Della superstitiosa noce di Benevento/Parte Seconda

Parte Seconda
Di due famiglie Nobili Beneventane

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Parte Seconda
Di due famiglie Nobili Beneventane
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P A R T E


S E C O N D A


Di due famiglie Nobili Beneventane, che hebbero i loro principij nell’istesso tempo, che si recise la superstitione della Noce inalberando per arme gl’Idoli, che all’hora i Beneventani adoravano.
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E
Traditione antichissima, che in questi tempi, che successero in Benevento le cose sudette alcuni huomini nobili della Città, per serbare di tal fatto memoria à posteri inalzorono per loro insegne divisamente alcuni l’uno, e l’altri l’altro, entrambi detti idoli; onde quei che inalzorono l’Amsifibena, che par che giochi con due teste, si cognominorono Bilotti, cioè Bino capite luctantes; che tal motto resta fino ad hoggi all’impresa di questi Signori; E perche l’Idolo alato, che usano per arme i Signori Viperi; si chiamava Vipera, per tanto essi di tal cognome furono chiamati.

E mentre queste due famiglie si sono per lo spatio di circa mille anni da all’hora fino ad hoggi mantenute nella lor patria; con molto accrescimento di splendore à quella; et ancor tuttavia si mantengono; non hò io voluto col silentio occultare i lor freggi, che non li hà possuti consumare la lunghezza di dieci secoli; e perciò cominciando per ordine d’alfabeto, dico, che de i BILOTTI le prime memorie, che ritrovansi sono di Guglielmo, e Paganello, [p. 21 modifica]che venendo à morte nell’anno 1196. Mortuale di S. Spirito in Benevento furon sepolti nella Chiesa di San Spirito. Venendo poi Carlo Primo d’Angiò alla conquista del Regno sdegnati gli huomini di questa casa del tirannico dominio del Rè Manfredi, che ne havea occupate frà l’altre Terre della Chiesa la Città di Benevento lor patria; si ricoverorono a suoi serviggi in particolare quattro fratelli carnali, soldati di gran valore chiamati Balduino, Giovanne, Colardo, e Plancello, e militando fedelmente in servigio di quello per la conquista del Regno, essendosene egli impossessato né ottennero à 13. di Maggio del 1274. 1274. lit. B f. 140. ter. Carolo I. per remuneratione le Baronie di Maglie, e Giullano in Terra d’Otranto; e poscia l’anno seguente si ferno Signori di Galatola, 1275. lit. A fol. 102. grossa, e ricca Terra di quella Provincia, et indi Plancello a 26. di Gennaro del 1180. fù dall’istesso Rè 1280. lit. C fol. 49. ter. creato Castellano di Oria, e Misagne, et à Giovanne sudetto, per ricompensa de’ servigij militari diede l’istesso Rè Carlo settantasei oncie d’oro à 23. di Febraro del 1296. 1296. lit. D fo. 189. ter. Dalche può cavarsi con quanta fedeltà, e valore, e con [p. 22 modifica]che honorati, e supremi carichi dovettero servire questi fratelli quel magnanimo Rè in tempi così turbolenti di guerre.

E ne’ maneggi di pace ritroviamo che in gravissimi negotij lì servì il Rè Carlo sudetto della persona di Gualtiero Bilotta 1268. lit. A fol. 87.; onde à primo di Luglio del 1268. l’ispedì per rattare fuoi negotij in Roma, e quello Gualtiero poi a 26. d’Aprile del 1271. fù ricevuto in Regio Cappellano, e famigliare dell’istesso Carlo.

Nè piccolo fù l’affetto, che per queste altre gratie ricevute da’ suoi parenti, 1271. lit. B fol. 49. ter. mostrò al detto Rè Michele Bilotta huomo ricchissimo; onde a 21. di Maggio del 1271. gli improntò cinquecento oncie d’oro per sovvenimento delle guerre.

