e nelle Legazioni bastante quantità di grano per provvedere ai (supposti) bisogni di Roma fermo rimanendo il permesso d’introduzione del granturco dell’estero, ed il premio per la importazione del grano dalle Legazioni si permette l’introduzione del grano dall’estero senza dazio, e si proibisce qualunque estrazione di tal genere per tutto il mese di Giugno.

Lunedì 5. — Sempre più luttuose sono le nuove di Napoli riguardo al cholera, che va sempre più dilatandosi nella città con mortalità notabilissima, che ascende a circa due terzi degli attaccati, e con molti casi della specie della fulminante.

Venerdì 16. — È accaduto in questi giorni che avendo Torlonia consegnato al maestro di Posta Sebaldi una cassetta sigillata contenente la somma di 10000 scudi in oro (chi dice 11000, ed anche 14000) denunziandone però soli mille per portarla a Civitavecchia, il Postiglione che l’aveva portato sino ai Monteroni, invece di consegnarla all’altro postiglione che gli succedeva credè meglio di andarla a sotterrare nella vicina macchia di Palo. In seguito dì ciò arrestato, dopo qualche ora confessò il suo reato, e condotto sulla faccia del luogo fu ritrovata la cassetta che Torlonia ha ricuperata mancante di due cartoni di cento napoleoni d’oro ciascuno.

Sabato 17. — Le nuove di Napoli sono sempre più funeste riguardo al numero dei casi di cholera ed alla mortalità. Il morbo si è propagato a Benevento, Ponte Corvo, Arpino, Sora ecc. ed anche a Palermo. Ieri l’altro a sera alcuni [p. 137 modifica]Portoghesi (che si dicono di condizione) arrivati di poco a Roma e appartenenti al partito ora dominante, essendosi recati in carrozzella a trovare uno degli addetti alla Legazione portoghese, qui non riconosciuta, che abita nella casa di S. Antonino di quella nazione furono assaliti nello scendere dal legno da alcuni dei loro compatriotti, pare, del partito dei miguelisti, contro i quali essendosi difesi, ne risultò qualcuno ferito. Il fatto sinora è involto in una certa oscurità.

Martedì 20. — Ieri si suscitò una specie di rivolta tra i lavoranti della stamperia camerale, a cui ha dato causa l’essersi voluto per fatto di autorità superiore reintegrare al posto di loro capo un tal Baldassari che ne era stato espulso, e che per voce comune ha una pessima riputazione. I lavoranti avendo abbandonato per oggi il lavoro, tutte le cause, per le quali cadeva questa sera la distribuzione delle scritture hanno dovuto spostarsi.

Mercoledì 21. — Alla stamperia camerale si sono fatti tornare i lavoranti al lavoro colla forza e pare che sia stata data loro lusinga della rimozione del Baldassarri.

Giovedì 22. — I progressi del cholera a Napoli sono sempre più spaventevoli. Vi è anche notizia di alcuni casi avvenuti in un paese dello stato chiamato Falvaterra, ed anche a Ceprano!!! Si parla pure di Frosinone ma non con ugual certezza.

Lunedì 26. — Nuove sempre ugualmente dolorose del cholera di Napoli; i timori che si avevano per alcuni paesi del nostro Stato non pare si siano realizzati.


LUGLIO


Lunedì 10. — Pare che a Monte S. Giovanni i casi di cholera abbiano continuato, come pure se ne siano dati a Veroli e Frosinone. Si vocifera anche di un caso nella tenuta di Campo Morto che vorrebbe dire alle porte di Roma!!!

Martedì 11. — Essendo morto nella notte scorsa in Trastevere un campagnuolo venuto ieri dalla tenuta di Salone, con sintomi sospetti, è stata posta in osservazione la casa ov’è morto, ed oggi al Cimiterio di S. Lorenzo è stata fatta la [p. 138 modifica]sezione del cadavere. Pare che di questi e degli altri antecedenti siasi giudicata la morte cagionata da una febbre perniciosa.

