Delle strade ferrate italiane e del miglior ordinamento di esse/Discorso Quarto

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DISCORSO QUARTO.


DELLA CORRISPONDENZA FRA LE VARIE LINEE DI STRADE FERRATE DE' DIVERSI STATI DELLA PENISOLA; — E DELLE CAUTELE POLITICHE ECONOMICHE, DAZIARIE, DI SICUREZZA, ED, ALTRE OCCORRENTI DISCIPLINE.


Fin qui abbiamo esposto in qual modo fosse più conveniente ordinare le strade ferrate fra noi, dopo averne chiarita l’ urgente ed ineluttabite necessità. — Accennate le direzioni già scelte per quelle vie, dimostrammo quali altre ancor restassero a scegliere, onde conseguire l’assunto di avere una ben intesa rete stradale ferrata, atta a favorire l’aumento de’ traffici nella Penisola.

Ora, per compiere la nostra impresa, ci rimale a parlare dei mezzi che meglio riescono ad attuare l’esercizio più pronto, facile, sicuro ed utile delle nuove strade, quando esse, vennero felicemente mandate a termine.

Noi non intendiamo in quest’ultima parte del nostro lavoro di segnare tutti i minuti particolari delle discipline che meglio occorre di promulgare e far osservare al proposito.

Solo è nostro pensiero d’accennar brevemente a quali interessi pubblici e privati importi di provvedere nell’ordinamento di siffatte discipline.

Del resto, quanto ai particolari anzidetti, gii si han di presente tali è sì ben intesi esempi degni d’imitazione che, avuto il debito riguardo alle varie circostanze di luogo, onde possono risultar necessarie ed opportune alcune modificazioni, basterà l’accennare molti fra i regolamenti promulgati presso le varie nazioni per tale rispetto, perchè venga così soddisfatto l’assunto di suggerire i migliori ordini da attuarsi anche tra noi riguardo alle nuove vie.

Gli oggetti sui quali più occorre di fissare la nostra attenzione, si dichiarano adunque senz’altro essere i seguenti; [p. 396 modifica]1.° Il modo d’ordinare una ben intesa corrispondenza dei convogli, che debbono l’un l’altro succedersi nell’esercizio delle strade in discorso1:

2.° Le cautele politiche da ordinarsi onde l'azione governativa si mantenga sur esse vie sempre libera, pronta, avveduta, forte ed energica all’uopo:

3.° Le cautele economiche, mercè delle quali il buon governo dell’impresa sia interamente assicurato, sì nell’interesse dell’universale, che de’ privati:

4 .° Le cautele daziarie, che debbono assicurare la libera e cauta azione dei dritti del fisco, senz’alcun nocumento od incaglio però della libertà e rapidità de’ traffichi:

5.° Le cautele di sicurezza, colle quali possano i viandanti e le merci guarentirsi dai varii pericoli cui la forza e la velocità delle macchine locomotrici, ove fossero incagliate o mal dirette, potrebbero per mala ventura essere occasione:

6.° Ancora; alcune altre discipline e cautele atte a far procedere quel servizio in modo che pienamente sia conseguito lo scopo cui vuolsi diretto.

Parliamo or dunque successivamente delle avvertenze da usarsi per ognuno degli anzidetti oggetti2 [p. 397 modifica]

Note

  1. Chiamiamo convoglio il seguito o fila di vetture e carri, tirati o spinti dalla macchina locomotiva, o da varie di esse: in altri termini un dato numero, di veicoli, uniti insieme con catene ed altri legami, e mossi dalla stessa impulsione. (Vedi Encyclopédie des chemins de fer, p. 185, verb. Convoi.)
  2. Dichiarasi che molte fra le indicazioni precettive che seguono sono tratte, oltre ai libri fin qui citati, da quelli di cui segue il titolo: Railway-Times (opera periodica pubblicata in Londra, la quale tratta profondamente e per minuti particolari tutti gli obietti d’arte, d’economia, di commercio, e sopratutto di legislazione e di foro, riguardanti le strade-ferrate); Minutes of evidence taken before the committee on the London and Brighton railway bills; — Rapport du comité spécial du parlement sur l’état des voies de communications par chemin de fer; — Notice sur les chemins de fer anglais, ou résumé analytique des principaux renseignements contenus dans les publications officielles du parlement, et traitant de l’organisation financière des compagnies, de la construction des Railways, de leur prix d’établissement, de leur administration, des moyens, et des dépenses d’exploitation, du mouvement et des revenus, des voyageurs et du montant de la taxe prélevée par l’État, par le major Poussin; — De l’influence des chemms de fer et de l’art de les tracer et de les construire par Séguin ainé. — Chemins de fer americains; historique de, leur construction; prix de revient; produit; mode d’administration adopté; résumé de la législation qui les régit, par Guillaume Tell Poussin: — Journal des chemins de fer {foglio settimanale pubblicato a Parigi ad imitazione del Railway-Times, sebbene minore in mole, in ricchezza di notizie ed in istudi di fatti, ecc., ecc., cui gli amministratori, ignari delle lingue inglese e tedesca, dovranno sempre tuttavia ricorrere, onde conoscere le principali notizie concernenti alle vie ferrate, postochè non possono conoscere i particolari di cui nel già citato Railway-Times. — Nella nostra penisola la speculazione essendo appena esordiente, non possono citarsi ancora libri scritti al fine d’insegnare le regole d’un ordinamento di strade ferrate fra noi. Quello del conte Piola, Delle strade ferrate e della loro influenza in Europa; Pensieri ecc., contiene sotto quel modesto titolo ottimi riflessi, atti a svegliare la pubblica attenzione sopra l’importante argomento; ma non provvede ad alcun insegnamento che giovi al proposito dell’assumere le imprese più profittevoli. D’altronde quella non era la vista del chiarissimo autore, il di cui scopo era unicamente quello di avvertire il pubblico intorno alla necessità delle vie ferrate ed alle più probabili conseguenze delle medesime. Nel regno Lombardo-Veneto infinite furono, è vero, le pubblicazioni sulle direzioni da darsi alle vie decretate; ma, come già notammo, gli autori di quegli innumerevoli opuscoli, da viste municipali più che da altro diretti, spaziarono nel più esteso campo della polemica, e pur troppo soventi trascorsero alle personali acerbità, onde ne avvenne il gran male di veder abbandonato l’assunto dalle persone di maggior credito; di sentire cadute le azioni in mani estranee all’Italia, frattanto che l’impresa è così periclitante da rendere quasi inevitabile l’ultimo partito preso per essa al fine di vedere una volta compiuta l’opera.