E non poco servissi anche questo stesso Rè di Nicola, e di un altro Giovanne Bilotta, che havean parimenti alcuni feudij in Regno; 1268. lit. O fol. 68. ter. onde come Baroni li chiamò ad intervenire alla mostra generale, che si fè nelle Campagne di Aquino il Maggio del 1276. e poscia Carlo Secondo suo figliuolo remunerò [p. 23 modifica]Nicola del governo della Città di Gallipoli nell’anno 1291. il quale Nicola 1291. lit. A f. 390. Caroli II. anche prestò il servitio militare in Sicilia al Rè Roberto come Barone del Regno nell’anno 1314. e nel 1316. fù dall’istesso Rè Roberto 1314. lit. C fol. 155. et 1316 lit. C fol. 502. et 1325. lit. O f. 90. Regis Roberti. mandato à custodir la Calabria insieme con Simone Bilotta, et altri Baroni del Regno, e poscia nel 1326. tornò a militare in Sicilia. Seguitò i vestigi de’ suoi maggiori Ugone Bilotta figliuolo del primo Giovanne, che con i fratelli fù Signor di Galatola, e servì la Maestà del Rè 1302. lit. E fol. 41 ter. Caroli II. Carlo Secondo talmente, che meritò a 10. di Maggio del 1302. essere da quello investito della Baronia di Specchia di Minerbino in premio del servitio militare; come anche per l’istessa causa hebbe indi con la data de 18. di Decembre del 1304. l’investitura di parte del Casale di Palegiano, 1304. lit. D fol. 7. et 1305. lit. D f. 110. Caroli II. e fù anche egli Signore di Galatola per redaggio di suo padre, e morendo lasciò un figliuolo chiamato Nicoletto, che restò Signore di tutte le sudette Terre, e Castella; onde il Ré gli providde per balio Pietro de Ugot Barone di Nonciglia; Di questo Ugone fù fratello germano quel [p. 24 modifica]Simone Bilotta Barone di Passano, che non havendo altri che una figlia femina chiamata Margarita, che fù Cameriera favoritissima della Reina Giovanna Prima (ne ritroviamo che havesse havuto marito) die fine alla sua linea, et al dominio di quella Terra.

E circa questi tempi medesimi 1320. lit. C fo. 180. Caroli illustr. visse Coluccio, ò Carluccio Bilotta, che havea alcuni feudi in Regno, onde a 4. di Febraro del 1321, fù chiamato come Barone a custodir la Calabria, e Guillielmo Bilotta persona intendentissima de’ maneggi di stato, crebbe di tale opinione presso Papa Giovanne XXII. Chronologia dell’Arcivescovi di Benev. fol. 129. che gli confidò il governo della propria patria intorno a gli anni 1323. in tempi sospettissimi, che la Sede Pontificia residea in Avignone di Francia; posciache in detto anno questo Guillielmo ottenuta prima licenza dal Pontefice; transferì le Monache di Santa Maria di Porta Somma di Benevento al Monastero di San Pietro dell’istessa Città, e nel luogo di Porta Somma, che è il più alto di quella, come si disse fè edificare una fortissima Rocca per difesa di questa Città, che fino a’ dì nostri si [p. 25 modifica]conserva, contracambiando con sì notabile, et esemplare servitio la confidenza mostratali da quel Pontefice.

Poco dopò ritroviamo, che Cicco Bilotta Barone della Pietra Castagnara, casandosi nel 1380. con Filippa d’Aquino de’ Conti di Belcastro, con patto che dovesse andare ad habitare in quella Contea, diè principio al ramo dei Bilotti Zazzera della Nobiltà d’Italia par. prima nella famiglia Oddo. allignatissimo a tempi de’ nostri padri in Catanzaro, e spenti ultimamente nella persona di Beatrice unico rampollo di questa linea, moglie di Francesco Cataneo nobile di detta Città di Catanzaro, dalla quale nacquero molti figli, e frà essi Cesare, Cavaliero Gierosolimitano, che ancor vive.

Dal sopra nominato Nicoletto 1404. fol. 162. t. Reg. Ladislai. nacque quel Roberto Signor di Leporano, valoroso soldato ne’ tempi del Rè Ladislao, di cui nella Cappella di questa Famiglia nella Regia Chiesa di San Gio: à Carbonara di Napoli si legge questo Epitafio.

Roberti Biloctae genere Beneventani Ex antiquiss. Galatenae Dominis Sub Ladislao Rege huius Templi [p. 26 modifica]extructore strenui militis, ac Leporani Domini, memoriam temporis iniuria deletam, Octavius Bilocta CCXXXIII. post an. avito exornato Sacello restituit.

cIɔ. Iɔ. c. xxxvii.


Di questo fu figliuolo Marino, che havendo per litiggi frà detto suo padre, e Fiorimonte prothonobilissimo fratello uterino di quello perduto la Signoria di Leporano si diede agli studij delle leggi, nelle quali fè molto profitto; onde Rè Alfonso Primo d’Aragona a 14 di Novembre del 1439. In Cancellaria registr. Reg. Alphonsi I. in Cur. 3. fol. 63. il creò Presidente della Regia Camera della Summaria, et indi nel 1445. il ritroviamo esser Regio Consigliero, e Giudice della Vicaria, e da esso discendono quei che di questa famiglia ritrovansi hoggi; in Benevento, con havere havuti degli altri huomini famosi in armi, et in lettere, et il dominio delle Baronìe di Mancusio Lentace, e Saggiano in Regno, e di Pesco Sant’Angelo nel Beneventano, le quali cose essendo non tanto antiche, e perciò più note, basterà solo haverle accennate.