Giovedì 13. — A Napoli il cholera seguita nello stesso grado; a Palermo infierisce in modo terribile e quell’Arcivescovo Cardinal Frigona è stato una delle vittime.

Sabato 15. — Oggi si è avuta notizia di alcuni casi di cholera seguiti a Ceprano. A Napoli il morbo sembra stazionario; i morti sono un poco diminuiti di numero, mantenendosi però circa i 300 al giorno; a Palermo la malattia seguita ad infierire.

Lunedì 17. — Le nuove di Napoli portano qualche ulteriore diminuzione nella mortalità. I casi di Ceprano si confermano, e si parla anche di qualche altro paese di quella provincia ma non con certezza.

Sabato 22. — Le lettere di Napoli non portano ulteriore diminuzione nel numero dei casi e delle morti di cholera. A Palermo pare vi sia realmente una minorazione grandissima. A Ceprano i casi seguitano non in fortissimo numero.

Lunedì 24. — La morte di una donna albergata al vicolo detto dell’Acqua santa presso la piazza degli Orfanelli seguita oggi con sintomi analoghi a quelli del cholera ha dato da discorrere e da temere.

Martedì 25. — Oggi con Editto si è ordinato che chiunque partirà da Roma per qualunque parte della Comarca e viceversa debba munirsi della fede di sanità.

Venerdì 28. — Corre questa sera una voce sorda che a S. Giacomo sia morto un soldato con sintomi cholerici, benchè dopo la sezione del cadavere siasi deciso il contrario, e che un altro soldato che nel medesimo ospedale lo aveva assistito, oggi stesse agli estremi: se il fatto è vero è serio assai.

Sabato 29. — Il secondo soldato che era caduto malato con sintomi sospetti, è poi morto nella notte, e in seguito della sezione del cadavere è stato pur troppo deciso esser morto di cholera. Un altro infermo dello stesso ospedale oggi è stato preso dagli stessi sintomi, e sta molto ammalato. L’ospedale è chiuso e senza comunicazione coll’esterno, almeno per quanto è possibile. L’allarme nel paese comincia ad esser serio.

Domenica 30. — Il terzo malato di S. Giacomo sospetto [p. 139 modifica]di cholera, non è morto, e sì assicura che vada alquanto meglio. L’ospedale continua a tenersi in osservazione. Sì parla di qualche altro caso seguito nella città ma non ben verificato. Da Fiumicino è venuto avviso che tra alcuni vetturali dì pesce stanziati in quelle capanne, due o tre erano morti con sintomi cholerici, e qualcun altro stava male; è stato perciò spedito colà il medico Cappelli, e si sono ordinate misure di osservazioni. Molta gente parte da Roma.

Lunedì 31. — Niun altro caso si è dato all’ospedale di S. Giacomo, ov’era caduto malato (pareva con sintomi di cholera) il medico Viale, che vi sta rinchiuso ma che sta meglio notabilmente. Si citano però nella città alcuni casi che paiono molto sospetti.


AGOSTO


Martedì 1. — Oggi nel nostro Diario sì è veduto un articolo in cui si espone la situazione del paese riguardo al cholera, e pare si concluda che secondo il sentimento della pluralità dei medici, che hanno assistito alle sezioni anatomiche il morbo non sia dichiarato. Sì parla però sempre di qualche nuovo caso mortale. Oggi si sono tornate a dare le carte di sanità che sin dall’altro ieri non si davano più.

Mercoledì 2. Nessun caso sospetto si è annunziato oggi almeno che abbia fatto impressione. Sì assicura essere stata spedita una forza di cavalleria ad Albano ove pare ci fosse stato un armamento irregolare e s’impedissero le comunicazioni con Roma, il che è accaduto anche in altri paesi.

Giovedì 3. — Oggi si è parlato dì qualche caso di cholera in Borgo, ma incertamente e confusamente al solito. Si parla anche di qualche altro caso nell’ospedale di S. Giacomo.

Venerdì 4. — Seguono a sentirsi dei casi dì cholera isolati per la città, e due o tre seguiti in Borgo da ieri ad oggi, sembrano meno soggetti a dubbio. A S. Spirito è stata assegnata e separata dalla comunicazione esteriore una corsia per gl’infermi sospetti. Oggi con Notificazione del Card. Vicario sì è annunziato che domenica prossima si trasporterà con processione simile a quella del 1835 l’imagine della Madonna da [p. 140 modifica]S. Maria Maggiore alla Chiesa del Gesù, ove resterà esposta per otto giorni.

Sabato 5. — Oggi pure si sono accusati alcuni casi nel Rione di Borgo ed in quello di Trastevere ed uno al vicolo Savelli. Si assicura che il cholera siasi manifestato anche nell’ospedale dei Pazzi.

Domenica 6. — Oggi (contro l’opinione di molti) si è fatta la traslazione della Madonna di S. Maria Maggiore al Gesù. La processione composta di tutto il clero secolare e regolare ha fatta la strada delle 4 fontane, di Monte Cavallo (ove si è unito il Papa col S. Collegio in numero di 21 cardinali, che sono andati avanti all’Imagine collocata sopra una piccola macchina) e per le 3 Cannelle, e S. Romualdo è andato al Gesù ove è finita di entrare circa a un quarto di notte. Il popolo, che la seguiva, era immenso oltremodo. Oggi si annunziano due o tre casi sospetti di cholera in Trastevere.

Lunedì 7. — Oggi all’ospedale di osservazione di S. Spirito si contano (per quanto si assicura) circa 40 infermi del morbo corrente, parte venuti dalla città e parte dello stesso ospedale oltre qualche altro caso per il paese in case particolari, ed oltre quelli dei Pazzi e dell’ospedale di S. Giovanni.

Martedì 8. — Si vanno mettendo all’ordine in fretta i locali destinati per ricevervi i malati di cholera in diversi punti della città. A quello di S. Galla si è cominciato a mandarvi dei malati. Questa mattina è morto di cholera l’avv. Ciunghi senese, da grandissimo tempo stabilito a Roma, e si assicura sia pur morta una vecchia donna che lo ha assistito.

Mercoledì 9. — I casi di cholera continuano in tutte le parti della città. In tutte queste sere si sono illuminate molte delle imagini della Madonna esistenti nelle strade. Una di queste imagini collocata in un vicolo di Trastevere, e che ad alcuni del popolo era sembrato aver aperti gli occhi, è stata dal Viceregente fatta levare di notte, e trasportare nella Cappella della sua abitazione. Questa s’era si è adunata una Congregazione straordinaria di Sanità coll’intervento (si dice) di molti medici, e si aggiunge per l’oggetto di decidere sulla esistenza o non esistenza del cholera in Roma.

Venerdì 11. — Vanno continuando i casi di cholera per [p. 141 modifica]la città, non in gran numero e segnatamente e maggiormente in Trastevere. Degli ospedali non si sa niente. Il concorso alla chiesa del Gesù va sempre aumentando specialmente la sera, andandovi gran quantità dì gente in processione da tutte le parti della città.

Sabato 12. — Questa mattina si è tenuta avanti al Cardinal Segretario di Stato una Congregazione composta di molti dei componenti le due commissioni sanitarie e di un certo numero di medici per decidere (si dice) sulla natura del morbo attualmente regnante. È uscita una Notificazione del Cardinal Vicario con cui si annunzia che martedì dopo pranzo si riporterà dal Gesù la Madonna a S. Maria Maggiore colla medesima solennità e si annunzia altresì il permesso di mangiar carne il venerdì e il sabato sinchè dureranno le circostanze attuali. Seguitano dei casi di cholera per la città segnatamente in Borgo e Trastevere, ma sinora non ascendono, pare, a numero esorbitante; cosa accada a S. Spirito, Dio lo sa!

Domenica 13. — Questa sera si può dire quasi tutta la città è stata spontaneamente illuminata e specialmente quasi tutte le imaginì della Madonna con apparati, lampadari ecct.

Il Corso si distingueva particolarmente. Le processioni della sera al Gesù seguitano e crescono sempre.