[p. 27 modifica]Quei della VIPERA hanno fin dalle prime memorie, che di lor si ritrovino un Nubilone Conte di Castelvipera, che nel 1074. Leo. Hostiens. in Chron. Cass. lib. 3: cap. 60. insieme con Riccardo suo figliuolo donorno al Monasterio di Montecasino molte Chiese, et altri beni sistentino in detta Terra di Castel-Vipera (che hoggi è la Riccia) et altre del Contado; onde crediamo, che dal lor cognome si denominasse quella Terra, più tosto che dalla Terra essi l’havessero preso, mentre come dicemmo la traditione è, che molto prima inalberando quell’Idolo chiamato Vipera fussero così detti. Hor comunque si sij, certo è, che la Signoria di detta Terra si mantenne lungo tempo in questa famiglia, ritrovandosi memoria di Benedetto della Vipera Signor di quella nel 1187. che viene con gli altri Baroni chiamato per la guerra sacra (come dall’indice de’ Baroni della guerra Sacra in potere del Sig. Carlo de Lellis, persona versatissima in tutte le scienze) e sotto Rè Carlo Secondo intorno à gli anni 1305. 1304. et 1305. lit. A fol. 183. Caroli II. ritroviamo esser Signore di questa Baronia Pietro della Vipera, il quale poco dopò morendo fù sepolto [p. 28 modifica]nell’antichissima Cappella, che quella famiglia hà nell’Arcivescovato di Benevento, 1309. lit. A fol. 11 e successegli al dominio di Castel Vipera Giacomo, e dopò morte di Giacomo Matteo suo figliuolo.

Ritrovasi di più un altro Pietro della Vipera figliuolo di Mario, che fu Signore di Coffiano nell’anno 1291. 1291. lit. A fol. 114. et 119. ter. Catal. Sanctorum Eccles. Benev. sotto l’istesso Rè Carlo Secondo; e forsi di costui fù figliuola la Beata Daniella dell’Ordine di San Domenico, che visse intorno à gli anni 1280. e dicesi figlia di Pietro della Vipera nobile Beneventano.

E Giacomo della Vipera, Archiv. di S. Spirito di Benev. che morì in Benevento à 4. di Marzo del 1196. il ritroviamo sepelito in San Spirito di questa Città.

Fù in molta stima presso Papa Pio II. Nicola della Vipera; onde quel Pontefice se ne servì per negotij importantissimi della sua patria, come testifican molte Bolle, et in particolare una diretta così, Bull. Prim. Pij II. fol. 217. Dilecto filio Nobili viro Nicolao de Vipera militi Beneventano. Data in Mantua à 13. di Decembre del 1459. e di questo istesso Nicola si servì molto parimente Rè Alfonso Primo per [p. 29 modifica]quietare alcune differenze de’ confini del distretto di Benevento col Regno, Cancell. an. 1447. come rettificano le lettere di detto Rè delli 11. di Giugno del 1447. con il titolo, Nobili, et Egregio Nicolao de Vipera militi Beneventano.

E Bartholomeo della Vipera fù soldato di molto valore sotto l’istesso Rè Alfonso Primo, e morì nel 1490, e fù sepolto nella sua Cappella dell’Arcivescovato in uno avello fattoli da Caradonia d’Aquino de’ Signori della Grotta Menarda sua moglie.

Per lettere furon molto chiari di quella famiglia un altro Nicola, che intorno a’ tempi medesimi fu Referendario della segnatura, e Mercurio Vescovo di Bagnarea Reggente della Penitentiaria, e Decano della Rota Romana, che scrisse molte opere, stampate l’anno 1517. morì in Roma l’anno 1527. e fu honoratamente sepolto nella Chiesa di San Spirito di quella Città; però in Benevento nella Cappella di questi Signori nell’Arcivescovato si legge di lui questo epitafio.

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D. O. M.

Mercurio de Vipera ex vetusta Beneventi municipij familia, Sacrae Poenitentiariae Apostolicae Regentij, Pontificiae Vaticanae Rotae Decano; eruditione incomparabili praedito, Episcopo Balneoregiensi, in quibus, et alijs publicis muneribus ea semper est usus in iudicando aequitate, ut in Urbis excidio captus, et extintus; Maximum sui desiderium Universae Curiae ingentem sui luctum reliquit. Vixit ann. 63. Menses 6. dies 8. Obijt Kal. Iulij MDXXVII. Octavianus, et Petrus S.B.M. Fratri Opt.

Oltre di questi hà prodotto questa famiglia altri huomini segnalati, et hà posseduto dopò la Baronia di Monte Negro in Apruzzo, le quali cose come moderne si tralasciano come parimente si fè ne i Bilotti.

E questo basti havere brevemente accennato di queste due illustri famiglie, tanto antiche, e chiare, come si è detto; Piacci à Dio di continuare a mantenerle lunghissimo tempo per ornamento della patria, e di accrescerle sempre di nuovi splendori.

Fine della Seconda Par.