Lunedì 14. — Continuano i casi dì cholera specialmente in Borgo e Trastevere, ed anche in altre partì della città. Questa sera tutto il palazzo di Monte Cavallo, come pure quello della Consulta erano illuminati a torcie, e la facciata delle scuderie pontificie con gran magnificenza e buon gusto a lumini; il resto della città era illuminato presso a poco come ieri sera.

Martedì 15. — Oggi circa le 21 ore si è riportata a S. Maria Maggiore l’imagine della Madonna dalla Chiesa del Gesù; la processione è stata formata dai soli chierici regolari e Capitoli, senza i Padiglioni, ed ha tenuto la medesima strada, essendovisi unito il Papa con 17 cardinali nel passaggio da Monte Cavallo. Questa sera si è ripetuta l’illuminazione come ieri sera. I casi di cholera e particolarmente in Borgo vanno aumentando. Ieri sera a Monte Caprino si assicura che un prussiano, che dicesi addetto al Ministro di Prussia, sul sospetto di aver dato qualche cosa di avvelenato ad un ragazzo [p. 142 modifica](sospetto che pur troppo regna nel popolo), fu investito e maltrattato talmente dal popolo stesso, che tolto a stento dalle sue mani e condotto all’Ospedale della Consolazione, dà a temere della sua vita, e v’è anche chi dice che sia morto.

Mercoledì 16. — Il morbo cholerico si va propagando, e, per quanto si è potuto penetrare, ieri il totale dei casi ascese a 64, e quello dei morti a 42. La giornata d’oggi, si crede generalmente, sia stata anche peggiore.

Giovedì 17. — La giornata di ieri fu cattiva assai per i casi di cholera; i morti, compresa la mortalità ordinaria, si calcola siano ascesi al numero di 160 o 170! Oltre tutti i casi nelle altre parti della città, che non sono pochi, in Borgo si può dire che non ci sia casa, che non sia attaccata.

Venerdì 18. — Per quanto si dica che la giornata di ieri e d’oggi siano state migliori riguardo al cholera, esse sono state più che bastantemente cattive. Da qualche giorno nel monastero di S. Cecilia sono morte tre o quattro monache, ed altre ne stanno male; come è morto il confessore, due chierici ed il giardiniere. Le carceri sono pure attaccate. Il palazzo Quirinale è messo in guardia non restando aperto che il portone della piazza, e soggettandosi alla fumigazione chiunque vi entra. Le scuole del Collegio Romano sono chiuse. Il monastero del S. Cuore ha tolte tutte le comunicazioni coll’esterno. Si narrano aperture di occhi di un’altra Madonna nella Chiesa di S. Nicola degli Incoronati e del Crocifisso, a Campovaccino, ove ha cominciato un gran concorso di gente e di processioni notturne.

Sabato 19. — Il cholera prosiegue a far delle vittime, pare sicuramente senza diminuzione. Il Rione di Borgo, che nei giorni passati era stato il più maltrattato pare che respiri un poco. Oggi nel Diario Romano si è veduto un articolo, in cui con gran giro di parole si ammette l’esistenza del morbo in Roma, ma senza pubblicarsi Bollettino sanitario.

Domenica 20. — Essendosi manifestati due casi sospetti di cholera al Monastero del S. Cuore, oggi all’ora del nostro pranzo è ritornata a casa Tetina, come molte altre delle ragazze ivi educande. Anche a Tor de’ Specchi è morta di cholera una conversa e le educande sono tornate alle loro case. Le notizie le più schiette possibili portano il numero dei casi (tutto [p. 143 modifica]compreso) nella giornata di ieri a 205, e quello dei morti a 160. Di oggi non si sa ancora il preciso, ma pare non ci sia niente di meglio. Oggi è uscito Editto di Monsignor Governatore, da applicarsi sommariamente, a quelli che spargeranno nel popolo le assurde voci di avvelenamenti, che pur troppo sono invalse.

Martedì 22. — Secondo il bollettino di ieri la mortalità risalì al numero di 135. La stagnazione di tutte le transazioni sociali va sempre aumentando, e l’isolamento di quasi tutte le persone e case.

Giovedì 24. — Ieri al giorno successe del tumulto contro | il Ghetto, si dice suscitato per l’ospedale cholerico degli Ebrei, che è stato stabilito nel palazzo Cenci contiguo, il che ha allarmato quel Rione della Regola. Grandi precauzioni furono prese, e forti pattuglie circolavano in quella parte. Questa mattina poi una mandata (?) di forzati che lavorava fuori la tenuta di Grotta Perfetta fuori di porta S. Paolo, ove si è determinato di sotterrare i morti di cholera, si è rivoltata contro la forza, che li guardava e 19 ne sono fuggiti essendosi impossessati di 12 fucili.

Domenica 27. — Si assicura che ieri il numero dei casi sia stato notabilmente minore. I morti però ascesero a sopra 180!!

Lunedì 28. — Il numero dei morti si annunzia per la giornata di ieri ascendere a 197. Oggi è uscita Notificazione della Commissione di Sanità, con cui sì annunzia lo stabilimento delle case di soccorso per tutti i Rioni di Roma. E meglio tardi che "mai; ma è molto tardi! Da varie sere per tutta Roma si accendono grandi fuochi, che si credono utili per purificare l’aria dai cattivi miasmi, e si sparano delle armi da fuoco. Nella notte scorsa il Duca di Piano che abita attualmente colla moglie in casa Piombino, è stato sorpreso dai sintomi cholerici, e sta molto male.


SETTEMBRE


Venerdì 1 . — La strage cholerica continua sempre piuttosto in aumento, che in diminuzione. Oggi è uscita Notificazione della Segreteria dell’interno, colla quale, per trovare un modo di ristabilire le comunicazioni coi paesi dello stato, ognun dei quali ha preteso separarsi dalla capitale, si ordina lo [p. 144 modifica]stabilimento delle barriere e case di osservazione all’estremità del territorio sinora infetto, ove possano disinfettarsi le persone e gli effetti, e poi proseguire liberamente il loro cammino. Sono seguiti molti arresti di persone già notate e si dice per la scoperta di un complotto tramato e che doveva avere il suo effetto nell’occasione di una Beatificazione, che doveva seguire a S. Pietro domenica prossima (e che è stata sospesa) col progetto di impadronirsi di Castel S. Angelo, mediante qualche intelligenza interna.

Venerdì 8. — Si sente che a Viterbo è accaduto qualche tumulto di gente male intenzionata, che però è stato facilmente represso da pochi carabinieri e cacciatori a cavallo, rimanendovi due o tre feriti tra i tumultanti. Non si conosce bene l’origine della cosa.

Sabato 16. — La cifra dei morti di ieri fu di 30; e quella dei casi di 59. E stato ordinato che tre colonne mobili percorrano tutti i paesi posti al di qua della barriera, i quali seguitano a rifiutarsi, a riaprire le comunicazioni colla capitale.

Domenica 17. — Il numero dei casi secondo il bollettino di ieri, fu di 34, e quello dei morti di 21.


OTTOBRE


Domenica 15. — Questa mattina nelle tre patriarcali di S. Giovanni, S. Pietro e S. Maria Maggiore ed in tutte le chiese parocchiali si è cantato solenne Te Deum con indulgenza plenaria in ringraziamento della cessazione del cholera. Il Papa è andato a S. Maria Maggiore ove ha anche data la benedizione col SS.mo.

Lunedì 16. — Questa mattina in tutte le Chiese ove fu cantato ieri il Te Deum si è celebrato il funerale per i morti di cholera. Il Papa ha tenuta cappella Papale a S. Pietro, ove ha assistito alla Messa, ed ha fatta l’assoluzione al Tumulo. Essendo impedito, per i preparativi delle prossime Beatificazioni, il sito consueto per la Confessione e la Cattedra, la funzione si è fatta nella crociata dell’altare dei SS. Processo e Martiniano ove si fa la lavanda il Giovedì Santo.



Note